SU “LA STAMPA” UN ITINERARIO DI 48 ORE IN VALDICHIANA ALLA SCOPERTA DEGLI ETRUSCHI. MA QUANTI SCIVOLONI…

venerdì 16th, giugno 2023 / 15:15
SU “LA STAMPA” UN ITINERARIO DI 48 ORE IN VALDICHIANA ALLA SCOPERTA DEGLI ETRUSCHI. MA QUANTI SCIVOLONI…
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CHIUSI – Il quotidiano La Stampa, versione on line, ha pubblicato ieri un servizio che propone un itinerario di 48 ore nella Valdichiana senese. “Un itinerario tra le meraviglie etrusche che da San Casciano dei Bagni si snoda tra i tesori di Chianciano, Sarteano, Chiusi e Montepulciano. In una zona di arroccati borghi medievali con golosi richiami enogastronomici”, così scrive l’autore del pezzo Marco Moretti.

Il viaggio comincia con il primo giorno “nella arroccata San Casciano dei Bagni” il borgo salito alla ribalta mondiale per la sensazionale scoperta del “santuario etrusco romano del Bagno Grande”, luogo termale e luogo di culto bilingue, anello di congiunzione tra le due civiltà. Ovviamente il servizio si sofferma molto sulla recente scoperta archeologica, sulle 24 statue di bronzo tornate alla luce pressoché intatte, perché “sepolte sotto 20 tonnellate di lastre e colonne di marmo. Di San Casciano Moretti cita anche alcuni palazzi cinquecenteschi, alcune chiese e cappelle…

L’itinerario proposto da La Stampa fa tappa a Sarteano “per visitare la Tomba della Quadriga Infernale, la parte più interessante della necropoli, un corridoio e una sala dipinti a colori accesi nel IV secolo a.C. con l’immagine di un demone dai capelli rossi che guida verso l’oltretomba un carro trainato da leoni e grifi. Altre scene raffigurano due uomini a banchetto e un serpente a tre teste.” Il servizio cita anche, sempre a Sarteano,  la chiesa di San  Martino, con importanti dipinti di Domenico Beccafumi e altri pittori tra XIV e XVI secolo.

Poi, da Sarteano a Chiusi. Cioè la capitale etrusca dell’Etruria interna.  E di Chiusi il giornalista de La Stama, scrive: Si raggiunge quindi Chiusi con gli scavi del lavatoio etrusco. E soprattutto il Museo civico con i cunicoli del sistema fognario etrusco che ospitano oltre 500 urne cinerarie: la maggiore collezione epigrafica di questa antica civiltà, l’80% di tutte le scritte etrusche rinvenute. Il patrimonio che ha permesso – anche grazie a tombe bilingui con il latino – di leggere l’antico idioma di questo popolo, pur non comprendendolo a fondo a causa della brevità delle iscrizioni. É da queste urne che gli storici hanno scoperto che gli Etruschi furono i primi a usare il cognome. Dal 7 al 9 luglio si accenderanno i riflettori su Chiusi per tutt’altro motivo: ospiterà il LarsRockFest, dedicato alla musica psichedelica con diversi artisti americani; ingresso gratuito”

Ecco. ora appare singolare che l’estensore di un itinerario turistico-culturale a proposito di Chiusi citi gli “scavi dei lavatoi” (abbastanza trascurabili considerata la mole dei reperti che vanta la città) e il museo civico e non il MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO. Che non parli minimamente delle tombe etrusche, dipinte esattamente come quella della Quadriga Infernale, e  non parli minimamente, come ha fatto per Sarteano e San Casciano, di altri “tesori”, come ad esempio delle catacombe paleocristiane seconde solo a quelle di Roma, di una cattedrale rilevantissima, tra le più antiche della Toscana se non la più antica in assoluto… Poi va benissimo  la citazione del Lars Rock Fest, ma… diciamo la verità, se la promozione deve essere fatta così davvero meglio niente. Perché articoli del genere fanno più male che bene. Chiusi ne esce come un paesucolo che ha qualche tesoretto qua e là e un bel festival rock… non come una città che stata una capitale, forse la più importante, in epoca etrusca, è stata una capitale in epoca longobarda, è stata un fondamentale approdo per i primi cristiani perseguitati dai romani…

Speriamo vivamente che il Comune di Chiusi non abbia pagato per avere il servizio de La Stampa. Suggeriamo al sindaco Sonnini di invitare quanto prima il direttore Massimo Giannini a visitare la città. Magari poi un pezzo decente lo scriverà lui. Se servisse siamo disponibili a fargli da guida…

Ma le amenità dell’itinerario de La Stampa, non finiscono a Chiusi.

Chianciano la liquida così:  “Nella vicina Chianciano Terne  famosa per le acque bicarbonato-solfato-calciche, si visita il Museo Archeologico, con la maggiore collezione di canopi (vasi cinerari a forma antropomorfa) provenienti da 600 tombe etrusche e un’elegante scultura del frontone di un tempio”. 

Infine, ultima tappa: Montepulciano  che viene definita ” borgo medievale che il mito vuole fondato dal re Porsenna”. L’autore ci fa sapere che “reperti etruschi sono conservati, insieme a una collezione di dipinti rinascimentali e a terrecotte di Andrea della Robbia, dal Museo civico nel trecentesco Palazzo Neri OrselliMontepulciano è il maggiore erede della cultura vitivinicola etrusca con il Vino Nobile”…  seguono consigli per la degustazione. Cioè pubblicità di cantine ed enoteche ovviamente a pagamento. Come i ristoranti proposti nelle tappe precedenti.

Anche qui L’autore racconta il pelo e tralascia l’uovo. Montepulciano è uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale in Italia. E’ definita la “perla del’500”. Vi lavorarono pressoché  in contemporanea le maggiori archistar dell’epoca: Antonio da Sangallo, Ippolito Scalza, Baldassarre Peruzzi, il Vignola. Montepulciano si studia nei libri di storia dell’arte. E’ anche la patria di Agnolo Poliziano, il poeta istitutore della corte dei Medici, ed ha anche un importante festival estivo fondato da Hans Werner Henze…  Così per dire. E’ vero che l’itinerario è “tra le meraviglie etrusche”, ma, da questo punto di vista Montepulciano è trascurabile. Per tutto il resto assolutamente no.

Il bello (anzi il brutto) è che c’è pure chi applaude e ringrazia.

m.l.

Nella foto: il Museo Nazionale archeologico di Chiusi, totalmente ignorato dal servizio de La Stampa.it

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