LA 52a COPPA BOLOGNA, UNA ECATOMBE: SU 187 PARTENTI ARRIVANO SOLO IN 26. VINCE GALIMBERTI, IN SOLITARIA
MONTALLESE – Si è svolta ieri, domenica 30 luglio la 52a edizione della Coppa Bologna, gara ciclistica storica con partenza e arrivo a Montallese, riservata agli under 23. Che la gara si annunciasse spettacolare e molto dura lo avevamo già scritto (noi e altri) alla vigilia.
Il percorso di 180 km su un circuito di 60 da ripetere 3 volte, su continui saliscendi e con un tratto di sterrato di circa 7 km da La Foce a Castiglioncello del Trinoro, sterrato che ha ricordato non solo il ciclismo dei tempi eroici, ma anche gare che stanno diventando corse pari alle grandi classiche del nord, come la Strade Bianche, ha fatto selezione e si è rivelato un calvario per i ciclisti partecipanti. Alla fine davvero sembrava di essere tornati ai tempi di Bartali, quando la gente stava seduta in cima ad un paracarro, sullo stradone, ad aspettare il passaggio dei corridori e del campione toscano con quel naso triste come una salita… Dei 187 iscritti alla partenza e partiti dal velodromo di Montallese, sono arrivati al traguardo solo in 26, 161 si sono ritirati. Una ecatombe: i saliscendi, il caldo, lo sterrato e la polvere, la lunghezza del percorso quanto una tappa lunga del Tour hanno fatto più vittime in percentuale del generale Inverno tra gli alpini dell’Armir.
Per la cronaca ha vinto Francesco Galimberti della Biesse Carrera, arrivato da solo con 2 minuti e 40” di vantaggio sul secondo, Edoardo Zamperini (Zalf Euromobil Desirée Fior) e sul terzo, Cristian Lemus Rico (Colombia Pacto Por El Deporte). Il quarto, Andrea Cantoni (Zappi Racing Team) è arrivato a 3’,il quinto Francesco Parravano (Aran Cucine Vejus) a 5’21”.
Anche i distacchi sono stati molto netti. Tra i 26 arrivati in fondo alcuni hanno sfiorato il tempo massimo. Qualche squadra, forse un po’ risentita per il percorso troppo duro e selettivo, ha ripreso la via di casa in anticipo, senza nemmeno aspettare la fine della corsa e le premiazioni. Facce scure e qualche imprecazione anche tra familiari e accompagnatori dei ciclisti. Ma al di là di questo la 52a Coppa Bologna è stata gara vera. Dura sì, ma il ciclismo non è sport per signorine. E anche le donne che corrono in bici lo sanno. Il ciclismo è fatica, sudore, polvere e vento.
Lo sanno anche i ragazzi, gli under 23, che per arrivare a fare il Tour o il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo o la Parigi -Rubaix devono passare per gare e giornate come quella di ieri.
Il ciclista Valentino Fattorini, montallesano doc, che era in gara per l’UC Pistoiese, ha tenuto botta finché ha potuto, ma la condizione fisica non ottimale (era reduce dalla mononucleosi e dall’esame di maturità) non gli ha consentito di arrivare in fondo. D’altra parte è un “passistone” che predilige le lunghe distanze, ma con meno strappi. Ieri ce n’erano tanti, troppi per le sue caratteristiche. “Ci vediamo il prossimo anno, sperando in un percorso più adatto a me”, ha scritto sulla sua pagina Fb ringraziando i tifosi che lo hanno applaudito e incoraggiato durante la corsa.
Pe il resto, come sempre, organizzazione efficiente lungo tutto il tracciato, buon pubblico sulle strade toccate dalla corsa, soprattutto nei punti più difficili, come al GPM piazzato in cima a via della Pietriccia a Chiusi Città (a fianco del Teatro), sullo sterrato di Castiglioncello del Trinoro, alla Foce, ma anche a Chianciano e Sarteano. Per l’edizione n.53 magari qualche “strappo” e qualche km in meno sarà gradito, l’arrivo a Montallese, dopo più di 5 ore di gara e con pochi reduci ha un po’penalizzato la cerimonia conclusiva.
La Coppa Grand’Ufficiale Francesco Bologna, questa la denominazione ufficiale della corsa, si conferma comunque un evento sportivo di rilievo per Chiusi e per la zona circostante.
m.l.
Nella foto: l’arrivo solitario di Galimberti