PESCATORI DI FRODO E STUDIOSI ALL’OPERA SUL LAGO DI CHIUSI. PRESTO L’ACQUA DA MONTEDOGLIO?
CHIUSI – Qualche giorno fa dopo varie segnalazioni circa la presenza di reti da pesca nelle acque del lago di Chiusi, che è soggetto a diritti esclusivi di pesca, i Carabinieri del Nucleo Forestale di Chiusi hanno sorpreso due pescatori di frodo, rumeni, proprio nell’atto di ritirare le reti. I due erano a bordo di un gommone, a remi, e stavano procedendo al recupero delle reti calate presumibilmente nella notte precedente e con le quali erano stati catturate circa 500 carpe, tutte di taglia piuttosto grossa, superiore al kg di peso e altri pesci, per un totale di 760 kg di “pescato”. La rete utilizzata era lunga un centinaio di metri. I militari hanno sequestrato la rete stessa, il pesce e anche il gommone, contestando ai due pescatori abusivi 8 sanzioni amministrative per un importo di circa 30 mila euro. Tutto il pesce, ormai morto è stato avviato alla distruzione. Dove sarebbe finito tutto quel pesce? Su quale mercato e in quali condizioni?
La notizia ha destato scalpore e una certa riprovazione per la disinvoltura con cui alcune persone violano le regole, comprese quelle della tutela della fauna ittica del lago, ma d’altro canto conferma che il Chiaro di Chiusi è ancora, nonostante tutto, un lago pescoso ricco di pesce (che ovviamente viene anche immesso con operazioni di ripopolamento) e da questo punto di vista non sta così male.
Anche il livello dell’acqua quest’anno, in questo periodo di inizio primavera, dopo mesi e mesi si siccità, è tornato buono. A fine autunno non era così. E anche questa è una buona notizia. Ma non è che abbia poi piovuto così tanto da dicembre ad oggi. Cos’è dunque che ha portato questo evidente beneficio? Pare che l’aumento del livello dell’acqua del Chiaro sia dovuto in realtà ad un… guasto. Anzi due. Entrambe le chiuse sui torrenti Moiano e Maranzano situate a monte della frazione pievese e che dagli anni ’60 deviano l’acqua dei due fossi verso il Trasimeno (e solo in caso di “troppo pieno” consentono il flusso verso il lago di Chiusi, secondo il corso naturale) sarebbero infatti rimaste aperte per mesi dalla parte sbagliata, e così l’acqua invece di andare a rimpinguare il lago umbro ha rimpinguato il lago di Chiusi e con esso anche il canale che collega il Chiaro con il lago di Montepulciano che a dicembre era praticamente secco.
Un fatto straordinario e contingente, frutto del malfunzionamento di un meccanismo, dunque, non di fattori naturali, anche se le piogge invernali qualche effetto lo hanno comunque avuto.
In questo momento il lago di Chiusi sta bene, ma è un caso. Non è una guarigione definitiva. E infatti sempre la scorsa settimana una task force di tecnici e studiosi, anche del Politecnico di Milano, incaricati dal Comune di Chiusi hanno effettuato sopralluoghi e ricerche sul campo, direttamente nello specchio d’acqua e nelle aree circostanti, in prossimità degli affluenti. Tutto ciò al fine di redigere un progetto per invertire la tendenza all’interramento del lago. Tendenza che è in atto dal tempo della Bonifica della Valdichiana della fine del ‘700 e che non si è mai interrotta, portando il Chiaro chiusino ad avere una profondità ormai irrisoria, di pochi metri, proprio a causa dell’innalzamento del fondale. Solo che il fondale non è fatto solo di terra portata dal dilavamento dei terreni e dai torrenti, ma anche di sostanze inquinanti, per lo più usate in agricoltura, zootecnica e vivaismo che insieme alla terra finiscono nel lago e che preoccupano non poco, dato che il lago di Chiusi è l’unica fonte di approvvigionamento dell’acquedotto comunale della città.
