PROVINCIA DI SIENA, LA DESTRA AVANZA E QUALCHE FORTINO VACILLA, MA IL PD COMPLESSIVAMENTE TIENE
Dal punto di vista politico-elettorale la provincia di Siena non è più quella di una volta. Ma, rispetto all’Umbria, per esempio, tiene un po’ di più. Cioè la sinistra (vera o presunta o sedicente che sia) tiene un po’ di più, anche se la destra avanza inesorabilmente quasi ovunque.
In molti comuni ormai è “pari” al Pd, in alcuni addirittura sopra. Se si prende in esame il sud senese (Valdichiana, Valdorcia, Crete e Amiata) si vede che i comuni in cui la destra è maggioritaria sono nell’ordine: Radicofani (54,4% contro il 26,2); Sarteano (42,5 contro il 37,6); Piancastagnaio (41,7 contro 37,9); Sinalunga (40,6 contro 36,7); Asciano (38,9 contro 37,4); Chianciano (38 contro 35,5); Montepulciano (38 contro 37,2).
Pd e alleati restano avanti, ma di pochissimo a Cetona (39,6 contro 39,3 del centro destra); San Casciano Bagni (40,7 contro 40,2), Abbadia S. S (38,7 contro 36,3), Buonconvento (39,8 contro 37,5). E se vacilla un “fortino” come Cetona, il problema è grosso.
Va meglio a Chiusi (38,9 contro 35,1); a Monteroni d’Arbia (37,6 contro 34,3); molto meglio a Rapolano (41,7 contro 35,2), Montalcino (43 contro 38,1); Torrita (42,2 contro 36,4), Trequanda (44,2 contro 34,2 con un + 10 netto). Vittorie per distacco anche a Pienza (44,3 su 33,3, +11); a Castiglion d’Orcia (47,4 contro 35,2, + 12,2), San Quirico d’Orcia (43,8 su 29,1, + 14,7)…
Il Pd tiene anche a Poggibonsi (39,2 contro 32,8) a Colle Val d’Elsa (37,2 contro 34,7) a San Gimignano (41,6 contro il 32,2), tre comuni significativi della Valdelsa.
In termini percentuali il comune più “rosso” a sud di Siena è Castiglion d’Orcia; il comune dove il distacco inflitto al centro destra è maggiore è San Quirico d’Orcia. Il più a destra è invece Radicofani dove la coalizione imperniata sul Pd è stata più che “doppiata” dagli avversari. Se poi invece delle percentuali si analizzano i voti assoluti, si vedrà che in molti casi la differenza è nell’ordine delle poche decine o addirittura delle unità…
In Valdichiana crollano alcune roccaforti (vedi Sinalunga), altre vacillano (vedi Cetona e San Casciano). Singolare il caso di Pienza dove il Comune è amministrato da una lista civica trasversale, con il Pd all’opposizione, ma dove Pd & C fanno uno dei migliori risultati.
Da segnalare il risultato del Terzo Polo Renzi-Calenda che si attesta intorno al 10% ovunque e anche il risultato speculare del M5S che va sopra la soglia del 10% a Chiusi, Montepulciano, Torrita, San Quirico, Abbadia S.S., Buonconvento e Monteroni d’Arbia dove supera il 12, e solo in pochi comuni scende sotto il 7. Certo, rispetto al 2018 il M5s perde praticamente anche la strada di casa, cedendo consensi ovunque, ma non è morto, anzi sembra quasi… risorto. Non è risorta invece la sinistra a sinistra del Pd. Tra i due partiti comunisti e Unione Popolare non sfondano complessivamente la soglia del 4%. Troppo poco per qualsiasi ragionamento sul futuro, tranne forse un ragionamento su una “costituente” di una sinistra da ripensare di sana pianta.
Molti comuni appaiono, alla luce del risultato elettorale contendibili. Ma se il Pd riuscisse a stringere alleanze locali (come fece a Chiusi nel 2021) con il M5S e co la sinistra (o in alternativa a M5S e sinistra, con Calenda-Renzi) potrebbe cavarsela praticamente ovunque, tranne Radicofani dove la distanza a favore del centro destra è siderale. E’ vero che il paese di Ghino di Tacco non è mai stato una roccaforte rossa. Era un piccolo feudo Dc anche quando il Pci prendeva percentuali bulgare in tutto il senese, ma la domanda “cos’hanno combinato a Radicofani quelli del Pd?” sorge spontanea: 28 punti di differenza sono una enormità. Il primo appuntamento elettorale amministrativo sarà quello per il Comune di Siena, dove Pd & C hanno ottenuto il 38% contro il 35,5 del centro destra e con il Terzo Polo al 12%. Scaramelli proverà a farlo pesare.
