CHIUSI, CALIFORNIA. IL LARS CHIUDE CON IL BOTTO. LA FORZA DELLA MUSICA GRATIS
CHIUSI- E’ stata un “botto” anche la terza e ultima serata. Il Lars Rock Fest 2023 si è chiuso con i fuochi d’artificio. Probabilmente questa edizione n.10, segnata dalla X romana su tutti i manifesti, è stata l’edizione migliore. La più partecipata e anche una delle migliori, se non la migliore in assoluto, come proposta musicale. E tanta gente così, arrivata da tutte le regioni d’Italia, non si era mai vista. L’arena gremita e la collinetta affollata come il prato di Woodstock non si vedevano dai tempi di Tony Esposito e degli Stormy Six, 1975-76, anni in cui la maggior parte degli organizzatori del festival chiusino non erano ancora neanche nati…
Le due band sul palco, prima i Moonwalks da Detroit, poi The Brian Jonestown Massacre da San Francisco, hanno portato a Chiusi atmosfere americane. Echi di rock d’annata, di quello che tutti conoscono e apprezzano e che evoca tempi eroici e battaglie civili…
I primi, più hard, in uno dei brani hanno citato, forse per un omaggio all’Italia, addirittura un frammento della colona sonora di Scandalo al sole… I BJM, band numerosa, con 5 chitarre, hanno dato vita ad un concerto memorabile. Di quelli che resteranno a lungo nella memoria degli organizzatori, ma anche di tutti i presenti. Non è facile ascoltare roba del genere in una paese di 8.000 abitanti. Capita di rado. Molto di rado. In certi paesi di 8.000 abitanti, mai. A Chiusi è successo e di questo va dato atto e merito ai ragazzi e alle ragazze (quando si fanno queste cose si è ragazzi anche a 50 e 60 anni) del GEC. Un gruppo che in 10 anni è cresciuto, si è allargato, ha convolto persone di tutte le età, di orientamento ed estrazione sociale diversi. Ha affinato la propria capacità organizzativa e gestionale ed ha raggiunto un livello di empatia, e diciamolo pure, di professionalità, molto elevato.
Il festival di oggi non è il festival delle prime edizioni in Piazza XXVI Giugno. Hanno guardato avanti e hanno visto lungo i ragazzi e le ragazze del GEC… Il progetto c’era anche all’inizio, ma c’è voluto del tempo per arrivare al risultato dell’edizione n.10. Adesso Chiusi ha un grande evento. Un evento di massa. E di assoluta qualità, sotto tutti i punti di vista.
Se una band piuttosto famosa come The Brian Jonestown Massacre, che arriva dalla California e fa pochissime date in Italia, sceglie la piccola e periferica Chiusi perché il Lars propone concerti gratuiti e non a pagamento, e per questo motivo chiede pure meno del cachet che chiede di solito, beh, questa è una medaglia. E non è la prima volta: la stessa sottolineatura la fecero 6 anni fa i britannici Public Service Broadcasting.
Nel panorama nazionale di festival gratuiti, con questo livello di qualità, ce ne saranno 4-5, non 500… Il Lars dunque è una perla, non solo per la musica che propone e per l’organizzazione impeccabile, ma anche dal punto di vista politico: perché quella della gratuità dei concerti è una scelta politica. Rara, e per questo molto importante. Una scelta da rimarcare e da sostenere. Quella della “musica per tutti”, per i concerti gratis, è una battaglia che viene da lontano: da Woodstock, dalla rivolta del punk inglese, dalle prime edizioni partecipatissime di Umbria Jazz negli anni ’70… Ci auguriamo che il sostegno assicurato dal Comune di Chiusi al festival rock, sostegno che riteniamo giusto, sia motivato anche da questo aspetto, che non è un aspetto secondario, ma conferisce al Lars una specificità rilevante. In un mondo sempre più mercificato, quasi rivoluzionaria.
E’ stato bello in queste tre serate (ma anche nelle iniziative pomeridiane) vedere i giardini dello Scalo invasi da tanta gente, tutta molto tranquilla e serena, è stato bello sentir parlare le persone in romanesco, fiorentino, livornese, veneto, perugino, napoletano, romagnolo… E’ stato bello e piacevole scambiare opinioni con gli editori indipendenti, con i disegnatori di graphic novels, con i graffitari, con gli espositori di vinili che sono piccoli musei ambulanti della musica; ascoltare scrittrici parlare di libri, ma anche di nuovo femminismo e transfemminismo (nella foto Vera Gheno e Maya De Leo)
E’ stato un piacere incontrare al Lars Paul Mazzolini, cantante, musicista e arrangiatore, che con il nome d’arte “Gazebo” ha venduto più di 12 milioni di dischi. Uno dei re della discodance italiana. e non solo italiana. Tra i suoi brani più gettonati I like Chopin, Lunatic, Virtual love… Da un paio d’anni Gazebo abita a Chiusi.
E’ stato bello sentire i BJM aprire il loro concerto con “Anemone”, il brano che i nostrani Dudes suonano sempre nelle loro serate, quasi come fosse una sigla… Chi li conosce e li segue quel brano lo avrà riconosciuto.
Adesso, archiviato il Lars, Chiusi si appresta ad ospitare (e a vivere) altri due festival: quello delle birre artigianali SLOW BEER, targato Slow Food, che se parliamo di qualità è una garanzia. Prossimo week end nel centro storico. Dal 30 luglio, poi, via al Festival Orizzonti: danza, teatro, performance sperimentali, spettacoli in barca, concerti al chiaro di luna…
In estate a Chiusi fa caldo, non c’è la folla di turisti che c’è altrove, ma non ci si annoia…
m.l.
Ve riconsolate co l’aglietto.
Gli altri paesi fanno i salti mortali x portare turisti tutto l’anno a Chiusi ci si accontenta di pochi giorni,queste sono le teste di chi comanda politicamente,magari loro hanno i posti di lavoro sicuri grazie ai calci in culo come si dice in gergo, ma gli imprenditori che vivono di commercio, non credo che sono tanto felici e contenti.