A questo proposito il sindaco spiega che entro il 2023 inizieranno i lavori per la condotta di adduzione dell’acqua dalla diga di Montedoglio. “Grazie ai fondi del Pnrr l’Ente Acque Umbre Toscane, in collaborazione con Nuove Acque, realizzerà una condotta che permetterà un approvvigionamento idrico alternativo al Lago di Chiusi. Questo intervento determinerà un grande beneficio per l’equilibrio del Chiaro e la salvaguardia dei livelli della risorsa idrica fondamentale nei periodi critici dell’anno” dice il sindaco Sonnini, il quale tornando ai sopralluoghi di esperti dei giorni scorsi fa sapere che “l’attività ricerca e raccolta dati viene portata avanti da uno studio professionale coadiuvato dal Politecnico di Milano. I tecnici durante i loro rilievi sono stati seguiti da Claudio Del Re, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale, con delega al Lago. La progettazione definitiva verrà realizzata grazie allo stanziamento comunale di 50mila euro provenienti dal fondo di progettazione ministeriale per aree interne di cui il nostro Comune è stato beneficiario”.
Poi lo stesso Sonnini ricorda che c’è anche uno studio dell’Università di Siena, avviato un anno fa, commissionato per verificare lo stato attuale e le condizioni della flora e della fauna ittica, così da poter predisporre gli opportuni interventi.
Ma il Lago di Chiusi non è solo risorsa idrica e ambientale. è anche “luogo di attrazione turistica e di gran valore paesaggistico e ambientale, un posto dove si praticano sport, un punto di socialità e di tradizione”, spiega ancora Sonnini, annunciando progetti anche in questa direzione: “Oltre alla tutela dell’ambiente e al contrasto dell’interramento, realizzeremo un campo di gara per competizioni di livello nazionale di canottaggio, un’area camper e, sempre nell’ottica di una maggiore fruibilità, realizzeremo un nuovo bagno pubblico in località Sbarchino, dove ha già trovato spazio pure un’area giochi inclusiva”.
Insomma tutela e nuovo look per il Lago, ma anche nuova acqua (diversa) per l’acquedotto, in arrivo dal grande invaso di Montedoglio, nei pressi di Anghiari. Sperando che stavolta sia davvero la volta buona, sono decenni che se ne parla. E di progetti nel corso degli anni ne sono stati annunciati e sbandierati tanti…
m.l.
Nella foto (di Fangio Picchiotti) uno scorcio del Lago di Chiusi, a metà marzo.
Altra cosa che non c’entra nulla con la speriamo futura l’adduzione di acqua al Lago di Chiusi ma c’entra con il discorso economico per la rivitalizzazione del turismo sia tramite la struttura logistica sia per la fruizione della ricarica elettrica delle biciclette ed auto che è stata posta nel piazzale del posteggio accanto al Ristorante ”Il Pesce d’oro”.Tale struttura il cui costo non credo sia stato proprio minimo è stata lasciata senza alcuna protezione dagli agenti atmosferici (Forse sarebbe bastata una piccola tettoia per la protezione-questa si dal costo minimo ) per poter assicuarare la certezza del suo funzionamento. Così come si presenta a vista d’occhio non sembrerebbe proprio che attenda ad una funzione piena delle sue peculiarità in quanto mi sembra che abbia riguardato una spesa che per qualche anno come struttura non sia stata utlizzata da alcuno e così quando si parla di ”DEGRADO” ci si inserisce anche tutto questo e cioè soldi pubblici spesi male.Mi posso senz’altro sbagliare ma nelle condizioni in cu versa osservandola dall’esterno mi sembrerebbe strano che potesse al giorno d’oggi assolvere al compito per il quale è stata piazzata.Allora se così fosse e quasi certamente lo è, quale considerazione sarebbe da fare sul fatto di come vengono spesi i soldi pubblici. Ma si è attendibili quando si parla di rivalutazione e di riattivazione finalizzate al flusso turistico ? Perchè è a cominciare dalle piccole cose che si giudica quale sia l’attenzione rivolta al mantenimento di strutture come questa anche dal momento che poi si dice che manchino i fondi in campo culturale per politiche tese a