CHIUSI SCALO, SE IL BIGLIETTO DA VISITA E’ IL DEGRADO… DECORO, FANTASIA E QUALCHE COLPO DI COLORE PER USCIRE DAL LOOP DI DECADENZA
CHIUSI SCALO – Una nostra lettrice ci ha inviato ieri alcune fotografie, per segnalare lo stato di degrado della banchine stradali e di alcune cassette elettriche, nel tratto che dall’ex passaggio a livello porta alla rotatoria e ai supermercati di Po’ Bandino, molto frequentati anche dai chiusini: cartacce, bottiglie di vetro e di plastica, oggetti vari lasciati per terra o accumulati dal vento, manufatti in cemento crollati, cassette con impianti elettrici (in funzione?) aperti, sgangherati, cadenti. Dentro vi si notano cavi e prese “a ciondoloni”…
La nostra lettrice fa notare che anche il grande posteggio, con coperture fotovoltaiche, antenna per la telefonia mobile e casotto dei bagni pubblici che si trova sull’altro lato della strada, versa in condizioni “non proprio idilliache” e meriterebbe una “maggiore manutenzione ordinaria”. Così come il sottopasso pedonale-ciclabile meriterebbe una “maggiore illuminazione”.
Siamo andati a verificare, ieri, mercoledì 17 gennaio, e in effetti la situazione è esattamente quella fotografata e descritta. Chi ha inviato le foto segnala situazioni di degrado e abbandono anche all’interno del perimetro della vecchia “Sottostazione Fs”. E in effetti anche questo è vero, l’edificio razionalista con vetrata si presenta in pessimo stato, con vetri rotti ed evidenti segni di abbandono. E’ un peccato, perché trattasi di edificio di un certo pregio, testimonianza di archittetura industriale tutt’altro che banale. Ma quella è area di competenza Fs. Le banchine stradali invece sono di competenza comunale. Un passaggio ogni tanto con i mezzi della nettezza urbana e il ripristino o l’eliminazione – se in disuso – dei manufatti sgangherati ci sembrano quanto mai opportuni.
Quanto al sottopasso pedonale-ciclabile ci permettiamo di suggerire una soluzione da accompagnare ad una maggiore illuminazione. Quella di “dipingerlo” con opere di street art. In effetti le pareti sono già adesso coperte di “graffiti”, ma senza nulla togliere alla spontaneità e anche alla… “poesia” di certe frasi d’amore tracciate frettolosamente, pensiamo che qualche opera vera, strutturata, potrebbe offrire un colpo d’occhio migliore e una sensazione di “accoglienza” migliore. D’altra parte quel sottopasso è utilizzato dagli utenti del citato posteggio per entrare in Chiusi Scalo o accedere alla stazione ferroviaria. E’ una delle “porte” della cittadina. E come tale va trattato.
Quanto alle opere di street art (è un nostro vecchio pallino), ce n’è una piuttosto bella sotto il ponte che si trova lungo il Sentiero della Bonifica. Ecco, una cosa del genere nel sottopasso ferroviario non ci starebbe male. Darebbe colore e respiro ad un passaggio obbligato che così come è adesso appare piuttosto lugubre e incute ansia.
Chiusi Scalo, un tempo “mecca del commercio” e cittadina “più americana” del comprensorio, deve per forza uscire da questo loop di decadimento, così è come se si prentasse in ciabatte e con la camicia sporca di sugo ad aprire la porta. Deve ritrovare il gusto di mettere il vestito buono. Deve ritrovare l’orgoglio di presentarsi presentabile. Anche con la cravatta o un foulard fuori ordinanza che fa strabuzzare gli occhi… Insomma manutenzione ordinaria, decoro e qualche colpo di genio, di fantasia, qualche pennellata di colore a dare un tono all’ambiente, come il tappeto del Grande Lebowsky. No?
m.l.
Non sono un grande amante della cosiddetta street art, tuttavia, è sempre meglio che lasciare le aree degradate nello stato in cui si trovano.
