CHIUSI, TORNA A CASA UN GRANDE MOSAICO ROMANO: DAL 29 LUGLIO L’OPERA SARA’ ESPOSTA AL MUSEO

mercoledì 26th, luglio 2023 / 15:56
CHIUSI, TORNA A CASA UN GRANDE MOSAICO ROMANO: DAL 29 LUGLIO L’OPERA SARA’ ESPOSTA AL MUSEO
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CHIUSI – Era il 1967, a Chiusi si stava costruendo un grande condominio proprio fuori città, a ridosso della antiche mura perimetrali e nei pressi della vecchia strada che portava alla Fortezza medievale: via della Violella.  Durante i lavori, come a Chiusi è successo spesso, vennero alla luce tracce rilevanti di edificazioni antiche, alcune rimaste visibili a lungo nella corte interna del condominio in  questione. Tra queste tracce nel 1969 fu riportato alla luce un grande mosaico di epoca romana del II Secolo d.C. raffigurante una scena dionisiaca. Il pannello centrale di quel mosaico torna dopo più di 50  anni e dopo un lunghissimo restauro, nella disponibilità della città.

Sabato 29 luglio, ore 16,30, verrà infatti inaugurato l’allestimento dell’opera all’interno del Museo Nazionale Archeologico, in una apposita piattaforma espositiva, nella sezione dedicata all’epoca romana.  Il restauro è stato eseguito dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, sotto la direzione di Anna Patera e Monica Salvini, tra il 2016 e il 2018.

La sistemazione del grande pannello che misura 2 metri e 30 per quasi 3 metri, sarà accompagnata dall’esposizione di nuovi reperti, dal medesimo contesto di via della Violella: reperti anch’essi precedentemente conservati nei magazzini:  una base di statua onoraria con iscrizione di età romana del II secolo d.C. e degli elementi architettonici in terracotta, restaurati a suo tempo dal restauratore Giuseppe Venturini nel laboratorio del museo ormai purtroppo rimasto senza personale e chiuso. 

Chiusi, insomma, ritrova uno dei suoi tesori rimasto troppo a lungo occultato in attesa di una sistemazione. Inizialmente era prevista una ricollocazione nel sito di via della Violella che avrebbe dovuto essere reso fruibile. Come spesso accade tutto è rimasto lettera morta. Il mosaico ha atteso 46 anni prima che la Soprintendenza decidesse di rimetterci le mani nel 2015, poi altri 3 prima di completare il restauro e infine altri 5 per renderlo visibile a tutti. Totale 54 anni. 

La Chiusi romana è importante quanto la Chiusi Etrusca. La Chiusi paleocristiana e poi Longobarda ancora di più.  Quella successiva tra Medioevo e Rinascimento non molto di meno. Ogni tassello che si ricompone e torna al suo posto, trovando una collocazione degna e fruibile, è un fatto positivo e importante. Ma certo, 54 anni sono un tempo infinito. C’è da augurarsi che i famosi “Bronzi del Bagno Grande di San Casciano” non debbano aspettare così tanto per trovare casa. Per la cronaca anche quelli sono “roba chiusina”, cioè testimonianza diretta e straordinaria dell’importanza, del ruolo e dell’influenza che ebbe Chiusi nell’antichità e soprattutto nelle epoche di passaggio.

 

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