“RIDATECI IL FRECCIAROSSA, ANZI PIU’ DI UNO”, 44 SINDACI SENESI E ARETINI SCRIVONO A GIANI PER PREMERE SU TRENITALIA. IL LIBRO BIANCO DI UNIONCAMERE: SUL FRONTE TRASPORTI SIENA STA MALE
Una fotografia quella scattata da Unioncanere dalla quale emerge un dato: tra le cinque priorità considerate ’indifferibili’, a livelo regionale, quattro insistono sull’area fiorentina: la nuova pista di Peretola, la terza corsia della Firenze-mare, il potenziamento della Fi-Pi-Li, la linea ferroviaria Firenze-Viareggio, con in più il Corridoio Tirrenico.
La maggior parte degli interventi ritenuti indispesabili riguarda dunque l’area con più alta densità di popolazione della Regione e maggior sviluppo industriale, tra Firenze e il mare per intenderci, con la Toscana meridionale (Arezzo-Siena-Grosseto) e le aree interne più deboli che rimangono fuori quadro.
Per il senese il libro bianco Unioncamere individua tra le priorità di fascia 1 il completamento della Due Mari (Grosseto-Fano); la stazione in linea MediaEtruria sulla quale però sottolinea che sussistono “resistenze molto forti, anche da parte della Regione” e che “è necessario realizzare un progetto – si legge nel documento – che trovi ampia condivisione da parte del territorio potenzialmente servito dalla stazione Alta velocità, a partire dalla collocazione della stessa”. Come dire che il progetto Creti, stante il dibattito in corso potrebbe non rispondere a questi requisiti. Passo indietro anche delle Camere di Commercio che sone state tra i primi e principali sponsor della Media Etruria?
Terzo punto, la linea ferroviaria Siena-Empoli, di cui si auspicano raddoppio e elettrificazione e, come priorità di fascia 2 (cioè inferiore), il potenziamento della Siena-Chiusi e della linea Asciano-Monte Antico. Oltre al completamento del raccordo tra la Siena-Bettolle la E78 (che sarebbe la Due Mari)… Questa come unica miglioria per raggiungere il mare, a Grosseto, dalla Valdichiana nord mentre dai comuni più a sud le alternative restano ancora i tornanti del Monte Amiata o quelli della Foce e poi di Montalcino prima di raggiungere Paganico. Strade belle per il Giro d’Italia o per la Tirreno-Adriatico, ma non per viaggiarci. Per di più uguali a 60 anni fa…
Il Libro Bianco fa sapere che Siena si colloca al nono posto in Toscana (su 10 province) e 88a in Italia per ’Trasporti e logistica’, prima in Toscana e nona in Italia per utilizzo dell’energia a disposizione, settima in Toscana e 62a in Italia per propensione al digitale, ultima tra i capoluoghi toscani e 76a in Italia nella classifica ’Green&Smart’ che riunisce i temi della sostenibilità ambientale e del digitale. Insomma, tranne che per l’energia (su cui forse pesa anche l’utilizzo della geotermia che non senza peccato né senza polemiche) sul resto Siena sembra essere una provincia che arranca su tutti i fronti.
Che in provincia di Siena ci sia anche un nodo ferroviario e stradale rilevante come quello Chiusi sembra che né il libro Bianco di Unioncamere, né chi alla fine prende le decisioni sulle priorità e sul che fare, lo consideri. Ecco un’altra, ennesima, riprova della marginalità e del progressivo impoverimento strutturale delle aree interne meno popolate e più deboli economicamente, con buona pace della celebratissima Valdorcia patrimonio Unesco, del boom turistico di città come Montepulciano o Cortona, di scoperte sensazionali come i Bronzi del Bagno Grande a San Casciano, degli etruschi, dei romani e dei longobardi, delle squadre di basket in A2, che Siena adesso sogna solo di notte, di grandissmi vini come il Nobile e il Brunello… Sarà perché il nodo di Chiusi è troppo a sud del territorio toscano e senese ed è quasi in Umbria?
Al Comitato Opzione Zero che sta portando tutti dalla sua parte nella battaglia contro la Media Etruria e per la valorizzazione delle stazioni di Chiusi e Arezzo, proponiamo un piccolo investimento: acquistare uno stock di cartine geografiche da regalare ai capi di Unioncamere e ai presidenti della Camere di Commercio, alla consigliera regionale Anna Paris, al professor Maggi, alla sindaca di Siena Nicoletta Fabio e a quanti ancora oggi continuano a baloccarsi con la bufala della Media Etruria in mezzo al nulla, quando di interventi da fare, spendendo gli stessi soldi ce ne sarebbero molti di più e più utili.
