QUANDO LA VIA CASSIA PASSAVA PER CHIUSI E IL CONTADO DI MONTEPULCIANO. GIA’ 2000 ANNI FA CHIUSI ERA IL PRIMO E PIU’ IMPORTANTE NODO STRADALE A NORD DI ROMA

giovedì 24th, novembre 2022 / 14:44
QUANDO LA VIA CASSIA PASSAVA PER CHIUSI E IL CONTADO DI MONTEPULCIANO. GIA’ 2000 ANNI FA CHIUSI ERA IL PRIMO E PIU’ IMPORTANTE NODO STRADALE A NORD DI ROMA
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MARZABOTTO E BOLOGNA COLONIE DEGLI ETRUSCHI CHIUSINI CHE SI ERANO SPINTI MOLTO A NORD COME INFLUENZA COMMERCIALE E MILITARE…

CHIUSI – La via Cassia, già Strada Statale n.2, che passa prima nella Val di Paglia, poi nel cuore della Valdorcia e delle Crete senesi ricalca, fondamentalmente, l’antica via Francigena, la grande “autostrada” altomedievale che da Canterbury in Inghilterra portava a Roma e proseguendo verso sud arrivava a Santa Maria di Leuca, in fondo alla Puglia, imbarco per i crociati che partivano per la Terra Santa. Era una delle varie vie Romee. Un’altra è la Romea Germanica, praticamente parallela, che sempre da Roma portava al porto di Stade nella Germania del nord.  Ma c’è, anzi c’era, una Cassia più antica, costruita dai Romani, probabilmente su percorsi usati in precedenza dagli etruschi. Non a caso toccava direttamente o con diramazioni e tracciati alternativi, ma complementari, importanti città etrusche: Orvieto, Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo…

Uno di questi percorsi alternativi era la Via Traiana Nova che da Bolsena si dirigeva verso Chiusi e Perugia, e tra Bolsena e Fabro era considerata una scorciatoia rispetto alla Cassia che invece passava nei pressi di Orvieto e attraversava il Paglia a tre km a nord della rupe, laddove ci sono ancora i resti dei piloni di un grande ponte romano. A Chiusi e Cetona ancora oggi passa una strada denominata Cassia Aurelia II. Nel tratto di questa via tra Chiusi Scalo e Chiusi Città è visibile, nel giardino di una villa privata, una tomba romana ben conservata.

E’ su uno di questi percorsi – l’antica Cassia o una delle sue diramazioni – che si trova il “Santuario ritrovato di San Casciano Bagni”, luogo di culto e di benessere nell’area di influenza dell’antica Clusium, in precedenza Clevsin o Kamars. E infatti la strada segue il Paglia per 4-5 Km, sulla sponda opposta a quella dell’autostrada, quindi su per il torrente Ritorto fin presso Fabro da dove inizia a seguire il Chiani da ovest fino a Chiusi, transitando nella valle che separa i colli di Cetona e Sarteano da Città della Pieve, tutti antichi centri di origine etrusca, sotto l’egida chiusina.

Che l’antica Cassia costruita dai romani fosse in realtà un “ammodernamento” di precedenti percorsi etruschi alcuni studiosi, come Giovanni Caselli che l’ha percorsa e raccontata per tappe, lo deducono dal fatto che la potente Lucumonìa etrusca di Chiusi si era spinta molto a nord, oltre l’Appennino, sia nei commerci che come influenza politico militare, tanto da fondare la Colonia di Misa, nei pressi dell’attuale Marzabotto a sud ovest di Bologna, in etrusco Felsina, anch’essa, forse “colonizzata” dagli etruschi chiusini. Per arrivare fin lassù ci volevano delle strade.

Bologna “colonia” di Chiusi.  Beh, detta così, oggi, fa un po’ sorridere. Ma l’ipotesi è considerata valida e possibile. La Chiusi di Porsenna era un’altra storia rispetto alla Chiusi di adesso.

Chiusi fu però importante anche in epoca romana e soprattutto nell’epoca di passaggio dalla dominazione etrusca a quella romana, che durò qualche secolo e sebbene gli etruschi non opposero resistenza armata, preferendo la via della “resilienza” (come testimonierebbe anche il santuario termale di San Casciano), non fu del tutto indolore.

