PERUGIA-CHIUSI VIA TRENO. QUANDO TUTTI LA VOLEVANO. UNA MOSTRA A TAVERNELLE

lunedì 15th, maggio 2023 / 14:25
PERUGIA-CHIUSI VIA TRENO. QUANDO TUTTI LA VOLEVANO. UNA MOSTRA A TAVERNELLE
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Oggi si parla molto, anche in convegni pubblici e politici del collegamento stradale veloce Perugia-Chiusi, tramite lo sfondamento della Pievaiola per evitare la strozzatura Piegaro-Moiano.  C’era una Perugia-Chiusi diversa che è stata sul punto di essere costruita 70 anni fa. Era una linea ferroviaria, che da Ellera portava a Tavernelle e che da Tavernelle doveva poi continuare fino a Chiusi.
Se ne parla espressamente nella cronaca de La Nazione del 19 maggio 1953.
a tutta pagina fa il resoconto dell’inaugurazione del tronco Ellera-Tavernelle e tutti gli intervenuti, compreso il sottosegretario Carlo Vischia (Dc, ex partigiano, laureatosi a Perugia), parlano della necessità di “arrivare a Chiusi” come  conclusione naturale di un percorso per togliere Perugia dal suo storico isolamento. Tra i principali sostenitori del progetto le Camere di Commercio di Perugia e Siena, i sindaci di Perugia, della Valnestore, della “val chiusina”, deputati e senatori umbri e toscani, i sindacati e un prete capopopolo: Don Palazzetti di Castiglion Fosco, amico di De Gasperi.
 Insomma la ricostruzione post bellica (siamo 8 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale) passava, nel pensiero dei politici e amministratori di allora, anche per la ferrovia Perugia-Chiusi. Ne parliamo qui, oggi, non solo perché sono esattamente 70 anni da quell’inauguarzione, ma anche perché la ferrovia Ellera-Tavernelle è oggetto in questi giorni (fino a sabato prossimo) di una mostra, con un  grande plastico realizzato da un gruppo di giovani appassionati di modellismo (foto a sinistra).
Dalle foto della mostra si vede la grande partecipazione che l’evento suscitò.
Sul tracciato c’era gente con gli striscioni “A Chiusi!” “a Chiusi!”…
L’impegno “ci rivediamo alla prossima inaugurazione, a Chiusi”, fu l’auspicio di tutti. Fu approvato anche il progetto esecutivo.
Solo che la  festa durò poco. Non soltanto non è stato costruito l’ultimo tratto tra Tavernelle e Chiusi, ma nel 1960 fu chiuso anche il tratto Ellera-Tavernelle. Per non avere neanche il dubbio che la linea venisse un giorno riattivata, qualche anno dopo furono smantellati anche i binari. Adesso il tracciato è in parte una pista ciclabile e in parte è stato “riassorbito” dai nuovi insediamenti urbani a Caste del Piano, Capanne, Castiglion della Valle,  Monte Petriolo e Fontignano-Pietrafitta e Tavernelle. Ma le stazioni sono ancora tutte visibili e utilizzate per altri scopi… A Castiglion della Valle la ferrovia aveva una diramazione per entrare nell’area delle miniere di lignite. La linea in effetti esisteva già dall’800 ma era a scartamento ridotto e solo per il trasporto merci: lignite e legname per traverse ferroviarie.
Quando il Ministero manifestò l’intenzione di chiudere la linea per la “scarsa economicità”, il 1 marzo 1960 si tenne a Chiusi un convegno interprovinciale, si manifestò con un documento la ferme volontà di mantenere in vita la ferrovia. Il Ministro procedette alla sospensione temporanea del provvedimento di chiusura. Seguì una fitta corrispondenza tra il Ministro e alcuni parlamentari umbri. Nel luglio 1960 arrivò dal Compartimento di Ancona la decisione di sospendere, dal 10 dello stesso mese, i servizi sulla Ellera Tavernelle. Si soprassedette ancora alcuni giorni ma il 24 luglio i treni smisero di percorrere la ferrovia. La soppressione formale porterà la data del 12 aprile 1965.
Sono passati più di 60 anni, ma siamo ancora lì. La vicenda recentissima della fermata del Frecciarossa cancellata a Chiusi, per gli stessi motivi, sembra la fotocopia della soppressione della Ellera-Tavernelle. E oggi, come allora si profila una manifestazione a Chiusi, per salvare la fermata e anche per riproporre il collegamento rapido con Perugia.
Quello dei primi anni ’60 fu un vero e proprio “scippo” del futuro della Val Nestore in particolare, ma anche per Chiusi e per Perugia. Non a caso proprio negli anni sessanta si sviluppò il tessuto industriale della zona (centrale Enel, Vetreria Cooperativa Piegarese, Coifer, Ciucci ecc…) che subì un danno consistente.  La Valnestore è rimasta un cul de sac, senza sbocco, Perugia è rimasta isolata e non collegata alla direttrice nord-sud, Chiusi non ha avuto un collegamento rapido con una città importante che poteva essere raggiunta in meno di mezz’ora…
La mostra di Tavernelle sulla vecchia linea dismessa conferma la giustezza di certe battaglie di oggi.
Viene da chiedersi come mai, con tutto il mondo politico d’accordo (ministri e sottosegretari democristiani, sindaci e deputati comunisti e socialisti, preti, sindacati e associazioni imprenditoriali) quel progetto di continuazione della Ellera-Tavernelle fino a Chiusi sia stato fatto saltare in meno di 10 di anni.
Forse qualche altro territorio umbro avvertì il rischio di perdere posizioni di privilegio e di centralità e si mise di traverso. Parliamo della zona di Foligno-Bastia che ha sempre puntato su una direttrice diversa: la Perugia-Foligno-Orte che tra l’altro è utilizzabile solo per andare a sud.  Per il nord c’è la Perugia-Terontola-Arezzo.  Ma Chiusi è molto più vicina. Con la ferrovia ipotizzata negli anni ’50 solo 31 km. Con la Sr Pievaiola attuale meno di 50.
Salta agli occhi la differenza tra i politici del ’53, che pur non essendo espressione diretta dei territori, pensavano a soluzioni razionali e quelli di oggi, sindaci compresi, che al contrario, puntano su soluzioni costose e irrazionali  come la fantomatica stazione in linea per l’alta velocità. Ma anche allora, nonostante a lungimiranza bipartisan, prevalsero altre logiche. Diciamo… di bottega. E in questo la politica in 70 anni è cambiata poco.
R.C.
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