MONTEPULCIANO – Turismo in crescita nella zona della Valdichiana senese. I dati relativi al 2022 sono confortanti: Gli arrivi sono stati 1.170 mila. Per lo più hanno dormito a Montepulciano e Chianciano. I due comuni hanno infatti intercettato il 63% dei pernottamenti. La maggioranza in hotel. La durata media del soggiorno è di 2,1 notti. I soggiorni più lunghi li ha registrati Cetona, con 4,7 notti di media. A seguire Sarteano e Torrita di Siena.
Secondo le statistiche sui dati rilevati ad oggi, i 9 Comuni della Valdichiana Senese, hanno chiuso con una crescita consistente rispetto al 2021, sia per quanto riguarda gli arrivi che le presenze turistiche.
Il dato delle presenze del 2022, pari a 1.170.000 unità, è estremamente positivo rispetto a quello del 2021 (875.000 ) con un incremento di 295.000 unità. Non è ancora del tutto recuperato il dato 2019 – anno pre-pandemia – in cui si registrarono 1.300.000 presenze.
Se il dato relativo al turismo nazionale nel 2022 mostra un buon incremento rispetto al 2021, quello riguardante il turismo straniero evidenzia un aumento importante, in alcuni casi con arrivi e presenze addirittura più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Segno evidente che i turisti stranieri sono tornati nel territorio.
Tutti i Comuni hanno chiuso il 2022 con un bilancio positivo rispetto al 2021, con variazioni superiori alle media a Chiusi, Cetona, Sarteano, Chianciano Terme e Torrita di Siena.
Complessivamente i flussi turistici dell’anno 2022 per l’Ambito turistico Valdichiana senese hanno visto una crescita di presenze del +33,7% rispetto al 2021.
Il Comune di Chiusi è andato oltre la media comprensoriale, chiudendo il 2022 con un incremento del +53,5% rispetto al 2021. E’ significativo nel caso di Chiusi, che le presenze abbiano superato i dati pre pandemia passando dalle 65.256 del 2019 a 68.520 nel 2022.
Il quadro insomma è confortante, e fa ben sperare per il futuro, ma – rispetto alla storia della città, alla “dote” di tesori che essa possiede e può vantare, alla posizione geografica e alle infrastrutture che la rendono facilmente raggiungibile, molto più di altre realtà del comprensorio – Chiusi, turisticamente parlando, rimane ancora decisamente sotto media. Non può essere – con tutto il rispetto – che Chiusi abbia numeri turistici simili a quelli di Sinalunga (che nel 2019 fece registrare 61.626 presenze) o di Torrita di Siena, che sono belle località, ma non si avvicinano neanche lontanamente, come “dotazione” di partenza, alla città di Porsenna. La quale può e deve fare di più. Non può accontentarsi della piccola crescita rispetto al 2021 e anche all’anno prepandemico 2019.
Si deve incazzare e far sentire affinché finisca lo scandalo delle tombe etrusche chiuse al pubblico da tre anni e non visitabili “per mancanza di personale al Museo”… Deve battersi per non perdere la fermata del Frecciarossa e – secondo noi – anche per mantenere la stazione dove è, senza farne un’altra a km di distanza e in mezzo al nulla. Deve lavorare per far conoscere di più e meglio la propria storia “non etrusca”: i romani, i Longobardi, il medioevo, la lunga stagione della Repubblica di Siena che la vide protagonista di fatti storici importanti… Chiusi è l’unica città del comprensorio citata nella Divina Commedia. E questa non è una cosa banale.
Certo, Chiusi non ha un prodotto tipico trainante come il Vino Nobile per Montepulciano o il Brunello per Montalcino, ma ha una cattedrale rilevantissima, delle catacombe paleocristiane che pochissime altre città hanno, ha un grande museo nazionale e una “collezione” di epigrafi antiche seconda solo a Roma, e quanto ai prodotti tipici, pur non avendo un “grande vino”, ha una piccola grande oliva (la “minuta chiusina” che dà un olio straordinario) ed è la culla di piatti altrettanto straordinari che si mangiano solo a Chiusi o a pochissima distanza, come il “brustico” che si fa con il pesce del lago… Ed ha anche altri luoghi che sono stati nei secoli testimoni e teatro di fatti d’armi, politici o culturali di grande importanza.
Le 68 mila presenze registrate nel 2022, potrebbero diventare anche 100 mila abbastanza facilmente, se solo i chiusini per primi avessero più ambizione, più voglia di riemergere dal limbo, di contare e farsi valere e se i chiusini per primi non guardassero alla loro città come ad un paesotto come tanti, sempre più piccolo e sempre più asfittico, senza possibilità di futuro, dove i figli prima se ne vanno e meglio è… Se solo i chiusini (o molti di loro) non considerassero i turisti e anche i visitatori della domenica una rottura di coglioni.
