CHIUSI, ANCHE IL NEGOZIO COOP A RISCHIO CHIUSURA? AZIENDA E COMUNE FACCIANO CHIAREZZA

lunedì 25th, settembre 2023 / 18:04
CHIUSI, ANCHE IL NEGOZIO COOP A RISCHIO CHIUSURA? AZIENDA E COMUNE FACCIANO CHIAREZZA
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CHIUSI – Una quindicina di anni fa su Primapagina che era ancora di carta uscì un articolo intitolato “Chiusi, voce del verbo chiudere”. Erano le prime avvisaglie di una tendenza che poi si è rivelata devastante e comune a molte realtà periferiche o “minori”: la morìa dei negozi, delle botteghe artigiane, degli stessi uffici e attività di servizi. Cominciavano a chiudere gli alimentari, i falegnami, i distributori di benzina, le officine, i negozi di abbigliamento, di elettrodomestici, di dischi… Tutto si spostava (nella migliore delle ipotesi) nei centri commerciali. Adesso sono più le saracinesche chiuse che quelle aperte. Ed è encomiabile lo sforzo di quegli operatori che cercano di “resistere” magari spostandosi in aree più centrali ammodernando i propri locali. Ma la tendenza è ancora a scendere, non a salire. E circola in queste ore una voce allarmante. Che, se fosse confermata, sarebbe clamorosa. Si mormora che che tra le attività che potrebbero tirare i remi in barca e abbassare la saracinesca ci sarebbe addirittura il negozio Coop di Chiusi Scalo. Ci auguriamo che non sia vero, che sia solo uno dei tanti “rumors” indotti dalla crisi generale.

Ma – questo va detto – è innegabile che dopo il cambio di gestione da Coop Centro Italia a Coop Firenze il punto vendita chiusino ha perso quote di mercato. Non solo per la presenza a poca distanza di vari altri supermercati nell’area commerciale di Po’ Bandino, ma anche per una politica aziendale di Coop Firenze che ha visto diminuire l’offerta e aumentare sensibilmente i prezzi. Soprassedendo anche a quella politica tipica della Coop sulle questioni ambientali che in precedenza era stata un punto di forza e qualificante: meno prodotti biologici, frutta e verdura solo in confezioni “plastificate”, meno attenzione all’equo e solidale…

Probabilmente sarà solo una questione di riassetto e riposizionamento, ma gli stessi dipendenti sono preoccupati e “in agitazione“. Alcuni già da settimane vengono smistati qua e là nel territorio: Acquaviva, Torrita, Chianciano e temono di perdere il posto o dover cambiare sede di lavoro. Il tam tam, anche se sottotraccia comincia a farsi sentire…

La politica attuata fin qui dalla nuova gestione sembra indirizzata più alla dismissione che al rilancio. Sarà un’impressione, ma è un’impressione molto diffusa. Gli strateghi del marketing dell’azienda ne saranno a conoscenza. Gli umori della clientela si percepiscono anche girando tra gli scaffali. Non tira una buona aria tra gli scaffali.

Se davvero dovesse chiudere la Coop (proprio la Coop) sarebbe un colpo mortale non solo alla “dotazione di servizi”, ma anche all’immagine della città di Chiusi. Perché Chiusi è stato il primo paese della zona (da Cortona ad Orvieto) ad avere un supermercato, poi due, poi tre, alla fine degli anni ’60, quando i supermercati si vedevano solo nei film e nelle pubblicità della Tv. La Coop fu uno dei primissimi. Se non il primo, il secondo o il terzo. Parliamo del 1969-70, l’anno dell’autunno caldo, delle lotte operaie e studentesche. Chiusi all’epoca era all’avanguardia. Un avamposto di modernità e di futuro e la Coop contribuì, decisamente, per il legame che aveva con la propria base sociale, a quella stagione innovativa e densa di speranze. Il commercio e la grande distribuzione in mano al popolo. La Coop sei tu, diceva la pubblicità. E così era.

Lo abbiamo già detto: ci auguriamo che le nubi oscure sul cielo del negozio Coop di Chiusi Scalo, punto di riferimento da sempre non solo per i chiusini, ma anche per i paesi dei dintorni, siano solo nubi passeggere, che le voci di una possibile e imminente chiusura siano solo un falso allarme.

Ma… quando tuona, da qualche parte piove, dice un proverbio locale, e allora sarebbe bene che i responsabili del negozio Coop, il consiglio dei Soci, l’amministrazione Comunale facessero chiarezza, sgombrando il campo da voci, illazioni e cattivi pensieri. Si tranquillizzerebbero i dipendenti e anche tutti i cittadini che tengono a fare la spesa alla Coop, perché con la Coop hanno un legame particolare, che è affettivo, profondo, anche politico, in un certo senso. Ma si tranquillizzerebbe anche tutta la comunità chiusina che, al di là delle appartenenze, non vuole certo perdere un altro punto di riferimento. L’unico supermercato vero rimasto nell’abitato di Chiusi Scalo, senza dover andare “oltre confine”…

Chiusi che ha avuto i primi supermercati non può essere il primo paese che rimane senza. Perché al momento di supermercati veri a Chiusi ce ne sono solo due: la Coop allo Scalo e la Pam all’Etrusco a Querce al Pino. Poi c’è qualche negozio di vicinato. Certamente utile, ma cosa diversa da un supermercato di medio livello.

Per rendersi conto che la questione esiste e che il negozio Coop di Chiusi Scalo sta vivendo un momento difficile basta guardare il posteggio e contare le auto, anche nelle ore di punta. Sappiamo anche noi che Coop non è più la cooperativa di consumo dei primordi, ma una grande azienda che fa i conti con il mercato globale e agisce come tutte le grandi aziende, secondo parametri costi-ricavi e che se la la gallina non fa le uova preventivare le tira il collo… Ma la domanda che a noi sorge spontanea – come diceva il vecchio Lubrano – è: “anche in nome del mercato, Chiusi può permettersi di perdere la Coop e la Coop può permettersi di perdere Chiusi?”

m.l.

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