MONTEPULCIANO: ADDIO A REMO VANNUCCINI, STORICO DIRIGENTE DELLA CNA

domenica 17th, marzo 2024 / 12:52
MONTEPULCIANO: ADDIO A REMO VANNUCCINI, STORICO DIRIGENTE DELLA CNA
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MONTEPULCIANO – Uno ad uno se ne stanno andando tutti. A poche ora dalla scomparsa di Beppe Biancolini, è morto anche Remo Vannuccini, un altro protagonisti della stagione politico-sociale-sindacale prima a Chianciano, poi a Montepulciano. Vannuccini era del 1936, aveva 20 anni più di me, e dagli anni ’60 prima come militante, consigliere comunale e assessore a Chianciano, poi come dirigentee della CNA, l’organizzazione degli artigiani, a Montepulciano e per la Valdichiana, è stato in trincea per una trentina d’anni. Era comunista, sempre stato animato però da forte spirito unitario.

Viveva da sempre a Montepulciano, cui era legatissimo e uno di quei personaggi che costituiscono la memoria storica della città. Aveva fatto il falegname, prima di dedicarsi al lavoro sindacale per una categoria che sentiva profondamente sua, essendo stato egli stesso un artigiano. Raccontava sempre con piacere e con orgoglio gli inizi alla Falegnameria San Girolamo a Montepulciano, poi la costruzione e la crescita della CNA che riuscì insieme a pochi altri a radicare nel territorio, girando per le aziende, parlando con gli operatori, li conosceva tutti, uno per uno a Montepulciano, a Chianciano, a Chiusi, a Torrita e nelle frazioni.  Uffici piccoli, spesso rimediati, quando il computer ancora non c’era e le fatture si registravano a mano. Macchine da scrivere vecchiotte, calcolatrici altrettanto vecchiotte e stanze fumose, perché Remo Vannuccini all’epoca fumava, parecchio. Troppo, probabilmente.

Negli anni ’70-80 comunisti e socialisti si guardavano in cagnesco, perché Berlinguer era una brava persona e Craxi non era una brava persona (per dirla con Gaber), ma dentro i sindacati e le associazioni di categoria stavano insieme, e lui, Vannuccini, tendeva sempre a smorzare le tensioni. Diceva che gli avevano insegnato così, dai tempi di Togliatti e si incazzava quando qualcuno parlava della Cna (e di altre organizzazioni) come delle “cinghie di trasmissione” dei partiti, non sopportava quella definizione e ne rivendicava tenacemente l’autonomia. E il peso politico e sociale, indipendentemente dalla tessera dei dirigenti. Remo Vannuccini non veniva da una storia mezzadrile, ma da quella “classe” di lavoratori, di figli del popolo che erano diventati artigiani, dunque imprenditori, per necessità e, pur senza essere degli intellettuali laureati ad Harvard o alla Bocconi, avevano capito che la crescita di cittadine e zone periferiche come le nostre, che non avevano un tessuto industriale, passava anche di lì, da quei lavoratori costretti dalla vita a mettersi in prporio, a trasformarsi in imprenditori. Spesso di sé stessi, altrettanto spesso visionari e anche un po’ incoscienti.

Oggi quelle stesse organizzazioni, rispetto ai tempi di Remo Vannuccini, sono diventate un’altra cosa, magari non più cinghie di trasmissione dei partiti, ma “agenzie governative” che hanno smesso da tempo di fare attività sindacale e soprattutto proposte. Fanno i conti, le pratiche di pensione e ti spiegano le leggi. Nulla di più.

Ai tempi di Vannuccini la Cna, ma anche la Confesercenti, la Confcommercio ecc., le proposte le facevano, dai piani regolatori, alle zone produttive, dalle politiche sanitarie a quelle dei trasoporti, oggi non più, non dicono una parola su niente. Mai.

I tempi cambiano, ci mancherebbe altro. Ma ora che figure come Remo Vannuccini se ne vanno, sale un filo di nostalgia. E sale anche la rabbia per la fine che abbiamo fatto, come Paese, come sinistra, come organizzazioni e articolazioni della democrazia partecipata…

Io con Remo Vannuccini ho lavorato fianco a fianco per una decina d’anni. Lo ricordo con grande affetto, come una persona per bene. Ricordo quella sua strana macchina, una grossa Simca, fabbricazione francese, che chiamava “il cassettone”.

Ti sia lieve la terra compagno Vannuccini, e qui il termine compagno sta anche per compagno di strada, non solo come compagno di cordata politica. E ci aggiungo pure amico. Amico di un tempo che non c’è più.

Marco Lorenzoni

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