Con Montalcino, Trequanda, Chiusi e Sarteano che hanno votato da poco, più che a Radicofani ormai “enclave” destrorsa e a Siena, la battaglia si combatterà, nei prossimi due anni, a Montepulciano, Sinalunga, Chianciano, Pienza, Abbadia S. Salvatore e magari anche Cetona e San Casciano… Lì si vedrà se il Pd sarà in grado di mantenere il timone dei comuni e riconquistare quelli che ha già perso. Oggi diciamo Pd, ma… da qui al 2024 può anche darsi che il Pd attuale non esista più e che al suo posto ci sia qualcos’altro. Cullarsi sugli allori di un risultato provinciale complessivamente migliore rispetto alla media nazionale e pensare che vada bene così, sarebbe l’errore peggiore che Andrea Valenti e il gruppo dirigente senese del Pd potrebbero fare. Anche perché qua e là stanno saltando pure le coalizioni fatte solo un anno fa, vedi Chiusi. Far finta di niente sarebbe il secondo errore.
m.l.
Quello della destra è un buon risultato. Occorre però valutarlo nel suo contesto. L’analisi del voto ci da’ un risultato eclatante di FdI – che passa da 1.429.550 del 2018 ai 7.293.782 del 2022 –. Secondo l’analisi dei flussi elettorali di Swg il 16% di questi voti viene dalla conferma dei propri elettori del 2018, un altro 50% dagli altri partiti di centrodestra (30% che votava Lega e il 20% che votava Forza Italia), il 17% proviene da chi nel 2018 aveva votato M5S e un ulteriore 17% da chi si era astenuto. I voti guadagnati, 5.864.232, sono identici ai 5.722.682 voti persi dai suoi alleati di centrodestra: Forza Italia è passata infatti da 4.596.956 a 2.276.499 voti, la Lega di Salvini da 5.698.687 a 2.462.245 e la lista Noi moderati 427.152 a 255.369 voti. Nel complesso, al netto della crescita di FdI che ha cannibalizzato gli alleati, il CentroDestra conferma I propri voti: nel 2018 aveva infatti ottenuto alla Camera 12.152.345 voti, sostanzialmente equivalenti agli attuali 12.287.825. C’è una tenuta sostanziale (e,di questi tempi non è poco), ma sempre dentro il proprio “orto”. Il dato del PD parla di una perdita considerevole: sembra migliore in termini percentuali, ma ha in realtà un risultato ancora peggiore della debacle renziana di quattro anni fa, passando dai 6.161.896 voti del 2018 agli attuali 5.306.358. Mentre i partiti alla sua sinistra rimangono impantanati senza riuscire ad allargare il proprio già stretto bacino: la lista Liberi e uguali nel 2018 aveva ottenuto 1.114.799 voti e oggi la lista di Verdi e Sinistra italiana ha raccolto 1.017.000 preferenze, così come Unione popolare di Luigi De Magistris con i suoi 402.187 voti amplia molto poco i 372.179 consensi alla lista Potere al popolo nel 2018. M5S rimonta sulle previsioni nefaste della vigilia, ma è passato da 10.732.066 voti nel 2018 agli attuali 4.326.914: una differenza di 6.405.152 persone tra cui, secondo l’analisi dei flussi di Swg, circa 4 milioni si sarebbero effettivamente astenute nel 2022, cifra simile al dato dell’aumento complessivo dell’astensione. Il dato preoccupante – dal punto di vita della democrazia rappresentativa – è l’astensionismo. Domenica 25 settembre si sono astenuti circa 16 milioni e 500mila elettori ed elettrici, passando da un’astensione del 27% nel 2018 a una del 36,1%: sono stati 29.412.632 i voti alla Camera rispetto ai 33.995.268 delle scorse elezioni, una differenza di 4.582.636 persone. Resta da fare l’analisi della composizione sociale di questo voto. Vista l’esagerata lunghezza di questo, magari in un altro post.
scusate,preso dai numeri del commento, ho perso di vista il discorso che volevo fare sull’articolo. Il lungo commento voleva dimostrare che l’uso esclusivo delle percentuali è distorsivo: la valutazione va sempre portata sul dato numerico assoluto e tenuto conto dell’astensionismo tra l’una e l’altra tornata elettorale. Vero che Montepulciano vede sopravanzare la destra sulla sinistra, ma i numeri assoluti come si dispongono? Quanto è aumentata l’astensione? Quanto hanno perso o guadagnato i diversi antagonisti? Si è visto che M5S tiene con una buona percentuale,ma i voti assoluti che ha perso sono parecchi. La percentuale fa luce su un andamento o una tendenza ma non è un buon metro di giudizio.
È scritto nell’articolo che i numeri assoluti raccontano una realtà peggiore, per la sinistra, rispetto alle percentuali
il medico pietoso fa il paziente verminoso 🙂
Se la realtà dei numeri assoluti è brutta bisognerà pur guardarla, o no? Altrimenti, si finisce per curare il male sbagliato: già vengono fuori ricette che sembrano ironiche e invece sono serie.
Quando Renzi diceva di aver portato il PD al 40% andarono a votare il 45% degli aventi diritto al voto ! Commenti a quel tempo non se ne fecero !
L’ analisi del voto la faremo la prossima volta !!
