10 GIUGNO 1924, IL PSI SENESE RICORDA GIACOMO MATTEOTTI

venerdì 09th, giugno 2023 / 14:31
10 GIUGNO 1924, IL PSI SENESE RICORDA GIACOMO MATTEOTTI
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La memoria è importante. La memoria va mantenuta. E coltivata, anche con piccoli gesti. Il Psi in Italia è il partito più vecchio. Quello con più storia. Fu fondato nel 1892. Nella sua storia ha avuto momenti esaltati e momenti bui. Fu uno degli assi portanti della Resistenza, tra il ’43 e il ’45.  Tra coloro che diedero l’ordine di fucilare Mussolini e i gerarchi fascisti a Dongo c’era anche Sandro Pertini, che poi sarà presidente della Repubblica. Il più amato.  E c’era Riccardo Lombardi, allora del Partito d’Azione, poi però dirigente e deputato Psi.

Domani il Psi senese ricorderà Giacomo Matteotti, deputato socialista rapito e ucciso da una squadraccia fascista il 10 giugno 1924. Delegazioni del partito deporranno un mazzo di garofani rossi in ogni piazza o strada intitolata a Matteotti: ad Abbadia San Salvatore, Asciano, Chiusi, Montepulciano, Monteroni d’Arbia, Poggibonsi, Rapolano, San Quirico d’Orcia, Siena, Sinalunga e Torrita.

A Chiusi la piccola cerimonia si è svolta ieri sera alle 19,00, con il segretario Massimiliano Minotti e una militante che con la bandiera in mano hanno deposto i fiori sotto alla targa che indica Piazza Matteotti. Il sacrificio del deputato socialista è ricordato anche da una epigrafe (purtroppo ormai scolorita) sulla facciata del Palazzo Comunale.

La vicenda di Matteotti è legata anche un fatto avvenuto a Siena l’anno precedente l’omicidio. Il 2 luglio del 1923 Matteotti si recò a Siena per assistere al palio, ma fu riconosciuto da un manipolo di fascisti locali e fu costretto a lasciare la città senza assistere alla corsa di cavalli più bella e più feroce del mondo. Il germe dell’intimidazione e della violenza stava ormai attecchendo e delineava il volto vero del regime che pochi  mesi prima, il 28 ottobre del’22 aveva preso il potere con la Marcia su Roma.

Dopo l’uccisione di Matteotti da parte della squadraccia comandata dal toscano Amerigo Dumini, Mussolini in parlamento, il 3 gennaio del ’25, si assunse la responsabilità politica del fatto: “(…) dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi”. E da quel momento, da quel discorso, il Fascismo diventò una dittatura.

Bene ha fatto il Psi senese a riaccendere i riflettori su Matteotti e su un delitto di stato, perpetrato contro una voce libera e un fiero oppositore democratico.

m.l.

 

 

 

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