CHIUSI: LE STORIE TERRIBILI DI YUSSUF E VIRGINE, GIOVANI PROFUGHI AFRICANI. ECCO PERCHE’ L’ACCOGLIENZA E’ OBBLIGATORIA E GIUSTA

giovedì 28th, settembre 2023 / 11:21
CHIUSI: LE STORIE TERRIBILI DI YUSSUF E VIRGINE, GIOVANI PROFUGHI AFRICANI. ECCO PERCHE’ L’ACCOGLIENZA E’ OBBLIGATORIA E GIUSTA
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CHUSI – Virgine e Yussuf sono due ragazzi ospiti del centro di accoglienza gestito dalla Misericordia a Chiusi Scalo. Vengono dalla Nigeria e dal Mali. Sono scappati dalla guerra civile, dalle violenze di Boko Haram. Hanno attraversato il deserto, sofferto la fame e la sete, la prigione, le prevaricazioni dei trafficanti di essere umani e dei mercanti di schiavi. Lei è stata tenuta in schiavitù in Libia per 6 anni, costretta a prostituirsi, violentata più e più volte. Ha partorito 4 figli. Lui ha non ha avuto nemmeno il coraggio di raccontarle le violenze che ha subito. Ora è qui e ringrazia chi lo sta aiutando a rifarsi una vita.

Le loro storie Yussuf e Virgine le hanno raccontate ieri sera, aiutati da un altro di loro, John, che ha fatto da interprete, alla sala del Clev Village dove a seguire è stato proiettato il film “Io capitano” di Matteo Garrone. Sala gremita e facce commosse. Molti sono rimasti fuori.

Il sindaco Sonnini che ha voluto l’iniziativa ha parlato dell’importanza e della necessità dell’accoglienza, della solidarietà, il presidente della Misericordia Roberto Fè ha invitato tutti a considerare il lavoro che svolgono le organizzazioni umanitarie e volontaristiche e ha anche voluto smentire le voci sulle sovvenzioni che ottengono per il loro servizio: 22 euro per ogni ospite, non 35-40 come di dice in giro. Aldo Ciani della Ong Mediterranea ha parlato della nave che l’organizzazione ha acquistato e allestito per fare i soccorsi in mare perché le persone che fuggono da situazioni insostenibili prima di tutto vanno salvate e messe al sicuro. Alessandro Lanzani ha ricordato che i migranti e i profughi, i richiedenti asilo non arrivano solo dal sud del mondo, dall’Africa, ma anche dall’est Europa, ha sottolineato le politiche di rapina portate avanti dai paesi più ricchi e dalle multinazionali nel continente nero, ha parlato della sua esperienza, fatta proprio con Mediterranea, a Leopoli, per portare in salvo profughi ucraini nel mese di aprile del 2022, ma anche come all’invio di armi non sia corrisposto un uguale invio di medicine.

Insomma quella di ieri sera al Clev è stata una iniziativa importante che ha fatto un po’ di chiarezza. Quei ragazzi, neri di pelle, ospiti dei centri di accoglienza e delle strutture della Misericordia (a Chiusi sono quasi 200) non sono dei fannulloni che ciondolano tutto il giorno con il cellulare in mano, le scarpe Nike e il cappellino da baseball. Sono ragazzi in fuga dalla morte quasi certa, dalle persecuzioni, da guerre e carestie. Sono ragazzi che hanno già alle spalle viaggi pericolosi, mesi e mesi di prigionia e di privazioni, spesso vittime di violenze gratuite da parte di aguzzini senza scrupoli nei lager libici (che l’Italia sovvenziona). Storie comuni e per molti versi simili tra africani, mediorientali (si pensi ai curdi, ai palestinesi, ai siriani, agli afghani) e anche ucraini, kosovari, macedoni.

Ha fatto bene Gianluca Sonnini a promuovere una serata dele genere. Ha fatto bene a farlo facendo vedere un film che tratta l’argomento con un pizzico di poesia, ma anche con molta crudezza. Ha fatto bene la gestione del Clev Village ad accogliere con entusiasmo l’iniziativa e a sostenerla con il prezzo scontato del biglietto. Chiusi ieri sera ha segnato un punto a favore. La sala piena ha dimostrato che la città è sensibile al tema “migrazioni”. Ma adesso va fatto un passo avanti, affrontare il tema in maniera continuativa, politicamente. Perché il rischio che anche una buona iniziativa rimanga un episodio isolato e fine a se stesso è piuttosto alto. Come è alto il rischio che la gente comune si senta a posto con la coscienza, con i 4 euro per vedere Io Capitano e magari un obolo alla Misericordia.

M.L.

 

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