LE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI E I TRATTORI IN MARCIA. PARLA UN COLTIVATORE DELLA VALDICHIANA
Anche in Valdichiana, al casello autostradale di Bettolle, si stanno svolgendo in questi giorni le manifestazioni di protesta di molti agricoltori per porre in evidenza le loro difficoltà e denunciare vari soggetti a loro dire responsabili.
Sono problemi di lunga durata che conosco bene essendo figlio di contadini e agricoltore io stesso. Problemi che a fasi alterne, per congiunture economiche e politiche, ora si allentano ora si aggravano mantenendo da sempre modesto il reddito di chi lavora in campagna, salvo poche storie di successo, dovute soprattutto a prodotti di nicchia che imprenditori brillanti hanno saputo promuovere.
Dico subito che la fase attuale è abbastanza dura e le proteste in buona parte giustificate. Prima di tutto per l’aumento di alcune componenti della produzione, prima col Covid e poi con la guerra in Ucraina, con rincari dei carburanti, dell’energia, dei mangimi, dei concimi chimici, delle sementi. Un esempio tra tutti il grano tenero: pagato all’ agricoltore intorno ai 20 euro al quintale, che poi se lo ritrova come semente certificata a 80 e più euro. Per di più il produttore è costretto a comperare seme certificato, non può riseminare il proprio seme, pena il mancato accesso ai contributi della PAC (politica agricola comune europea). Una autentica presa in giro. Perché non posso utilizzare il mio seme? Sarà mica per fare un piacere, attraverso il lavorìo delle lobbies al Parlamento di Bruxelles, alle multinazionali come la Monsanto? Il dubbio inevitabile e la risposta certa! I contadini hanno sempre selezionato e scambiato i loro semi e ora ne vengono espropriati. Altro esempio eclatante il latte bovino: pagato alla stalla 50 centisimi al litro, viene rivenduto a due euro.
Poi ci sono altri recenti accordi UE che non possono che penalizzare i produttori europei: l’accordo col Mercosur per la facilitazione delle importazioni di carne dall’America Latina, o quelli con l’Ucraina per il grano. Nota anche la concorrenza sleale dei cereali dall’America del Nord dove si ricorre al glifosate in fase di maturazione, pratica vietata in Italia; ancora: la progressiva riduzione dei contributi PAC e la minaccia della fine delle agevolazioni per l’acquisto dei carburanti. Molte aziende rischiano di fallire o chiudere e molte lo hanno già fatto, come la storica azienda “Fratta” di Sinalunga, dove si conserva uno dei nuclei della Chianina in purezza. Si tratta quindi di roba molto seria, che può divenire drammatica per tanti giovani imprenditori, formatisi ad esempio all’Agrario delle Capezzine, che hanno investito e si sono indebitati vedendo davanti a sé la minaccia del fallimento.
Accanto a queste ragioni sacrosante di protesta, tuttavia, ce ne sono altre che vengono addotte che sono caotiche e confuse, se non pretestuose e da respingere al mittente. Ho ascoltato anche sui social in questi giorni quel che dicono i partecipanti al blocco della rotatoria di Bettolle e che riecheggiano voci provenienti da altre parti d’ Italia e della UE. Intanto su cinque intervistati, due erano contoterzisti, cioè quelli che lavorano con i macchinari i terreni altrui: questi non sono agricoltori o lo sono solo in parte e la loro rabbia va di pari passo, ovviamente, col tentativo della UE di far mettere a riposo una parte peraltro minima (4%) dei terreni di un’ azienda: loro guadagnano proprio sulla massima estensione dei terreni da lavorare… Ma da secoli la buona agricoltura è quella che pratica la rotazione delle colture e ne mette a riposo una parte per rifertilizzarla e farci subito dopo le colture più pregiate. Poi se la prendono con l’obiettivo UE di un dimezzamento del ricorso a fitofarmaci e diserbanti entro il 2030: altro obiettivo assolutamente di interesse di ogni buon e vero agricoltore che sa che i pesticidi avvelenano i suoi terreni, uccidono negli appezzamenti trattati ogni forma di vita e di biodiversità e non ha nessun interesse a spendere risorse nella chimica artificiale per le proprie colture. Mentre i terzisti guadagnano proprio sul cospargimento di essa.