Ovviamente servono anche investimenti, serve la cura e la manutenzione del luogo, serve un po’ di fantasia nell’inventarsi eventi che valorizzino il patrimonio, serve conoscerla la storia della città, anche nei dettagli meno noti, per poterla trasformare in risorsa. Servono servizi e locali (bar, ristoranti, trattorie, alberghi, agriturismi…) all’altezza, dinamici, disponibili, accoglienti. E serve unità di intenti e cooperazione tra amministrazione pubblica, classe imprenditoriale e ambienti culturali… Tutte cose che non si trovano al supermercato, in confezione sottovuoto, ma volendo si trovano. In un paesotto qualsiasi che ha solo 4 cocci da esporre, sarebbe difficile. In una città che ha la storia e il back ground di Chiusi no, in una città come Chiusi tutto ciò dovrebbe essere pane quotidiano. E pure companatico.
m.l.
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Non servono grandi ed articolati discorsi, se pur attraverso quelli si arrivi a chiarificare una situazione che è di stagnazione. E lo è per il semplice motivo che tutti vivono una contraddizione grandissima ed è quella che la cultura richiede degli investimenti e cioè S O L D I !!
Ma a veder bene nel recente passato di soldi se ne sono stati spesi a milioni di euro e tu dici bene che sia uno scandalo ma non c’è un coordinamento di nessun genere per far visitare le tombe etrusche ai turisti.Gente che a decine che fà marcia indietro dopo aver consumato un aperitivo od un piatto in un ristorante e fà marcia indietro pentendosi anche di essere arrivata a Chiusi perchè credeva che le disponibilità delle strutture fossero ormai alla portata, invece nulla. E poi,credo che da una parte dobbiamo anche smetterla di considerare il fatto degli Etruschi un cespite culturale che possa interessare una grandissima parte dei turisti perchè questo non è così.Noi abbiamo questo fatto della presenza della civiltà etrusca ed ormai lo si sà, ma checchè se ne dica gli Etruschi non voglio dire che non li conosca nessuno sennò direi una baggianata ma a forza di pompare nelle decadi di anni ed anni, di credere e di dire che gli Etruschi andrebbero valorizzati, si imbocca un sentiero che porta a far fuorviare la realtà soprattutto in un mondo strutturato com’è oggi. Gli etruschi non sono nè i Romani, nè gli Egizi nè gli Assiro Babilonesi ed in questo tipo di realtà forse non si è compreso che sono proprio poche le persone a cui veramente interessano e non ne vuole sapere nessuno e Chiusi nel caso precipuo non è nè Volterra, nè Orvieto, nè Populonia od anche meglio Cerveteri. Chiusi è una località che dal dopoguerra è stata gestita da un consessodi persone legate ad un certo tipo di politica per la quale la cultura è stata vissuta quasi come impedimento, cosa diversa da quanto successo negli ultimi decenni a Città della Pieve e lo devo ripetere perchè quando si fanno i paragoni con i paesi circonvicini si prende ad esempio quello di Città della Pieve, si fanno i confronti e si dice sempre che Città della Pieve pur avendo minor cose da mettere in evdenza chè Chiusi,Cttà della Pieve è un paese vivo, è un paese culturalmente che si basa su di un supporto di personè (perchè la differenza non dimentichiamoci la fanno le persone) che si sono dimostrate all’altezza della situazione. All’altezza di essere un duplicatore verso altre situazioni e condizioni e di poter coinvolgere qundi una vasta rete di relazioni affinchè i contenuti culturali che possiede la città vengano messi all’uso.Chiusi è questo ? No davvero. Ed i perchè secondo me non sono tanto reconditi ma stanno perfettamente nella politica che si è condotta, immaginata e fatta princialmente da quello che è stato il partito guida che ha egemonizzato ogni cosa ma l’ha fatto perchè guidato da persone che dire siano state culturalmente all’altezza del compito si direbbe uno sproloquio. Nelle decadi passate è stato dato spazio ai costruttori, ad un minimo di commercio locale ma del tutto insufficiente, alla facoltà data alle banche di poter dare prestiti e mutui alle aziende le quali oggi dopo la ritirata a Pobandino quelle sopravvissute al di qua del fosso si contano sulle dita di una mano ed il tutto condito in salsa regressiva per quanto riguarda la mobilità e la logistica per l’eliminazione delle famiglie dei ferrovieri dovuta anche alla riduzione dei servizi locali poichè ne sono subentrati altri.Tutto questo vuol dire solo una cosa: Miseria in parole povere.Allora ch ringraziare per questo ? Le colpe se colpe le si possono chiamare non stanno da ua parte sola ma stanno soprattutto dalla parte che investire in cultura vuol dire investire in relazioni, in turismo, in cibo, in territorio dotato e che abia un appeal per richiamare gente.Con la cultura si potrebbe mangiare di certo ma la condizione di Chiusi mentre si pronunciano i verbi ”mangiare” è quella del participio passato del verbo chiudere perchè ormai è ridotto ad un paese di vecchi e di pensionati mentre i giovani un avvenire in loco non l’hanno e le famiglie questo lo sanno e spingono i loro figli ad andare fuori da questo contesto perchè se ne rimangono prigionieri sono destinati a fare i disoccupati organizzati.Fin’ora non si è avuto nulla che facesse presupporre una svolta, anzi da parte delle autorità provinciali e regionali c’è la tendenza mi sembra affinche Chiusi sia destinata ad essere un ricettacolo della lavorazione dei rifiuti il tutto certamente accompagnato dalla più ampie rassicurazioniche invece non lo possa diventare.Voi vi fidate di questi che avete mandato a contare ? Il sottoscritto NO !