BELLO IL “TOTEM”, PECCATO CHE PARLI A CHI PARTE E NON A CHI ARRIVA
CHIUSI – Quando si dice fare pubblicità al contrario. Un mesetto fa davanti alla stazione di Chiusi-Chianciano Terme è stato installato un totem promozionale del territorio. Ed è cosa buona e giusta. Il totem che propone immagini e informazioni sulle cose da vedere (musei, palazzi storici, cattedrali ecc), piatti da gustare, esperienze turistiche da fare (trekking, tour in canoa sul lago, terme più o meno sensoriali…) nella Valdichiana senese e in Valdorcia, è una iniziativa di “Strade del Vino, dell’olio e dei sapori di Toscana” e fa parte di un “progetto realizzato con il contributo della Regione Toscana“. Bello, verrebbe da dire. Solo che il totem è stato installato… al contrario.
Cioè è visibile e fruibile, non da chi arriva in Valdichiana scendendo dal treno alla stazione di Chiusi (dato che è stato messo lì davanti, questo doveva essere l’intento, immaginiamo), ma – di fatto – da chi in Valdichiana c’è già stato e sta ripartendo.
Il totem infatti è posizionato tra due piloni della “pensilona” della stazione, ma non in faccia a chi è appena uscito dalla stazione e si presume che arrivi e abbia bisogno di informazioni, ma in faccia a chi sta per entrare in stazione e si presume che parta e che quindi delle info non ne abbia più alcuna necessità.
Qualcuno dirà che comuque lì si trova e anche chi arriva ci si può soffermare davanti e dare un’occhiata solo girando intorno al pilone. Sì, ma ti ci deve cadere proprio l’occhio. Abbiamo verificato, rimanendo a guardare per una mezz’oretta, in concomitanza con l’arrivo di un paio di treni fra i più frequentati. Bene: nessuno dei viaggiatori in uscita dalla stazione si è fermato. Di quelli in entrata invece un paio un’occhiata l’hanno data, ma molto fugace, d’altra parte se ne stavano andando…
Quindi ci permettiamo di chiedere che il totem delle “Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori” venga o raddoppiato con un altro monitor in faccia a chi arriva, o che venga “girato” dalla parte opposta in modo che i viaggiatori in arrivo lo vedano appena escono dalla stazione. Così serve solo ai tassisti che stazionano lì davanti, i quali però cosa c’è da vedere o da mangiare lo sanno già perfettamente e non hanno bisogno del totem per ricordarsene
E, già che ci siamo e parliamo delle strutture promozionali della città di Chiusi e del territorio circostante posizionate dentro o nei pressi dela stazione, ci viene spontanea una domanda (fatta del resto tante volte negli anni): ma perché DENTRO la stazione non c’è un ufficio informazioni (o turistico) come c’è stato per decenni? Potrebbe essere un semplice sportello dell’Ufficio Turistico di Chiusi o dell’Unione dei Comuni (un tempo c’era quello dell’Apt che aveva sede a Chianciano). Poi in una stazione completamente rinnovata di recente (2017) non fa un bell’effetto vedere che non c’è un’edicola e il box dell’ex tabaccheria, anche quello rinnovato, è chiuso e ridotto a magazzino di scaffalature ammucchiate alla rinfusa…
L’estate scorsa è stato aperto un Info Point in via Leonardo da Vinci in collaborazione tra Pro Loco, Comune e l’associazione dei Commercianti, ma “aperto” è una parola grossa, perché è sempre chiuso. Sulla vetrina ci sono, è vero, i numeri utili e un QR Code per avere informazioni, ma allora sarebbe stato più utile posizionare un pannello di vetro o plexiglass con le stesse coordinate davanti alla stazione, perché a 150 metri? Di due cose fatte bene e utili, sotto il profilo della realizzazione pratica non ne è stata azzeccata una. Non si tratta certo di due problemi capitali, per carità… Ma un po’ di razionalità in più non avrebbe certo guastato. Aggiustare il tiro si può. Una vecchia pubblicità diceva “basta poco, che ce vo’?”
Gentile Direttore,
Piuttosto che niente è meglio piuttosto. Non dovremmo accontentarci del piuttosto, cioè di un totem messo all’incontrario che promuove solamente metà del nostro territorio. Per un raggio di 40 chilometri dal centro di Chiusi c’è anche l’altra metà, la parte umbra. La stazione ferroviaria è un servizio territoriale. In questi 40 Km di raggio (e mi limito a 40 Km.), sono racchiusi borghi, paesi, città, monumenti, opere d’arte, musei, paesaggi unici, acque termali, laghi, montagne, a corredo di un’ospitalità e di una cucina tra le prime al mondo. Come direbbero a Berlino o a Parigi:” avere tra le mani una miniera d’oro”. Credo che la stazione ferroviaria di Chiusi sia un fulcro importante per la nostra economia e non merita quel grigio e gelido atrio vuoto con edicole in disuso e gli sguardi smarriti dei viaggiatori alla ricerca di informazioni (a metà).
Sergio, d’altra partre, come scritto nell’articolo, il Totem è un progetto delle “strade del Vino, dell’Olio e dei saporti di Toscana” ed è sostenuto dalla regione Toscana. Il video promozionale che fu realizzato per i monitor dei Frecciarossa, allargava il campo alla parte umbra. Qiello era un progeto intercomunale e interregionale, questo è roba toscana. Non ci sarebbe nulla di male se la Regione Umbria ne piazzasse un altro simile, con le informazioni sul Trasimeno, Città della Pieve, Panicale, Assisi, Orvieto ecc… Magari girato dalla parte giusta. Ma l’Umbria, come Regione (ente) guarda a Creti, non a Chiusi. Probabilmente la governatrice Tesei e l’assessore Melasecche non hanno grande conoscenza della geografia…
In effetti, quel totem, a parte essere girato verso chi parte e non verso chi arriva, a malapena si vede, non dico che c’è o non c’è sia lo stesso, ma veramente ci manca poco.
Trovo pienamente condivisibili anche le considerazioni sullo stato in cui versa l’ interno della stazione, che da quando non ci sono più l’ edicola e la tabaccheria, è diventato terribilmente scialbo, triste, POVERO.