L’INTERVISTA PUBBLICA DEI PODEMOS E L’ASSENZA INGIUSTIFICATA DEL PD (E DI TUTTI GLI ALTRI)

sabato 21st, gennaio 2023 / 12:20
L’INTERVISTA PUBBLICA DEI PODEMOS E L’ASSENZA INGIUSTIFICATA DEL PD (E DI TUTTI GLI ALTRI)
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CHIUSI – Si è tenuta ieri pomeriggio la conferenza stampa dei Podemos per chiarire i motivi della loro uscita dalla coalizione e dal gruppo consiliare di maggioranza. Una conferenza pensata e allestita con la modalità dell’intervista pubblica, e con la possibilità di interventi e domande da parte dalla platea. Una platea non numerosissima, ma che per una iniziativa alle 18,30 di un venerdì, con una temperatura di 4 gradi centigradi, e in un momento politico asfittico come l’attuale, non era neanche da disprezzare, soprattutto per un aspetto: la presenza di una buona percentuale di giovani, cosa non usuale.

Sul piano dei contenuti i rappresentanti del Gruppo Possiamo – i due consiglieri comunali Daria Lottarini e Lorenzo Magnoni e Luca Scaramelli –  non hanno aggiunto niente, ma hanno confermato tutto ciò che avevano dichiarato nella conversazione con primapagina pubblicata il 12 gennaio.

Ma il confronto faccia a faccia ha permesso ai presenti non solo di fare ulteriori domande, alle quali i tre Podemos non si sono sottratti, ma anche di toccare con mano, il disagio e la delusione politica di Possiamo per il naufragio in tempi brevissimi della coalizione di centro sinistra e del progetto politico che la sosteneva.

Hanno insomma ribadito,i tre esponenti di Possiamo, che la scelta di uscire dal gruppo non è stata né facile, né indolore. Che la costituzione del gruppo consiliare autonomo non significa automatico passaggio all’opposizione e che il loro è un passo di lato, non un salto del fosso. Ma hanno anche ribadito che così come questioni di metodo e di rapporti interni alla maggioranza sono stati fra i motivi della rottura, anche la mancata reazione e l’indifferena del Pd dopo il loro “passo di lato” è per Possiamo un segnale negativo. Come se il Pd non vedesse l’ora che i Podemos si togliessero dai c…..ni.

E – lo ha detto ieri chiaramente Lorenzo Magnoni – pur avendo fatto solo un passo di lato e non un salto della barricata, il Pd li considera all’opposizione e li sta spingendo in quella direzione, nonostante l’impegno dichiarato di Possiamo a sostenere e votare a favore dei provvedimenti e delle scelte contenute nel programma elettorale del 2021 e di quelle concordate ed elaborate insieme nel primo anno di legislatura. Hanno confermato anche, i tre esponenti di Possiamo, un giudizio non lusinghiero sull’azione amministrativa della Giunta Sonnini, un po’ per la sbandierata discontinuità con le scelte e i metodi delle passate amministrazioni, che nella realtà il Pd non ha praticato, un po’ per una tendenza a nascondere le sollecitazioni e le differenze sotto il tappeto, a considerarle un fastidio e non una ricchezza privilegiando la politica del silenzio e del rinvio, del “non decidere”. Un po’ su tutto.

A questo proposito anche ieri hanno citato il caso dell’Auditorium Villetta e quello, ancora più rilevante per il futuro della città, della ipotetica stazione in linea per l’alta velocità, su cui il Pd e la giunta non riescono ad uscire dalla contraddizione di perorare da un lato il potenziamento dei servizi sulla stazione di Chiusi, l’ammodernamento dei collegamenti viari e ferroviari da e per Chiusi (direzione Siena e direzione Perugia) e nello stesso stesso tempo rimanendo possibilisti verso un progetto che sposterebbe tutto altrove e renderebbe vane e superate tutte le richieste avanzate al gruppo Fs…

Sul piano generale i Podemos vedono un paese in disarmo, sempre più triste e sempre più spento (non per una questione di luminarie natalizie), un paese in cui chi ha in mano il timone non riesce ad esprimere un progetto, un’idea forte, un qualche scatto di orgoglio o di fantasia. “Il galleggiamento coi motori al minimo, può evitare scosse, ma non consente grandi viaggi”, questo in sintesi il pensiero del gruppo di sinistra che rilancia qualche idea rimasta sempre nel cassetto, come ad esempio Gli stati generali della Cultura o un confronto ad ampio raggio, anche con esperti del settore, sul turismo e la promozione. La stessa Fondazione Orizzonti, i Podemos, la vedono come un ente al momento sovradimensionato rispetto al ruolo effettivo che svolge e al budget che ha a disposizione. “Non si può sciogliere finché sussiste la situazione debitoria che è in corso di ripianamento, ma va ripensata e portata a scadenza e al progressivo azzeramento”.