Anch’io non sono un grande amante della ” Street Art” forse perchè la sua presenza è sinonimo di luoghi di degrado e credo che un disegno o dei disegni non risolvano il problema e non facciano il concetto ”più accettabile”poichè nascondono comunque una realtà che è quella dell’abbandono, ma non solo. Una visione al riguardo la si può avere viaggiando con il treno ed entrando in ogni grande città come Roma, Firenze,Milano,ma anche posando lo sguardo alle scritte sui vagoni dei treni fermi nei depositi,fatti da persone che senza alcun riguardo dell’opinione degli altri letteralmente ”deturpano” i mezzi meccanici, le paratie in cemento dei ponti,quasi sempre con scritte inneggianti ”al nulla” oppure a concetti che hanno solo in mente gli stessi autori e non condivisi da nessuno poichè per la maggior parte incomprensibili alla maggiranza delle persone. Ecco se devo dire il mio parere non trovo nessuna giustificazione alla tipologia di quei dipinti che non è vero che facciano un mondo migliore come ci si spinge a pensare, anche perchè per molti rappresenterebbero una specie di coperta che copre il sudicio od il degrado e l’abbandono.Infatti le foto pubblicate di questo parlano e non è un disegno qualsiasi od un colore che posssa risolvere quella condizione e riesca a convincerci che ci possa essere un mondo migliore.”Il mondo migliore” riguardo alla street art può esistere benissimo se si esce dalla tipologia della consuetudine e dell’abitudine a disegnare lettere cubitali dal difficile significato interpretativo e per esempio immagini che tutti comprendano quali per esempio i disegni eseguiti con mano esperta da gente che ha l’occhio tarato per i disegni murali e con gli stessi disegni si possa spaziare in mille direzioni ma con la prerogativa che risultino comprensibili e che non siano frasi o parole o lettere al vento derivate da chi legge fumetti poichè gli stessi caratteri nella maggioranza dei casi- riguardo per esempio alle stazioni ferroviarie- sono di natura fumettistica. ” Il Murales” di sua natura è espressione di quanto passa nella società per cui è un fatto che riguarda il popolo ed un sentimento comune qualunque esso sia, ma credo che debba essere sottomesso alla comprensione e non lasciato libero nella interpretazione di mondi talmente personali che spesso sconfininano nella patologia sociale e mentale da parte del singolo perchè se così fosse servono a poco ed imbrattano solamente.E come vedi spesso come tutte le ventate di novità anche quelle che si esprimono nella Street Art la cui sorgente và ricercata storicamente nei luoghi del suburbio delle grandi metropoli americane e da lì si è diffusa, apparendo su treni, autobus, mura, metropolitane.Poi come tutti i fenomeni artistici che sono espressione della mente umana non è facile classificarli e dire che possano abbellire i luoghi già degradati.Nelle foto che sono state pubblicate in questo post relative agli angoli di degrado dove esistono strutture abbandonate, arrugginite, lamiere contorte si provi ad immaginare se dietro a tali strutture ci fossero dei disegni come vivrebbe la cosa chi possa transitare lì davanti.Io credo che si avrebbe ancora maggiormente la sensazione di abbandono ma non lo dico come regola generale ma lo dico perchè io subirei tale sensazione.Ricordo un ferroviere che era un amico di famiglia, tale Attila Biscottini che tutti a Chiusi hanno conosciuto e ricordo che era perennemente indignato nel vedere i vagoni dei treni che considerava ”cosa propria” poichè era talmente attaccato al suo lavoro che sentiva il proprio mondo degradato da quelle scritte incomprensibili e tortuose delle quali non ne comprendeva il significato e per un periodo si attivò per farle togliere dalle superfici dei vagoni in maniera decisa credo perfino scrivendo alle Ferrovie dello Stato chiedendone il ripristino alla condizione originaria ed ogniqualvolta che vedeva transitare quei disegni davanti agli occhi si imbestialiva dicendo ” siamo circondati da un mondo di imbecilli”.A Chiusi invece sono rimasto sorpreso da un bellissimo disegno che non è proprio stradale ma è su di una saracinesca di un garage all’interno di un condominio di via Gorizia dove abitava l’amico Luciano Fiorani e rappresenta un quadro del celeberrimo Jan Veermer dal titolo meglio conosciuto come ”La ragazza con l’orecchino di perla”.Mi sembra che fu disegnato da Luca Poggioni ed è un disegno molto bello che richiama comunque una idea di bellezza che si percepisce al primo sguardo anche se è fatto su una saracinesca di metallo e tale disegno non dà proprio l’idea di provvisorietà o di degrado ma lo considero come un vero e meritevole abbellimento dell’ambiente nel quale chi passi davanti ne possa all’improvviso fruire.Nel mio archivio fotografico ce ne sono tantissime di foto di disegni murali che rappresentano ”messaggi” rivolti alla gente che ci passi davanti, messaggi spesso che riguardano la politica ed i movimenti politici, slogan,le persone, comunicazioni inaspettate di innamorati o frasi secche scritte appositamente per stupire, per coinvolgere, per comunicare le proprie ”verità”. Quando abitavo a Napoli per ragioni di lavoro nei giorni di festa ricordo che ritornavo nei luoghi delle scritte e le fotografavo perchè mi piaceva immortalare la condivisione dei concetti che spesso esprimevano.Ne ho una vera e propria collezione di foto di murales che riguardano per esempio il Mozambico dopo la sua liberazione e fatti dal Frelimo che oggi di certo saranno scomparsi perchè gli intonaci non reggono al tempo specialmente nei paesi tropicali dove esiste una grande umidità.A Montallese ce ne sono diversi nella recinzione del velodromo ma credo fatti da principianti,mentre a Napoli ho fotografato murales di vera qualità inneggianti a Pino Daniele ed alla sua napoletanità.Se mi impegnassi a ricordare avendo anche una memoria un po’ fotografica ancor oggi trascriverei le scritte che ho fotografato in quel tempo.Ecco in questo caso quei disegni rappresentano una storia, una storia condivisa e riconoscibile da decine di migliaia di persone, ma certe scritte anche anglofile oppure frammentarie fatte con caratteri alfabetici illeggibili, veramente le sopporto poco.Sarà un mio limite e forse lo è, ma credo che il tutto sia anche relativo all’età ed al vissuto.Ad un giovane magari risultano e danno sensazioni diverse, più plausibili e spiegabili anche se nell’arte c’è chi afferma che non tutto necessariamente debba essere spiegato.Ma oggi si chiama ”arte” anche quella,forse perchè spesso pretendiamo e crediamo di essere ”artisti di noi stessi” ma in questo caso tanto lontano non si và….
Opere di street art si trovano anche nel cuore di grandi e medie città, non solo nei luoghi “sinonimo di degrado”. E questo in tutto il mondo.