STUPRO IN DISCOTECA, SIMONE PEPPICELLI CONDANNATO A 5 ANNI E 4 MESI. LA DIFESA PENSA ALL’APPELLO

mercoledì 17th, maggio 2023 / 13:03
STUPRO IN DISCOTECA, SIMONE PEPPICELLI CONDANNATO A 5 ANNI E 4 MESI. LA DIFESA PENSA ALL’APPELLO
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PERUGIA – Ricordate l’episodio triste dello stupro in discoteca,  che aveva portato all’arresto del titolare del locale?

Il processo di primo grado si è concluso ieri a Perugia. Il fatto era avvenuto nella notte tra il 1 e il 2 ottobre 2022, in località Cardete, nella zona industriale al confine tra i comuni d Chiusi e Città della Pieve, ma in territorio pievese. Il pm aveva chiesto 6 anni di reclusione per l’accusato, Simone Peppicelli, 54 anni, di Chiusi.

Il giudice sostanzialmente ha accolto la richiesta ed ha emesso la sentenza: condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Il Gip dunque non ha ritenuto credibile la versione di Peppicelli che ha ammesso il rapporto sessuale,  parlando però di “approccio consensuale”.

Nella ricostruzione fornita dall’accusa, al processo, la 22enne vittima della violenza sessuale “era uscita dal locale per un  malore, e mentre un addetto alla sicurezza le chiedeva se avesse dovuto chiamare un’ambulanza, Peppicelli si era fatto avanti dicendo che ci avrebbe pensato lui a prendersi cura della giovane. E così ha portato la ragazza nell’ufficio del locale e qui  dopo averla fatta bere ancora quando era già in stato confusionale l’avrebbe violentata sul pavimento. Al racconto della ragazza che fu poi portata in ospedale, seguirono anche le testimonianze di altre tre giovani che denunciarono di essere state molestate anche loro da Peppicelli quella sera. E anche loro, hanno testimoniato, come parti offese al processo. La difesa dell’imprenditore chiusino sembra intenzionata a presentare appello. Intanto, dai  primi giorni di marzo Simone Peppicelli non è più in carcere, ma gli arresti domiciliari.

La vicenda, scabrosa, fece scalpore sul momento: l’uomo era conosciuto, per un certo periodo (l’onda renziana) si era anche avvicinato alla politica, era iscritto ad un partito…

Il locale The Box, da quella fatidica notte rovente è rimasto chiuso. Resta sullo sfondo la tristezza per un atto di violenza su una ragazza, in un momento di difficoltà psicologica (non si sentiva bene, aveva bevuto, era in stato confusionale), atto che il processo di primo grado ha confermato; per la facilità con cui, in certi ambienti, si consumano “approcci sessuali non richiesti”, quasi fosse un diritto del padrone o una “gabella da pagare” al signorotto, come nel medioevo…  E resta anche l’amarezza di sapere che ragazze giovanissime possono incappare in disavventure del genere, solo perché magari indossano una minigonna molto mini e la camicetta sbottonata… C’è troppa gente che non ha ancora capito che tra “provarci” e  “usare violenza” per ottenere un rapporto sessuale ce ne corre. Un reggiseno a vista non significa che chi lo indossa è disponibile.

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