In generale i partecipanti ai blocchi ce l’hanno con l’Europa: se certi accordi presi, tipo Mercosur, sono certamente da rivedere, la riconversione ecologica dell’agricoltura è un obiettivo che non può non interessare agli agricoltori veri, indipendentemente dalla dimensione delle loro aziende. Mentre l’agricoltura rivendicata da vari esponenti di questo caotico movimento (niente limiti ai fitofarmaci, libertà di sfruttamento intensivo, trattori e macchinari di grandi dimensioni, monocoltura, e sfruttamento intensivo del suolo agrario, contro le regole UE per l’accesso agli aiuti della Pac) è quella che anche da noi ha reso la Valdichiana uno spazio privo di vegetazione e i terreni aridi e induriti, pronti per la desertificazione. Una strada che non può e non deve essere percorsa.
Si apre qui lo spazio della politica, per partiti e associazioni dei produttori: se ci sono e hanno un senso e uno spessore, battano un colpo e guardino agli agricoltori non come una minoranza da tenere col capo basso, ma un interlocutore per costruire il futuro dell’agricoltura e dell’Europa delle nuove generazioni. Se così non sarà, aspettiamoci un riflusso a Destra, che già ci ha messo molto del suo, con parole d’ordine sbagliate come il protezionismo nazionalista e le proibizioni (carne sintetica e utilizzo alimentare degli insetti) che non hanno mai portato nulla di buono, tantomeno per gli agricoltori, a tutto guadagno dei grandi proprietari che hanno costituito sempre i loro veri interessi da curare.
E intanto la Sinistra non si sente, quando in passato era in prima fila a difendere gli interessi prima dei mezzadri e poi di piccoli e medi produttori e aveva esponenti profondi conoscitori delle campagne del calibro di Pio La Torre, Emilio Sereni e qui da noi Ilario Rosati o Emo Bonifazi…
Giancarlo Cherubini*
*Ex docente al Liceo Poliziano Montepulciano e all’Istituto Agrario Vegni, ora agricoltore a Torrita di Siena.
La questione della “desertificazione” della Valdichiana, posta in questo articolo da Giancarlo Cherubini, mi sembra un tema rilevante, di cui la politica locale dovrebbe cominciare a interessarsi. Tra pochi mesi quasi tutti i comuni della zona andranno al voto (Montepulciano, Torrita, Sinalunga, Cortona… ).Potrebbe essere uno dei temi sensibili della campagna elettorale, o no?
Tutti dicono che ”la sinistra non si sente” e questo sempre viene ripetuto col megafono.E’ la verità questa.. Ma l’avete compresa oppure no la ragione per la quale non si sente ? E per la quale si faccia riferimento non ad una sola ragione ma a tante che messe insieme ne fanno una, una soltanto che è la negazione dei presupposti per la quale è nata e si è sviluppata ? E allora cosa ci si aspetta da questa sinistra se non una ulteriore prosecuzione degli interessi di chi difendeva e che oggi vanno verso il basso inesorabilmente ? Una volta toccata terra si pensa forse che possano risalire le istanze di sinistra nella gente ? Dite bene, ci saranno le elezioni e sarebbe l’ora di farsi sentire, ma ci rendiamo o no conto che le sono state rotte le ossa alla sinistra principalmente da coloro che l’hanno scalata dal di fuori e che l’hanno fatta diventare per volontà e per politica dei loro dirigeti la nuova democrazia cristiana che dal centro guarda a sinistra e che nello stesso tempo accetta nell’immobilismo assoluto tutte quante le prerogative e le forze del sistema che vediamo intorno a noi e fra l’altro il tutto è coperto solo dai discorsi, ma mai dal dare i segni di una doverosa riscossa, di un doveroso scrollone ? Ci saranno le elezioni è stato detto ed è così.Quali sono le prospettive per la sinistra in Toscana se il suo popolo è muto ? Ci sono forze alternative che potrebbero prendere il suo posto anche tenuto conto dei movimenti di opinione