CHIANCIANO: IL VIADOTTO VERRA’ DEMOLITO E RICOSTRUITO, VIA AI LAVORI NEL 2024
CHIANCIANO TERME – L’assessore Damiano Rocchi fa sapere quale è lo “stato dell’arte” relativamente al viadotto Ribussolaia, chiuso al transito dal 2018.
“In questi giorni – scrive Rocchi – abbiamo avuto delle formali interlocuzioni con la struttura tecnica di ANAS (responsabile unico del tratto viario e relative infrastrutture) al fine di avere aggiornamenti in merito al percorso progettuale, amministrativo e realizzativo del Nuovo Viadotto Ribussolaia.
Così come già anticipato e condiviso a Luglio 2022 con la stessa struttura tecnica ed i progettisti della Società G.P. Ingegneria, l’intervento (per il quale sono già stanziate risorse per 6,8 M€) prevede la completa demolizione della struttura esistente e la ricostruzione di un nuovo viadotto con struttura in acciaio e calcestruzzo, con impalcato orizzontale di lunghezza di circa 270 m impostato su 4 pile e quindi 5 campate (di cui la centrale di 70 metri e le laterali di 45 e 55 metri) in cui troveranno localizzazione il piano viabile con 2 corsie di 3,75 m e 2 corsie ad esse laterali di 1,5m di larghezza ciascuna, di cui una pedonale e l’altra ciclabile su cui sarà posizionata anche la pubblica illuminazione”.
Queste dunque le caratteristiche dell’opera. Quanto at tempi, l’assessore Rocchi spiega: “A Dicembre 2022 si è conclusa la necessaria campagna di monitoraggio geomorfologico (causa dell’allungamento dei tempi), indagine inderogabile ed obbligatoria i cui risultati sono stati valutati ed anche in virtù di questi adesso è in fase di dimensionamento e verifica il sistema fondale che rappresenta uno degli aspetti principali del redigendo progetto esecutivo necessario per la cantierizzazione dell’intervento.
Mentre i professionisti incaricati concluderanno entro il secondo semestre 2023 il progetto ESECUTIVO, la struttura di ANAS procederà con la validazione tecnica ed economica del già predisposto progetto DEFINITIVO entro questo mese ed a seguire con la richiesta di convocazione conferenza dei servizi finalizzata ad ottenere tutti i necessari pareri (paesaggistico, idrogeologico, genio civile, ecc…).
Anche se l’intervento rientra nell’Accordo Quadro stipulato tra ANAS e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quindi si potranno ridurre le tempistiche di affidamento dell’appalto, ad oggi non è ancora possibile avere una data precisa per l’avvio formale dei lavori, ma se non vi saranno particolari intoppi, è verosimile poter ipotizzare la cantierizzazione dell’intervento a partire da Gennaio 2024″.
Insomma, i lavori potrebbero partire all’inizio del prossimo anno, e cioè a ridosso della campagna elettorale per le comunali di Chianciano. La giunta uscente vorrà mettere sul piatto almeno l’apertura del cantiere. Comunque la nota di Rocchi chiarisce che il viadotto sarà demolito e poi ricostruito di sana pianta. Il “Ribussolaia” fu chiuso al transito per criticità strutturali, dopo le verifiche seguite al crollo del Ponte Morandi a Genova che nel frattempo è stato ricostruito e riaperto. A Chianciano, pur essendo l’opera meno imponente, c’è voluto molto di più, ma non c’era la medesima urgenza. Chianciano nella sua parte termale e alberghiera, non è più la Chianciano di inizio anni ’70, quando il viadotto fu realizzato per decongestionare il traffico dal centro (Piazza Italia, viale della Libertà)… Negli ultimi anni l’esigenza era inversa: riportare un po’ di movimento e di vita nel cuore della cittadina termale e il passaggio obbligato da Piazza Italia, anche per le auto, è stato vissuto in questa ottica. Il centro storico è stato in qualche modo rivitalizzato, con una serie di locali trendy, ora Chianciano ha la necessità di ripensare e ridisegnare anche la parte nuova. Molti alberghi e pensioni sono chiusi, molti negozi anche. Serviranno fantasia, coraggio e soldi. Non pochi. Ma così com’è, la zona termale-alberghiera non può rimanere. Qualcosa andrà fatto. La sfida per chi arriverà dopo Marchetti sarà questa. Il viadotto, nel 1970 fu considerato un elemento di progresso, di innovazione. Quello nuovo ricostruito sarà la molla del rilancio? Il segnale di un nuovo inizio?
Da totale incompetente quale sono sull’argomento formulo la domanda al comune ed all’ANAS. ma è normale che un viadotto lungo 270 metri costruito non con le tecniche mediovali di costruzione ma con cemento armato e quindi anche con ferro possa regnare solo 50 anni ? Quanto è costata in soldi pubblici tale realizzazione per la quale oggi si è deciso(senza dubbio per motivi di sicurezza del traffico) ad abbatterlo ed a farne uno nuovo ? Forse da tale mia domanda si evincerà la mia incompetenza nel senso che ogni materiale impiegato si presume che abbia una fine temporale d’uso e che debba rispondere a certi criteri di sicurezza ma a lume di naso 50 anni mi sembrerebbero proprio pochi anche perchè i criteri per qualità e per quantità di materiale impiegato dovrebbero essere stati congrui a supportare l’uso a cui la costruzione era stata. E’ una riflessione semplice la mia ma applichiamola un momento ai ponti cavalcavia che attraversano le autostrade d’italia-anche se tutto non è uguale beninsteso- ma la base del problema quella è e cioè di dover resistere nel tempo al deterioramento dovuto al traffico ed anche agli agenti atmosferici. E allora con tale problema di Chianciano come la mettiamo la storia ? Le manutenzioni sono state fatte ad hoc e come ”manutenzioni” intendo anche osservazioni di ciò che dovrebbe essere stato effettuato sul terreno di dove poggiav il ponte stesso e non solo le manutenzioni strettamente rivolte alla struttura cementizia tanto per dirne una…. Credo che si possa dire che qualcosa sia andato storto oppure no ? Se sbaglio mi si corregga. Grazie.