ALLONSANFAN FGCI, QUEI RAGAZZI CHE VOLEVANO CAMBIARE IL MONDO NEGLI ANNI ’70…

domenica 21st, gennaio 2024 / 17:21
ALLONSANFAN FGCI, QUEI RAGAZZI CHE VOLEVANO CAMBIARE IL MONDO NEGLI ANNI ’70…
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CHIUSI – Leggo sui social che si sta lavorando per un evento intitolato “Allonsanfàn Fgci”. Un incontro nazionale delle ragazze e dei ragazzi della Fgci anni 70/80. L’appuntamento è per il 10 febbraio a Firenze, Tuscanyhall.
Siccome è passato un po’ di tempo e quella sigla Fgci è roba ormai da antiquariato, diciamolo subito: non si tratta della Federazione Gioco Calcio. Ma della Federazione Giovanile Comunista. La squadra “primavera” del Pci che in quel periodo ebbe come segretari prima Renzo Imbeni, poi Massimo D’Alema, Marco Fumagalli, Pietro Folena, Gianni Cuperlo… Tanto per capire di cosa stiamo parlando.
La Fgci non era solo una incubatrice di talenti del futuro, la “cantera” per dirla in gergo calcistico, era una sorta di partito parallelo rispetto al Pci che viveva di vita propria. E spesso era anche poco allineata rispetto alla linea ufficiale. Almeno nei territori, se non ai vertici nazionali…
Io sono uno di quei ragazzi della Fgci anni ’70. Presi la prima tessera nel 1974. Nel ’77 diventai segretario di sezione del Pci (quello dei grandi), ma mantenni la tessera della giovanile. Nel ’78, partecipai, con una folta delegazione della Fgci senese, all’occupazione pacifica dell’isola di Capraia, la più lontana dalla costa dell’arcipelago toscano. Occupazione pacifica, ma abbastanza complicata, per questioni logistiche e di approvvigionamento idrico scarso, decisa per perorare la causa del campeggio libero e del turismo low cost che il sindaco dell’isola voleva vietare…  Esperienza formativa e interessante.
A Chiusi c’era una bella “covata” di giovani che si avvicinò alla politica e all’impegno civile con la Fgci, in quegli anni, tra il fatidico ’68, la fine della guerra in Viet Nam, l’omicidio di Aldo Moro, le grandi riforme come le leggi sul divorzio,  sull’aborto, sul nuovo diritto di famiglia, lo Statuto dei lavoratori, i “decreti delegati” della scuola, la riforma sanitaria, il voto ai 18enni…
I nomi? Pino Guccione, Roberto Pacchieri, Armando Morbidelli, Gusmano Bacchetta, Raffaello Battilana, Fabio Failli, Fangio Picchiotti, Carmelo e Fabio Spadea, Fabio Poggioni, Alessandro Lanzani, Antonio Cioncoloni, Altero Culicchi, Francesco Ambrogi,  Stefano Ciufegni, poi Gisella Zazzaretta, Lucia Scovacricchi, Graziella e Silvana Giulivi, Catia Bagiana, Rosanna Baiocco, Catia Petraccelli, Carla Roso, Susy Lucattini…
A Chianciano c’erano Marcello Fallarino, Paolo Giglioni, Bruno Crociani, a San Casciano Franco Picchieri, Silio Santoni e Donatela Matera… altri nuclei erano presenti a Montepulciano, Sinalunga, Torrita, Trequanda (penso a Simonetta Cannoni, Marzia Vannuccini, Giancarlo Cherubini, Celso Pallassini, Daniela Rosignoli…).