di quelli come possibilmente creati dal Prof. Montanari ? Montanari viene vissuto come un nemico che opera per rubare voti alla sinistra ma nello stesso tempo tale sinistra funziona come funzionava il centro una volta,mentre la destra funziona come la destra di sempre. Qui occorre darsi una scrollata e buttare a mare gli indecisi e le zavorre che politicamente si perdono nelle diatribe di sezione dei paesi come Chiusi e circonvicini, dove la partecipazione si è ridotta al nulla assoluto e convergere con coraggio verso posizioni che debbano mobilitare la gente, farla scendere per strada, coinvolgerla nei programmi e cercare di abbattere il muro di gomma e di fumo denso che circonda il prossimo futuro delle famiglie.Se si aspetta che lo facciano le classi più benestanti si aspetta invano ma è dall’interno della sinistra che deve scaturire tale istanza e la misura della situazione nel qual caso avvenisse vorreste vedere che sarebbe quella che vedrebbe il PD ed i suoi vertici fare in mille modi per ostacolare tale processo ? E allora non c’è alternativa per la sinistra se non quella di seguire la cura come la seguiva più di 30 anni or sono, prima che le forze della conservazione e della rinuncia avessero preso il sopravvento. Quelle forze che i conservatori oggi chiamano- secondo loro- forze estremiste a sinistra del PD e che sono state da sempre tenute lontano dalla stanza dei bottoni.Il PD scalando la sinistra vera dall’esterno certificata ed indirizzata dai propri dirigenti alla Veltroni, è stata una creatura della quale si era visto fin dall’inizio la propria faccia bifronte e sulle motivazioni del perchè lo sia stato i risultati parlano da soli.E nonostante questo chi oggi si trova in stato di necessità e che marcia con i trattori in Europa ha appoggiato col proprio voto di categoria le politiche che poi gli si sono ritorte contro,ancora crede che 2024 anni or sono in Palestina qualcuno all’età di 33 anni sia morto dal freddo ? Quindi ancora si insiste a non capire-speriamo ancora per poco- che abbiano dato un consenso agli agenti che con la filosofia politica della implementazione economica e sociale aiutata da quel famoso detto ”I Care” tanto caro a chi lo sappiamo,siano state vendute posizioni che hanno portato alla rovina di molti e piccoli e preparato il terreno all’avvento ed alla prevalenza dei grandi.Una volta tutto questo si chiamava anche e soprattutto nella stessa america perchè da lì è nato : ”The monopoly Capital” alias il capitale monopolistico, che tutt’ora stà portando a godere le multinazionali che hanno capito che il mezzo più redditizio sia quello di dare i soldi per le elezioni al partito democratico degli stati uniti, mentre dall’altra parte della parte politica che li contrasta è quella di Trump che proclama che se vincerà i soldi li terrà per le aziende americane ed applicherà una politica protezionistica.La stessa moneta con le due facce alle quali crede ogni americano ed ogni democratico cristiano che vota a sinistra in europa e più che altro in Italia,mentre i futuri falliti di domani marciano con i loro trattori acquistati con i mutui delle banche, strozzati a morte lenta da una Europa che si prepara a sostituire Biden con Trump e nello stesso tempo a dare 50 miliardi di euro all’Ucraina,indiretto manganello americano verso la Russia e la Cina per proseguire ”la guerra per la libertà” sostituendosi agli Stati Uniti. Bella prospettiva ci attende mentre Altiero Spinelli si rivolta nella bara….ma agli italian cosa importa ? C’è Sinner che ci sà fare con la racchetta….proprio vero: da un popolo di lotte ad un popolo di lotterie… affamati oggi meno di quello che saremo domani, cornuti e contenti.Non vorrei ancora una volta illudermi ma sinceramente spero che proprio cosi non possa durare.