rivalutare il patrimonio del territorio. Nel patrimonio del territorio non ci sono solo le tombe etrusche sulle quali da lustri ci si confronta senza addivenire a nulla per la loro fruizione perchè questo è un costo, ma occorre comprendere anche le volontà della gente che potrebbero essere impiegate per tantissime iniziative se certe strutture fossero accattivanti da ospitare mostre per esempio ed altre iniziative. Ma Chiusi su questo è una città asfittca, silenziosa, dove non si muove foglia, salvo poi meravigliarsi e scoprire che sarebbe un contenitore da far conoscere al mondo circostante.Fin’ora sono state parole inutili, parole che la popolazione non ha espresso prchè si è fatta guidare a rimorchio da quelle istituzionali e guidate da indirizzi osbsoleti nel mercato della ”fruizione” delle pecvuliarità che ogni altro paese circonvicino ha mostrato invece di avere. E’ un aspetto indiscutibilmente culturale di chi l’ha guidata e di chi la guida e che si riflette in una popolazione muta e che non sà esprimere novità al corso dei tempo che vive.Non è altro che l’anticamera della recessione dopo la stasi imboccata da diversi anni che si riflette nella chiusura degli esercizi, processi industriali migrati nella vicina umbria, ridimensionamento delle arterie ferroviarie che collegavano i paesi con relativa distruzione di famiglie che vivevano con gli stipendi delle ferrovie (si parla dai tempi d’oro di almeno 400 famiglie di ferrovieri che oggi non consumano più negli esercizi commerciali di chiusi scalo ) ma che si sono volatizzate andando a vivere in altri luoghi. In più sommandoci quello che sta davanti al prossimo futuro per quanto possa riguardare il riciclo previsto dalla cosiddeta ”economia verde” che i partiti di maggioranza anelano non tanto perchè innovazioni finalizzate a fermare l’inquinamento dei territori ma perchè consentono di utilizzare i fondi provenienti dai finanziamenti europei ed anche diciamolo pure a mantenere le loro strutture da cui deriva loro il consenso politco.Ho detto forse una cosa distorta e non vera e che non sia vero forse che in altri luoghi questo stia succedendo con beneplacido della politica che ormai da tempo ha stabilito che così debba essere e fra l’altro mobilitando anche in tale etica le varie Greta Thunberg per la lotta all’inquinamento industriale ?
E’ storia quella che ad ogni epoca corrisponda una nuova etica che venga istituzionalizzata,osservata e percorsa da chi comanda la socetà facendo propendere tutti per la nuova ortodossia,salvo poi a distanza di tempo fare la somma degli errori che provengono dall’osservanza di tale ortodossia e questa non è davvero una novità, sicchè non c’è secondo me da meravigliarsi proprio di nulla. Un minimo esempio che mi viene in mente in questo campo è il problema cosiddeto dell’Eternit-visto che parliamo di inquinamento e di danni alla collettività- ce lo ricordiamo l’Eternit cosa ha prodotto per decenni e decenni ? Ha prodotto situazioni alle quali non si è potuto far fronte in primis con la salute e poi per quanto riguarda l’inquinamento delle superfici.Quindi di cosa ci si meraviglia che la gente abbia accetto silente tali situazioni ?
Come diceva il povero Tommaso il santo , non ci credo finché non ci infilo il naso
…scusate i refusi e le lettere,vocali e consonanti rimaste nella penna dalla fretta delle battute…ma spero che il significato si possa comprendere.
Io sul lago tra la pesca e il canottaggio ci ho trascorso tutta l’ infanzia e l’ adolescenza, ma (purtroppo) un pò di anni sono passati. Sullo stato di salute dell’ ecosistema sono decisamente pessimista, anzi, il fatto che ci siano molte carpe, ma in compenso siano praticamente scomparsi lucci, persici reali e boccaloni, specie nobili che a differenza delle prime mal sopportano l’ inquinamento, avvalora ulteriormente il pessimismo. Servirebbero serie iniziative a tutela di ambiente e biodiversità, comunque ben venga intanto la stabilizzazione del livello, già sarebbe un passo fondamentale.