LETTERA APERTA AGLI AMICI DEL CLUB “I FLASHATI”: PORTATE QUELLA MOSTRA ANCHE A CHIUSI SCALO
CHIUSI – Esattamente un mese fa, il 21 novembre, in occasione dell’80° anniversario del bombardamento della stazione è stata inaugurata la mostra fotografica “Target Chiusi” allestita e curata dal Foto Club “I Flashati”. Mostra che rievoca appunto quel tragico evento bellico, ma fa vedere anche come era Chiusi Scalo prima che le Fortezze Volanti anglo americane scaricassero sullo scalo ferroviario chiusino 27 tonnellate di bombe e come era dopo, nei primi anni del dopoguerra con la stazione ricostruita, il piazzale pieno di tassisti con le loro Fiat 1100 verdi e nere e i “conduttori” che si litigavano i clienti da “condurre” appunto agli alberghi di Chianciano.
Solo che tranne 9 gigantografie esposte nell’aiola-rotatoria di Piazza Dante, davanti alla stazione, il resto delle foto è affisso nel centro storico. Negli “stalli” già utilizzati per altre esposizioni, piazzati qua e là in un percorso piuttosto articolato che va da Piazza Duomo a via Arunte, dai vecchi lavatoi a via Nardi Dei, a via Bonci, via San Francesco…
Le foto, ovviamente, essendo d’epoca, non sono inedite. Furono già esposte in una mostra allestita nell’atrio della stazione nel 2003 (per inziativa in quel caso del Comune e di Primapagina), quando fu apposta sulla facciata la lapide a ricordo delle vittime civili del bombardamento. Ma ciò non toglie che siano un documento straordinario.
Il fatto che la mostra sia “en plein air” e presupponga di fare un percorso per vedere tutte le foto, non agevola la visione d’insieme. Non a dicembre e nei mesi invernali, quantomeno, con temperature vicine allo zero e con i turisti che si contano – purtroppo – con il lumicino. E d’altra parte sono quasi tutte foto di Chiusi Scalo, che nel centro storico perdono un po’, come contesto. Chi le guarda non percepisce di trovarsi nella stessa cittadina oggetto di quegli scatti. Molti degli edifici che nelle foto sono ben visibili, a Chiusi Scalo ci sono ancora e sono pienamente riconoscibili. Danno anche l’idea di ciò che era Chiusi Scalo negli anni ’20-’30-’40 e ’50 e adesso non è più. Basti a questo proposito l’immagine in cui si vedono alcune “pubblicità all’americana” della Fiat, nel palazzo di fronte all’ex Dopolavoro ferroviario. Roba che in Provincia di Siena, nel 1926, anno della foto, si vedeva solo a Chiusi Scalo, che anche in certe architetture ricordava le città in crescita tumultuosa d’oltre oceano.
Proprio perché le foto esposte nel centro storico non danno pienamente l’idea di tutto ciò, ci permettiamo di fare una proposta al sindaco e agli amici del club I Flashati: portare la mostra, appena finito il periodo previsto di esposizione nel centro storico, cioè dopo il 31 marzo, anche a Chiusi Stazione. Utilizzando anche la stessa modalità degli “stalli” affissi qua e là, in vari punti o edifici del “triangolo” centrale. Oppure concentrando il tutto in un unico luogo (la stazione, Piazza Garibaldi, una via…).
Sarebbe più facile per chi osserva capire cosa successe quel 21 novembre del ’43, e cos’era Chiusi Scalo in quel periodo; sarebbe più facile far vedere quelle foto a chi arriva a Chiusi con il treno, con i Taxi o con i bus.
Chiunque guardando quelle foto potrebbe riconoscere i palazzi e il contesto intorno alla stazione. Il punto in cui si trova… Insomma la mostra avrebbe a nostro parere un impatto decisamente maggiore. Se non altro per una questione di numeri (a Chiusi Scalo circola un po’ più gente che a Chiusi città) e apppunto di… contesto. Perché, quando si raccontano delle storie, il contesto è importante. Non è un dettaglio irrisorio e trascurabile.
Da parte nostra, come Primapagina, se Comue e Flashati accoglieranno la proposta, siamo disponibili a sostenere l’evento, dal punto di vista della comunicazione, con i mezzi di cui disponiamo.
Marco Lorenzoni
Una buona idea
Mi sembra davvero un buona idea, in effetti sono un documento storico ,e guardandole come dici te nel luogo dove sono state fatte aiuta a capire e magari anche far socializzare con un po’ di ricordi gente del posto e non.