CHIUSI, CITTADINANZA ONORARIA A JULIAN ASSANGE: NO AL BAVAGLIO ALLA STAMPA
CHIUSI – Ci son voluti 4 mesi, ma alla fine il consiglio comunale di Chiusi una decisione l’ha presa. E ha conferito la cittadinanza onoraria a Julian Assange, il giornalista animatore di WikiLeaks che è in carcere in Gran Bretagna con l’accusa d spionaggio, in realtà per il reato di opinione di diffusione di notizie riservate o coperte da segreto…
La proposta della cittadinanza onoraria ad Assange era stata avanzata dai consiglieri del Gruppo Possiamo in seguito ad una iniziativa pubblica organizzata nel febbraio scorso dagli stessi Podemos insieme a noi di Primapagina e all’Anpi, iniziativa cui partecipò la giornalista Stefania Maurizi autrice del libro “Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks.Il voto favorevole è arrivato, dopo lunga gestazione in commissione, nella seduta del 15 giugno scorso. Ed è stato un voto a maggioranza: hanno votato a favore i due consiglieri di Possiamo, quelli del Centro Sinistra e le due consigliere di Chiusi Futura. Contrari i due rappresentanti della lista Barbanera.
Julian Assange, giornalista australiano, dopo una vicenda giudiziaria ed umana durata più di 13 anni è recluso da quasi 4 anni in Gran Bretagna, per aver rivelato come dicevamo notizie secretate su abusi e violenze da parte di governi e aziende, e adesso rischia l’estradizione negli Usa dove potrebbe ricevere una condanna fino a 150 anni di carcere per 150 anni per spionaggio. Per molte organizzazioni umanitarie e organi di stampa quella di Assange è la storia di una persecuzione dimostrativa (il vecchio “colpirne uno per educarne 100”) allo scopo di ridurre al silenzio la stampa e il giornalismo di inchiesta.
“La cittadinanza onoraria -scrive il gruppo Possiamo – oltre ad un gesto umanitario, si configura come un gesto simbolico e di sostegno, particolarmente importante dopo che il 17 giugno scorso è stato compiuto l’ultimo atto che permetterà l’estradizione di Assange negli Stati Uniti.
Per mantenere una flebile speranza è necessario che si moltiplichino i gesti di solidarietà e sostegno quali quelli intrapresi dal Comune di Chiusi, tra i primi della Toscana a conferire ad Assange la cittadinanza onoraria.
Durante la discussione in consiglio Comunale i consiglieri di Possiamo hanno proposto di organizzare manifestazioni ed eventi pubblici per sensibilizzare la popolazione e mantenere viva l’attenzione su questa vicenda”.
JOURNALISM IS NOT A CRIME c’è scritto nel cartello che Assange tiene in mano nella vecchia foto che correda questo articolo. No, il giornalismo non è un crimine. Il diritto ad informare e ad essere informati è sacrosanto e sancito dalla nostra e da tutte le Costituzioni democratiche. Nonostante questo Assange rischia di finire i suoi giorni in un carcere di massima sicurezza come fosse un terrorista. E il giornalismo non è un crimine mai, né quando rivela segreti di stato (che spesso sono solo un modi per tutelare non l’integrità e la sicurezza dello stato ,ma quella di di chi comanda), né quando, più semplicemente fa le bucce ad un partito, ad un sindaco, ad un assessore o ad una azienda o ad un allenatore …
La gente ha diritto di sapere e di avere delle chiavi di lettura, chi scrive ha il diritto di scrivere, di raccontare, di fare congetture, senza per questo ricevere querele temerarie e intimidatorie o sentirsi dare del disfattista o, nella migliore delle ipotesi, del rompicoglioni.
m.l.
Fermo restando il rispetto per le persone e per il ruolo istituzionale che ricoprono, non si capisce il voto contrario dei due consiglieri della lista Barbanera, forse ignorano le nefandezze denunciate da Assange con la pubblicazione di documenti ufficiali secretati per far credere al mondo alle favole raccontate dai media ufficiali controllati dai governi? Ripeto, fermo restando il rispetto di tutte le opinioni,trovo politicamente absurde quel voto contrario.
Vorrei precisare che l’iniziativa della presentazione del libro di Stefania Maurizi era stata promossa anche con il sostegno e la partecipazione della sezione Anpi di Chiusi.
Il rispetto delle idee degli altri ci vuole sempre ma quando le idee sono idee che vengono fuori e si formano per proteggere gli interessi di chi regge il teatro (La Nato e di chi comanda il mondo- questo è ineludibile che non possa essere altro che cosi perchè parliamo alla fine di modelli) il reclamato e doveroso rispetto delle idee non mi appare nè lecito ne doveroso ma mi apparirebbe doveroso-quello sì-dire la verità e la realtà, e tale verità e tale realtà la sanno bene anche coloro che il sistema sostengonoa spada tratta e che non si possono rifugiare dietro la difesa delle libertà come bene supremo e come sempre fanno quando odorano che vi siano interessi da proteggere che portino acqua al proprio mulino.La politica spesso è contraddittoria,anzi quasi sempre, e tutte le forze sono forze politiche che agiscono a protezione di interessi ma secondo me andrebbe specificato di quali interessi questi siano i difensori e procuratori,ed allora forse si vedrebbe che con il concetto di libertà delle idee ci sia qualcosa che colluda nel loro operato,soprattutto quando sposano le difese di quell’establishment a cui fanno da sempre riferimento,credendo fermamente che il fronte che gli si opponga non abbia nemmeno talvolta la volontà di giudicare il loro percorso poichè spesso la diatriba è quella che fa cadere molti- oggi anche a sinistra- dalle nuvole e nella meraviglia tale che appaia quasi cosa strana il suddettto comportamento.Appunto : un teatro ! O non erano quelli che declamavano il concetto di libertà individuali quasi sempre, quello delle libertà sociali spesso un po’ di meno o quando gliene torni comodo ? E allora andrebbero strigliati almeno nella critica sociale -come diceva il Che-”senza perdere la tenerezza ”e se ci sono argomenti per una critica più larga e profonda tali argomenti devono emergere.Se non emergono si rimane alla imbelle ”meraviglia” che è il contrario di quanto occorrerebbe svelare, perchè quella passa prima o poi e nessuno si ricorda più i motivi di tali posizioni. Sempre nel rispetto delle idee certamente , ma parlo delle IDEE.Perchè quelle dei padroni del mondo sono solo di una specie le idee,e come padroni del mondo intendo anche coloro che ne favoriscono l’affermazione.Difatti la fotografia del mondo alla fine questa è, e non altro.