Sul piano politico complessivo, la Conferenza-intervista di ieri, segna un inasprimento dei rapporti. Indubbiamente. Non tanto per le cose dette dai Podemos (che comunque non sono noccioline), ma soprattutto per l’assenza ingiustificata del Pd e degli altri partiti e movimenti della coalizione di centro sinistra. Ognuno a casa sua, insomma.

Purtroppo a Chiusi (ma non solo a Chiusi) da anni vige la moda di non partecipare alla iniziative altrui. Ognuno partecipa solo alle proprie. Il che è un ossimoro della politica. Parlare solo ai propri supporters serve a poco o niente. E’ il confronto con gli altri, tra posizioni diverse, che servirebbe, ma quello non c’è. Politicamente questa è un’usanza barbara che coinvolge un po’ tutti. Nel caso specifico la destra e le liste civiche avrebbero potuto venire ed ascoltare, ma è evidente che è più rilevante l’assenza delle varie componenti del centro sinistra. Perché i Podemos erano la seconda gamba della coalizione, perché la loro uscita dal gruppo consiliare di maggioranza, ha portato la maggioranza stessa dall’essere la più larga mai vista a Chiusi ad essere la più risicata. Perché oltre ai Podemos anche il Psi, alleato storico del Pd, ha fatto la stessa cosa, pur non avendo rappresentanti in consiglio.

L’assenza del Pd, per esempio, è un segnale chiaro e inequivocabile. E’ vero che c’erano Paolo Scattoni, che è iscritto al Pd, ed Enzo Gaudiano che è stato segretario di circolo. Ma al momento né l’uno, né l’altro rappresentano il partito di maggioranza. Scattoni addirittura ha espresso un parere molto pesante rispetto alla mancata discontinuità con la giunta precedente, andando oltre le posizioni stesse dei Podemos, per i quali – lo hanno dichiarato loro – era preferibile il confronto-scontro con Bettollini, all’immobilismo silenzioso di adesso… Qualcuno potrà abiettare: era obbligatorio partecipare? No di certo, ma… noblesse oblige, potremmo rispondere. E la politica ha dei riti e delle regole. La conferenza stampa di un partito è un rito, la regola è che gli altri vadano ad ascoltare e magari a fare domande. Soprattutto chi parla ad ogni piè sospinto di “partecipazione, confronto, condivisione”.

I Podemos chiusini lo hanno accennato, e lo aggiungiamo anche noi: governare una città come Chiusi, o pensare di farlo pur altri 4 anni puntando sul silenzio e sull’indifferenza verso amici irrequieti, compagni di viaggio scontenti e avversari e contando solo sul tempo che passa e pian piano fa dimenticare le ferite, ci sembra una scommessa ardita e pericolosa per il Pd e a caduta per la giunta di Gianluca Sonnini.

Un atteggiamento come quello del Pd non se lo permetteva neanche il Pci, quando aveva il 70% dei voti e la maggioranza assoluta in consiglio e si alleava con i socialisti, non per paura di perdere, o per questione di numeri, quelli li aveva da solo, lo faceva per allargare la “base sociale e culturale” del governo locale, e se capitavano momenti di frizione o di rottura, ne discuteva per mesi cercando, prima di tutto, di smussare gli angoli ed evitare falle irreparabili. Lo ha ricordato ieri, Giorgio Cioncoloni.

I Podemos, con l’uscita dal gruppo di maggioranza, hanno ripreso fiato, sentono di aver riconquistato autonomia e libertà di azione (questo si nota anche dai comunicati, dalle prese di posizione che diffondono: ne hanno fatti più negli ultimi due mesi che in tutti i 12 precedenti.), ma le loro, ieri, non erano facce felici. Nei volti di Scaramelli, Lottarini e Magnoni c’era l’amarezza di una sconfitta. Di un passaggio andato male. Non sappiamo se il Pd, al proprio interno, lo strappo di Possiamo e del Psi lo ha vissuto con lo stesso stato d’animo, perché le facce del Pd non si vedono da tempo immemore e quando si vedono sembrano sempre facce di circostanza. Tra poche settimane il Pd avrà le primarie e il proprio congresso. Ne parleranno di ciò che è avvenuto nella coalizione di centro sinistra?

m.l.

 

 

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