Cambiare opinione è spesso positivo.
Tuttavia in politica gli errori nelle scelte e nelle strategia producono sempre effetti negativi che nono sono facilmente recuperabili.
In queste settimane apprendiamo che dopo dieci anni di proposte e discussioni sulla stazione in linea a Creti, a Rigutino, a Chiusi sud o Chiusi Montallese-Tre Berte le Istituzioni e la politica della Val di Chiana sono giunti a richiedere le stesse cose che comuni e provincia chiedevano appunto dieci o quindici anni fa, ovvero la fermata di due o tre coppie di treni AV nelle stazione di Chiusi. Tutto questo mentre le infrastrutture viarie e i servizi per una mobilità integrata del trasporto pubblico locale sono rimaste le stesse e non abbiamo nessun progetto concreto di ammodernamento e miglioramento, se non le solite ipotesi.
Ancora questo aspetto fondamentale appare molto sottovalutato. Sembra che ci sia un ripensamento generale sul ruolo della stazione di Chiusi e un allontanamento dall’ipotesi Mediaetruria, ma non una reale e determinata consapevolezza sul fatto che a Chiusi la prospettiva dell’Alta velocità sarà difficile senza un piano integrato della mobilità di area vasta in un territorio che interessa la Valdichiana, l’Amiata, la Vald’Orcia, il Trasimeno, fino la Valnestore.
Concordo. Intanto sarebbe bene andare a ritrovare i progetti presentati nell’ultimo mezzo secolo, sia per il versante toscano (Siena Chiusi che per quello umbro.
Sperando di essere utile al dibattito vorrei porre un altro aspetto, oltre alla citata progettualità per una mobilità integrata a livello di area vasta. Mi riferisco a una questione politica che solo il Comitato e in genere un opinione pubblica più attenta hanno posto con il giusto rilievo in questi mesi. Il tema è il cambiamento di paradigma anche quando si pensa alla modernizzazione infrastrutturale e a come uscire dal nostro storico isolamento.
La politica, penso soprattutto al Centrosinistra e alle istituzioni locali che rappresentano più direttamente le istanze provenienti dal basso affrontano la questione ancora prevalentemente in un ottica che dovrebbe essere superata. Ovvero quella di ricorrere sempre a nuove infrastrutture, nuove costruzioni, nuove opere. Anche in questo caso dell’AV abbiamo assistito ad una divisione sulla localizzazione, sulla distanza da un luogo all’altro e cose del genere. Infatti, la molla che ha fatto fare retromarcia sulla stazione in linea è stata la scelta di Creti. Se fosse stato indicato Chiusi Montallese – tre Berte sarebbero tutti a cantar vittoria.
In realtà la partita andrebbe giocata, soprattutto nei confronti delle istituzioni superiori (regioni e Ministero) sull’esigenza che per far fronte ai nostri bisogni e superare i cronici ritardi abbiamo bisogno di mettere in campo una nuova visione che guardi a un nuovo modello di sviluppo che faccia perno sul recupero, sulla valorizzazione dell’esistente per mantenere la sostenibilità ambientale. Progetti che contemplano il risparmio del suolo, la tutela del paesaggio, la valorizzazione di una mobilita che complessivamente incentivi il ferro, oltre che l’utilizzo oculato delle risorse pubbliche, visto che ci dicono sempre che dobbiamo risparmiare. Cose che dovrebbero essere al centro del dibattito politico e pane per i partiti del Centrosinistra anche quando si discute su come avere l’Alta velocità nei nostri territori. Tutto ciò dovrebbe far ritrovare la capacità di recuperare la rappresentanza politica di istante che provengono dal basso e rappresentare il rinnovamento e la modernizzazione di cui c’è assoluto bisogno. Questo mi sarei aspettato che sabato amministratori e politici avessero posto al centro di una riflessione, magari per giustificare il motivo del cambiamento di rotta. questo dovrebbe essere un tema di confronto serrato quando si parla con regione e ministeri per strappare a Chiusi le fermate di treni e servizi migliori.