CHIUSI, PRESO IL GIOVANE CHE DEVASTO’ IL GREEN BAR
CHIUSI SCALO – Non è stato esattamente come quello del 2 maggio 1980, quando un intero quartiere di Chiusi Scalo fu setacciato casa per casa dagli agenti della Digos in assetto da guerra. Ma c’è mancato poco. Nell’80 i poliziotti cercavano un brigatista rosso (che riuscì a sfuggire all’operazione), due sere fa, in al Green Bar gli agenti in divisa erano meno come numero e tutti senza casco, giubbotti antiproiettile e mitraglietta in mano, ma si è trattato comunque di un blitz. Non cercavano un terrorista, ma semplicemente il giovane “colored” che la settimana scorsa aveva messo a soqquadro il locale, seminando il panico tra avventori e dipendenti e facendo anche un bel po’di danni.
Controllo documenti a tappeto a tutti i presenti (il bar era gremito), qualche accenno di reazione scomposta da parte di qualcuno, subito sedato… Un po’ di sconcerto e, diciamolo pure, di paura tra gli avventori che non capivano bene cosa stese succedendo. Non c’erano stati episodi scatenanti o sospetti… “Controllo di routine” spiegavano gli agenti, ma la gente seduta ai tavoli continuava a non capire… Un po’ insolita come routine. Non era mai successo prima. Non di recente almeno…
Il giovane che i poliziotti stavano cercando nel bar però non c’era. Non era insomma tornato nel luogo del delitto. Lo hanno individuato e preso, non senza qualche difficoltà, poco lontano, nell’area di pertinenza della stazione ferroviaria. E lo hanno, come si suol dire “assicurato alla giustizia”. Adesso dovrà rispondere in tribunale del “macello” che fece la sera del 28 maggio.
Anche il blitz della Polizia, due giorni fa, si è svolto intorno alle 23,30, almeno 8 gli agenti impegnati, decine i documenti controllati. Purtroppo – come abbiamo già scritto a suo tempo – a Chiusi Scalo di tipi strani o problematici ne sbarcano tanti, non c’entra niente il colore della pelle o l’accoglienza troppo blanda e permissiva. C’entrano se mai il disagio sociale, l’uso e l’abuso di alcool e droghe, la povertà diffusa, la solitudine, l’emarginazione, la facilità con cui si fa ricorso alla violenza sia verbale che fisica, lo sdoganamento di atteggiamenti e valori sbagliati.
In un quadro del genere il lavoro delle forze dell’ordine non è semplice, neanche in realtà periferiche e tranquille come Chiusi Scalo che di notte somigliano più ad un dormitorio, ad una ghost town, che al Bronx… E’ facile equivocare e scambiare un controllo di routine, per una vessazione ingiustificata da parte dei poliziotti. In queste zone non c’è l’abitudine a certe cose… Ed è difficile farcela.
Benissimo !
E ora ?
Ora non succederà nulla perché, anche se un giudice lo consegnerà,interverranno gli ACCOGLIONI e a forse di,poverino,poverino sarà rimesso in libertà con licenza di continuare a far casino !
Ormai è così …….purtroppo !!
“Ubriaco e drogato supera un’altra auto, investe e uccide un suo ex compagno di squadra”.
“Scontro mortale a Roma, la folle sfida: “Cinquanta ore al volante di una Lamborghini”. Un testimone: “Filmavano anche dopo lo schianto”
Tutti italiani i personaggi principali di queste tragedie.
Così come l’elenco dei femminicidi è lunghissimo, e tutti che vedono italiani sparsi in tutta la penisola, come sinistri protagonisti.
Omicidi che come collante hanno la stupidità, l’ubriachezza, la prepotenza, il non rispetto per la vita e la libertà degli altri.
Ecco io sono dell’avviso, che chi sbaglia deve essere punito severamente, quindi certezza della pena” indipendentemente dal colore della pelle. Poi come recita il Dettato Costituzionale, la espiazione della pena deve essere un tempo in cui il condannato deve poter trovare la possibilità di redimersi attraverso lo studio e il lavoro.