OGGI CHIUSI GIOCA LA FINAL FOUR PER IL TITOLO ITALIANO DELLA PALLA AL BRACCIALE

sabato 30th, settembre 2023 / 11:25
OGGI CHIUSI GIOCA LA FINAL FOUR PER IL TITOLO ITALIANO DELLA PALLA AL BRACCIALE
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CHIUSI –  Oggi, sabato 30 settembre, la squadra maschile di palla al bracciale di Chiusi, dopo le qualificazioni disputatesi a Firenze lo scorso week end, parteciperà alla final four nazionale allo sferisterio di Santarcangelo di Romagna. Questo il programma della giornata:
Semifinali : h. 10.30 Treia – Firenze , h.12. Comitato Contrade CHIUSI – Macerata. Le vincenti disputeranno la finale per il titolo italiano 2023.
La formazione chiusina, capitanata da Massimo Marchettini, è composta dai giocatori Giacomo Ferretti Giacomo, Lorenzo e Francesco Natali Tanci, Tommaso Minetti, Paolo Rettori e Francesco Tistarelli. Francesco. Dirigente accompagnatore Gianni Perugini Gianni detto Gipo.
“Andiamo a queste finali nazionali – commenta il capitano Marchettini – dopo la buona prestazione avuta nelle qualificazioni della scorsa settimana che ci ha visto battere le squadre di Firenze e Mondolfo. Insieme a noi si sono qualificate le squadre di Treia, Macerata e Firenze. Stamani si giocheranno le semifinali e nel pomeriggio le due vincitrici si sfideranno nella finalissima. Anche se ci presentiamo a questo appuntamento con una rosa non al completo, daremo il massimo come sempre e lotteremo fino all’ultimo scambio per competere con squadre forti ed abituate a giocare negli sferisteri con regole e bracciali diversi dai nostri”.
Chiusi dunque si conferma “Città della Palla al bracciale” . Una della città in cui questo gioco antico, in  voga soprattutto tra le metà dell’800 e i primi decenni del ‘900, è tornato a ea nuova vita.
Probabilmente a Chiusi si giocava nel piazzale del Prato, chiamato anche “Gioco del pallone”. In altre città, come ricorda Marchettini, si giocava invece negli sferisteri, antesignani degli stadi, spesso nel cuore dell’abitato, con i giocatori che si aiutavano anche con il muro. In Valdichiana ce ne sono alcuni, a Chianciano, a Sinalunga, a Torrita di Siena. Famosissimo quello di Macerata, usato anche per spettacoli e opere liriche. Proprio nelle Marche, in Piemonte e nell’area del Valdarno e della cintura fiorentina il “Bracciale” ha una lunga storia e rappresenta una passione mai sopita e tenuta viva. Non si gioca dappertutto allo steso modo e i bracciali (sempre di legno) hanno forme e caratteristiche diverse, a Chiusi si gioca con un bracciale curvo sul dorso e piatto nella parte con cui si colpisce la palla; altrove è circolare e “dentato”, corredato cioè da una sorta di spunzoni. A Chiusi si gioca in campo aperto, senza muro, altrove sono consentiti i rimbalzi sull’alta parere in mattoni o in pietra…  La final four 2023 vede in camo due squadre toscane (Firenze e Chiusi) e due squadre marchigiane (Treia e Macerata, che sono pure vicine). Proprio a Treia e a San Giovanni Val d’Arno Chiusi trovò “ispirazione” per la scelta del gioco per i Ruzzi della Conca nell’ormai lontano 1981. Siccome la festa di Chiusi Scalo prendeva a base il periodo della nascita della cittadina tra metà ‘800 e anni ’20 del 900, decidere per la Palla al bracciale fu tutt’altro che casuale. Chiusi Scalo nacque infatti come agglomerato urbano industriale e di servizi, intorno alla stazione ferroviaria, una realtà dunque non agricola e senza alcuna storia pregressa medievale o rinascimentale. Sarebbe stato del tutto fuori luogo inventarsi una corsa di cavalli, di botti o una gara di tiro con l’arco o la balestra. Il bracciale in quel periodo di riferimento era un giogo praticato e molto popolare. Molti però all’inizio degli anni ’80 lo avevano dimenticato, Chiusi lo ha riportato, come altre città e paesi, alla ribalta e oggi – al di là di come andrà la finale – è a pieno titolo una delle più importanti “Città della palla al bracciale”.
E a questo proposito, noi un qualche pannello che ricordi e sottolinei questa specificità di Chiusi, da qualche parte lo piazzeremmo. Nella rotatoria della Fontina, all’ingreso di Chiusi Scalo scendendo dal centro storico, ce n’è uno posticcio, piazzato per la festa dei Ruzzi un mese fa. Ci piacerebbe una cosa del genere, ma “ufficiale” e fissa, come il pannello che ricorda le origini etrusche in piazza Dante o come quello, posto a Po’ Bandino che sottolinea che Città della Pieve è la “città del Perugino”.
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