Tutti noi della periferia dell’impero eravamo in contatto stretto, che era diventato anche amicale, non solo politico, con i compagni più vicini alla Federazione senese: Sandro Starnini, Fabrizio Vigni, Ivano Zeppi, Amos Fregoli, Stefano Bellaveglia…
Ricordo benissimo la marcia contro installazione (deposito) dei missili Pershing e Cruise della Nato a Rapolano nel 1980. Le due mega feste di “Nuova Generazione” (la rivista nazionale della Fgci) a Chiusi Scalo con i concerti degli Stormy Six e Tony Esposito nel ’75 e nel ’76 a Chiusi Scalo, i primi eventi veramente di massa visti in Valdichiana, precursori, in qualche modo dei grandi festival rock che poi hano preso piede 20-30 anni dopo.
Con il Pci ufficiale (inteso anche come sindaci e amministratori locali e dirigenti provinciali) c’era un rapporto spesso conflittuale. Amici fuori dal campo, avversari dentro le sezioni sulle questioni contingenti: piani regolatori, lottizzazioni, dislocazioni ospedaliere, prime battaglie ambientali… Si discuteva parecchio a quei tempi, si litigava pure abbastanza spesso, quasi sempre. Ci si confrontava tra generazioni diverse. E lo scontro era anche per quello, per questioni generazionali. Anche i capelli lunghi e le minigonne erano motivo di diffidenza e scarsa fiducia in quei giovani “scapigliati” che volevano cambiare il mondo, e che per sembrare più adulti portavano la giacchetta di velluto a coste e magari anche una cravatta, quasi sempre poco intonata. Sempre con l’Unità in tasca in bella vista, salvo poi leggere, senza farsi vedere troppo, Il Manifesto.
Qualcuno di quei ragazzi e quelle ragazze se ne è andato troppo presto, con largo anticipo sulla tabella di marcia. Con qualcun altro, negli anni successivi a quei fatidici ’70-80 personalmente mi sono trovato anche in rotta di collisione, io a raccontare storie, fatti e misfatti su un giornale, loro a fare i sindaci, i presidenti di provincia, i consiglieri regionali o i parlamentari…  Ma al di là delle divergenze su temi specifici o sulla deriva della sinistra in generale, credo di poter dire con una certa sicurezza che nessuno si è mai sentito o si sente nemico di altri. Nemmeno quando la distanza è sembrata profonda. Questo perché da ragazzi, in quella incubatrice che fu la Fgci, siamo stati educati e istruiti al confronto, al pensiero critico. Alla dialettica politica anche tra compagni. Quante volte si è discusso e litigato, finendo poi a dissertare sui Pink Floyd davanti a svariate bottiglie di birra e qualche canna o a cantare canzoni di lotta e di Battisti con la chitarra, davanti a un fuoco…
Guai a farsi prendere dalla nostalgia: quello che facevamo all’epoca sembra meglio anche perché all’epoca avevamo 20 anni e non 67-68… Ma… ricordare fa piacere. Può anche aiutare a trovare nuove strade.  Certo, qualcuno aveva già capito: “Con l’incoscienza dentro al basso ventre/E alcuni audaci, in tasca “l’Unita'”/La paghi tutta, e a prezzi d’inflazione/Quella che chiaman la maturità”. In effetti eravamo proprio così, come ci descriveva Guccini. Che nella stessa canzone così prosegue: “Perché a vent’anni è tutto ancora intero/ Perché a vent’anni è tutto chi lo sa/A vent’anni si è stupidi davvero/Quante balle si ha in testa a quell’età/ Oppure allora si era solo noi/Non c’entra o meno questa gioventù/Di discussioni, caroselli, eroi/Quel ch’è rimasto dimmelo un po’ tu”...
Ecco, se posso, ci andrò volentieri alla convention di Firenze il 10 febbraio…
Marco Lorenzoni 
Nella foto: gruppo della Fgci di Chiusi alla Festa Nazionale de l’Unità a Napoli, nel 1976. Da sinistra Roberto Pacchieri, Maurizio Macchietti, Gusmano Bacchetta, Susy Lucattini, Stefano Ciufegni, Lucia Lorenzoni, Marco Lorenzoni… Del gruppo facevano parte anche Pino Guccione e Silvana Giulivi.
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