E’ MORTA JANE BIRKIN: CON UNA CANZONE CI INSEGNO’ TUTTO QUELLO CHE POTEVAMO SAPERE SUL SESSO. E FECE LA RIVOLUZIONE

lunedì 17th, luglio 2023 / 18:06
E’ MORTA JANE BIRKIN: CON UNA CANZONE CI INSEGNO’ TUTTO QUELLO CHE POTEVAMO SAPERE SUL SESSO. E FECE LA RIVOLUZIONE
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Ieri è morta Jane Birkin. aveva 76 anni. E quando ne aveva 23 era bellissima. Di una bellezza struggente, molto francese, anche se in realtà lei era britannica. Ho parlato dei suoi 23 anni, perché quando aveva quell’età sconvolse tutti insieme al marito Serge Gainsbourg con una canzone. In francese. Una canzone sussurrata più che cantata, che fece scandalo, non solo epoca. Era il ’69 (niente battute please) e quel brano fu più dirompente dello sbarco sulla luna di  Armostrong, Aldrin e Collins… La canzone, un rock lento, quasi Strascicato, sulle note di un Hammond, era in sostanza la traduzione in musica di una scopata. Per nulla dissimulata. Solo la voce un po’ strozzata della Birkin  apriva scenari che  nessun fumetto erotico poteva evocare. Immaginate lo scompiglio. Tutto ciò che a quell’età potevamo sapere o imparare sul sesso, lo scoprimmo da quella canzone.

A Chiusi, non a Parigi e nemmeno a Liverpool, nel ’69 una giovane professoressa di inglese e francese alle Medie, insegnava le due lingue facendo ascoltare dei dischi agli studenti. Era di sinistra, molto di sinistra, e le piaceva rompere gli schemi. Il metodo di insegnamento però funzionava alla grande, non era solo di rottura. Noi ragazzi imparavamo senza dubbio di più ascoltando i Beatles e i Cream che non facendo traduzioni astruse.

Solo che tra i vari dischi,  la prof ci propose anche Je t’aime… moi non plus di Jane Birkin e Serge Gainsbourg e Sympathy for the davil dei Rolling Stones, questi ultimi probabilmente le piacevano più dei Beatles. Apriti cielo. Qualche mamma timorata di Dio andò dal preside a protestare, il preside che era socialista, ma non proprio d’avanguardia, almeno quanto a gusti musicali, la redarguì pesantemente. Ci mancò un pelo che non la sospendesse dall’insegnamento. Cominciammo allora ad ascoltarli a casa quei dischi. A casa di chi aveva un giradischi, un mangiadischi di quelli arancioni, con il manico. Il mangianastri venne un po’ dopo. All’epoca avevamo 13-14 anni… Dopo, alle superiori, tale pratica continuò, per anni. Ci riunivamo per ascoltare in religioso silenzio i Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Deep Purple… La prof che alle medie ci fece ascoltare Jane Birkin, la ritrovammo, io e qualcun altro, al liceo di Montepulciano. Era sempre di sinistra. Sempre molto brava, sempre molto innovativa nei metodi. E l’inglese lo imparammo abbastanza bene. Riuscivamo perfino a capire cosa dicevano le canzoni che ascoltavamo.

Questo per dire che c’è stato un tempo in cui la musica faceva scandalo, squarciava veli di ipocrisia e la scuola pubblica non si vergognava a cercare la rottura degli schemi facendo ascoltare anche quella musica, pur di insegnare bene ciò che doveva insegnare. Madonna che nostalgia…

m.l.

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