MANGANELLATE A CHI MANIFESTA CONTRO IL GENOCIDIO A GAZA. E’ QUESTA LA LINEA DEL GOVERNO?

venerdì 23rd, febbraio 2024 / 15:56
MANGANELLATE A CHI MANIFESTA CONTRO IL GENOCIDIO A GAZA. E’ QUESTA LA LINEA DEL GOVERNO?
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QUESTA SERA A CHIUSI SCALO INIZIATIVA PUBBLICA SULLA “RESISTENZA DI GAZA”. DOBBIAMO ASPETTARCI LA DIGOS IN ASSETTO DA GUERRA?

Era già successo nei giorni scorsi a Napoli e Torino, davanti alle sedi Rai, dove alcuni manifestanti che chiedevano il cessate il fuoco a Gaza sono stati presi a manganellate dalla Polizia. E’ successo di nuovo questa mattina a Pisa. A die passi dalla Scuola Normale.

Un gruppo di manifestanti, per lo più studenti, è stato fatto oggetto di cariche della Polizia di Stato. Botte da orbi.

Il sindaco della città della Torre Michele Conti subito dopo aver visto le immagini postate su you tube ha chiamato il questore e il prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto.

“A entrambi ho ribadito che chiunque deve essere libero di manifestare liberamente il proprio pensiero, sempre. E che Pisa, da sempre, è luogo di incontro e confronto così come voglio ricordare a tutti che la convivenza pacifica è assicurata in primo luogo dal rispetto delle regole e chi non le rispetta va sanzionato. Come mi auguro avvenga per chi si è reso responsabile del blitz sulla nostra Torre di qualche settimana fa. Ma mai in alcun modo si può usare la violenza per reprimere una manifestazione di ragazzi e ragazze delle scuole superiori. Così come non si può usare la violenza per imporre una propria idea. Voglio parlare con questi ragazzi, ascoltare le loro ragioni e i loro racconti. Il Comune di Pisa è uno spazio pubblico dove è possibile esprimere liberamente, ed educatamente, ogni pensiero”.

La senatrice pisana del Partito Democrativo Ylenia Zambito annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi “per avere chiarimenti sui gravissimi fatti” avvenuti qjuesta mattina. Così il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi: “In attesa di ricevere chiarimenti sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine, l’Università di Pisa auspica che tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca. Conferma la sua posizione caratterizzata dalla massima apertura al dialogo pacifico fra tutte le posizioni e dal ripudio della violenza in tutte le sue forme”.

L’Ateneo, riguardo alla tragica situazione in Israele e Palestina, “ribadisce il suo sgomento per l’attacco terroristico dell’ottobre scorso e per la strage attualmente in corso nella striscia di Gaza, unendo la sua voce a quella di tutti coloro che chiedono l’immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”. Il rettore informa di aver già organizzato per il 14 marzo una riunione straordinaria del Senato Accademico aperta alla partecipazione di esterni, nel corso del quale verranno presentate, discusse e votate mozioni, elaborate anche da gruppi studenteschi, su questa e altre questioni di grande impatto sociale.

Insomma mentre tutti i media mainstream raccontano della manifestazioni e delle commemorazioni – giuste-  per la morte del dissidente russo Navalny (che con tutta probabilità è un omicidio di stato), nel nostro Paese, democratico e liberale, la polizia di Stato manganella chi “dissente” dal genocidio in atto nella striscia di Gaza. Che siano giornalisti, cittadini comuni o studenti, cambia poco.

Sembra quasi che le forze dell’ordine si sentano autorizzate a usare il manganello sui manifestanti, sentano che questo “è il clima” e che il manganello, con i post fascisti al governo, è sdoganato.  A questo punto c’entra poco anche essere pro o contro i palestinesi e pro o contro l’azione militare dell’esercito israeliano a Gaza. Qui siamo di fronte ad un attacco poliziesco (quindi del governo, perché la Polizia di Stato dipende dal ministero degli Interni) verso dei cittadini che democraticamente manifestano il loro pensiero, cosa questa garantita dall’art. 21 della  Costituzione.

Questa sera a Chiusi Scalo si terrà un  incontro pubblico sulla “Resistenza di Gaza”, con testimoni palestinesi. Incontro promosso da alcune forze politiche di sinistra e da questo giornale. Dobbiamo aspettarci la Digos in assetto da guerra in via Mameli? Ci auguriamo di no, anche perché conosciamo i poliziotti locali e loro conoscono noi. Non c’è alcun motivo per usare i manganelli. Ma se quella del manganello è la linea che il Governo ha deciso di adottare dovunque si manifesti contro il genocidio dei palestinesi, allora non siamo del tutto tranquilli.

L’iniziativa è partita ed è promossa da una parte dello schieramento politico, la sinistra “movimentista” diciamo, ma è aperta e “plurale” come si suol dire. Qualche forza politica si è tenuta a distanza, qualcun’altra ha fatto un passo indietro rispetto all’adesione iniziale, temendo che l’incontro potesse prendere una piega “estremista”. Ci sta. Ma visto ciò che è succeso stamattina a Pisa, che è in Toscana come Chiusi, forse una presenza massiccia e unitaria (senza con questo sposare tutti le posizioni degli altri) sarebbe un gran bel segnale.

Proprio per quello che è succeso stamattina a Pisa ci piacerebbe che partecipassero, oltre ai promotori, anche il Pd, il M5S, i consiglieri o rappresentanti delle due liste di opposizione in Consiglio Comunale, il sindaco Sonnini e i suoi assessori, i sindaci dei paesi limitrofi, l’ex sindaco Bettollini, le associazioni volontaristiche, Don Antonio Canestri che conosce bene la situazione in Terra Santa.

Con le manganellate a chi manifesta, la situazione ha preso e sta prendendo una bruttissima piega. Stasera si tratta di dire BASTA ad un genocidio, ma anche di mettere in chiaro che in Italia manifestare è lecito. O almeno finora lo era…

 

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