Intorno al 300 avanti Cristo, Chiusi fu “assorbita” totalmente nella sfera di Roma e da allora divenne una città e un avamposto militare romano. Ma 200 anni dopo gli etruschi a Chiusi c’erano ancora. Sotto Silla, nell’82 a.C., vi fu insediata una colonia di veterani ai quali furono assegnate le terre migliori, quelle della vecchia aristocrazia etrusca che aveva fino ad allora resistito e nonostante la romanizzazione manteneva usi, costumi, proprietà e forse anche la lingua.

Proprio a Clusium, in epoca imperiale si trovava un bivio. A destra transitava per Arezzo la Cassia Vetus, a sinistra era invece la ‘scorciatoia’ o Cassia Nova, di epoca traianea, che evitava Arezzo. Insomma anche allora Chiusi era un nodo infrastrutturale rilevante e strategico.

Con l’impaludamento della valle del Clanis avvenuto in epoca alto medievale e durato per secoli (Dante nel canto XVI del Paradiso della Divina Commedia descrive il decadimento di Chiusi) gran parte dell’antica viabilità è andata perduta, ma i cippi miliari rivenuti durante le opere di Bonifica della valle, dal 1700 in poi, attestano l’esistenza e l’importanza delle strade etrusco-romane e offrono riferimenti precisi sui percorsi delle stesse. In uno di questi cippi, rinvenuto nel territorio di Montepulciano durante le bonifiche granducali della Val di Chiana, riferibile all’epoca dell’Imperatore Adriano, 123 d.C. si legge: “VIAM CASSIAM VETUSTATE COLLAPSAM A CLUSINORUM FINIBUS FLORENTIAM PERDUXIT” . Traduzione: “(L’imperatore Adriano) prolungò la via Cassia, rovinata dal tempo, dal territorio di Chiusi fino a Firenze”…

Siamo sul percorso della Cassia Adrianea, che lo studioso poliziano Ilio Calabresi individua anche nella zona di Sciarti, vicino ad Abbadia di Montepulciano, ma più in alto rispetto alla linea dell’acqua della palude, dove forse c’era – scrive – un punto di sosta…  Il tracciato, proprio per la presenza della palude in valle, era preminentemente collinare e dalla zona di Montepulciano lambiva Bettolle e proseguiva verso il Chianti…

L’Itinerario Antonino, una sorta di Guida Michelin dell’epoca romana che indicava le “stazioni” e le distanze delle varie località da Roma, include in questo tratto una stazione detta ad Statuas, a 12 miglia da Chiusi. La Tabula Peutingeriana, che è una copia del XII-XIII secolo di un’antica Carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero Romano, dalle isole britanniche alla regione mediterranea, ne dà invece una ad Novas a 9 miglia da Chiusi. Entrambe le “guide”, a distanza di secoli, indicano le distanze delle due “statio” da Chiusi.  che era evidentemente, ancora, una sorta di punto cardinale.

Ma l’antica Cassia Adrianea passava a ovest o a est del Clanis? Probabilmente c’erano due percorsi alternativi, uno sui colli a ovest, zona Montepulciano (la statio ad novas), l’altro ad est, che per raggiungere Arezzo, passava sotto Cortona, non lontano dal Trasimeno, dove nel  217 a.C. Annibale sconfisse i romani del console Gaio Flaminio con uno dei più grandi e sanguinosi agguati della storia.

A testimonianza dell’importanza di questo territorio e delle antiche città etrusche, anche in epoca romana una citazione del grande geografo greco Strabone vissuto fra il 60 a. C. e il 24 d. C. a proposito di Arezzo Chiusi e Perugia: “Arretium che sorge vicino alle montagne, è fra tutte la città più interna, situata a 1200 stadi da Roma, mentre Clusium è a soli 800 stadi. Perusia è vicina a queste due”… Chiusi viene nominata come una città alla pari con Arezzo e Perugia. Di sicuro come uno dei più importanti “snodi” stradali che si potevano incontrare salendo da Roma verso nord. Forse il primo e più importante.

Quanto alle strade, etruschi e romani cercavano le vie più brevi, quelle più sicure e percorribili rispetto all’orografia del terreno, cercavano di evitare laghi e paludi, ma anche i giri dell’orto.

Oggi, mentre in Umbria e Toscana si discute di alta velocità e fantasmagoriche stazioni in linea in mezzo al nulla, bisognerebbe tener presente anche la storia, che spesso e non a caso coincide con la geografia.

m.l.

Nella foto: antica strada romana tra gli ulivi, in Toscana. 

 

 

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