Per questa volta il centro-destra ha stravinto !
X Enzo Sorbera,Lorenzoni e Niccolò. Un breve riepilogo della sostanza che spesso nelle elocubrazioni dei dati viene dimenticata. Tutti lo sanno e lo capiscono ma alle bisogna non la applicano nel ragionamento. Ragionamento che riguarda proprio LA DEMOCRAZIA con la D maiuscola.Allora, se tutti insistono sulle percentuali crescenti di chi non sia andato a votare e tutti si misurano con questo dato dicendo che bisognerebbe tenerne conto e lo fate quasi sempre per mettere cerotti alle ferite sia dell’una chè dell’altra parte , mi sapete dire per quale ragione la gente in misura crescente non vada a votare? A tale domanda risponderebbero tutti dal più grande al più piccolo, dal depoliticizzato allo schifato e allora tutti si interrogano su quello che dovrebbe servire per ritirare su le sorti. In tale ricerca però assistiamo anche oggi alla riproposizione dei vecchi schemi, legati tutti ad una visione politica deficitaria di politica e soprattutto assistiamo a delle istanze personali degli uomini del PD che si aggrappano agli specchi e da qui si percepisce che ciò che interessa loro sia innanzitutto la poltrona, l’assicurarsi un posto al sole e pensare di gestire la diversità. Non c’è una visione diversa alla quale non si possa che arrivare a questo che ho detto or ora.Nulla di più erroneo invece di fronte al fatto che sarebbe d’obbligo rifondare LE FONDAMENTALITA’ di un partito al quale è stato tolto mattone dopo mattone di ciò che costituiva la sua ”anima morale e materiale” e cioè il coinvolgimento continuo che si chiama partecipazione diretta, cultura ed informazione. Quando tutto ciò esisteva- per chiarire dentro un partito come era strutturato il PCI- le classi subalterne con la lotta consolidavano i diritti; oggi che non esiste più questo, le classi subalterne sono lasciate nell’ignoranza e nel distacco dalla politica fino al punto di non andare a votare e quando a votare ci vanno vediamo che votano per coloro che hanno una visione ed un valore diverso da quelli che sono gli interessi della classe che rappresentano. In un panorama tale, un partito che si appella alla sinistra e che così facendo nel suo percorso di anni si sposta semprepiù verso il centro diventa il partito politico di riferimento delle classi medie ed abbienti e difende tali posizioni.Ed ecco il risultato e oltretutto dopo la batosta elettorale assistiamo al riproporsi di quella classe dirigente che ha prodotto lo sfacelo e che tirerebbe fuori i nomi ancor prima di pensare alle fondamentalità che non sono state osservate fin’ora. Una casa senza fondamenta quindi.Purtroppo tutto questo non è che una questione essenzialmente CULTURALE e quindi assistiamo a ciò che succede ed era prevedibilissimo che succedesse in un partito che ha perso l’anima. Uno degli aspetti che manca è la visione e la forza di immettere negli uomini il concetto che in questo tipo di società i diritti non sono mai concessi ma sono sempre conquistati. E se si conquistano, i diritti vanno poi alimentati e difesi perchè il sistema che hanno creato all’intorno le classi (il concetto di classe per il capitalismo è un concetto evanescente perchè è il suo sistema di produzione che lo richiede che evanescente sia) ma se ci si pensa bene un momento è il modo di produzione che forma il modo di pensare. Non è uno scherzo del vocabolario ma questo si chiama ”materialismo storico” ed a questo nessuno può sfuggirte in primis tantomento un partito come il PD. Ed allora se si pensa alla rifondazione non possiamo assistere al balletto che ci viene posto davanti agli occhi.Si costruiscano le scuole di partito, si portino i giovani ad avere una visione reale delle cose e non a credere che i diritti in questo tipo di società ci vengano concessi, si insegni la storia e le sue analisi e percepiranno loro stessi senza bisogno di venir plagiati dal mondo mediatco capiatanato dai soliti noti quale sia la visione più giusta e più corretta da applicare ad uno sviluppo che comprenda tutti e che tendenzialmente non lasci indietro nessuno. E’ l’unica strada questa per sopravvivere ed affermarsi e mettere le radici in una sociatà che è sempre più liquida. E’ un grande sforzo, soprattutto di natura culturale, ma va fatto se vogliamo vedere proiettati nel futuro i fatti e non solo i discorsi che sentiamo oggi venire da una classse politica rovinosa che ha condotto le classi subalterne in un burrone sia economico ma soprattutto anche culturale. Questo vuol dire secondo la mia visione poter rifondare un partito che si possa affermare e che sia vincente. Il riferimento alla socialdemocrazia esistente oggi e soprattutto anche a quella di un passato è roba che maleodora e che fà ritornare a ripercorrere la rovinosa strada in discesa perchè quella strada in discesa è frutto pensato e programmato di chi pensa che il capitalismo sia comunque vincente e crede che di fronte alle forze, alla potenza produttiva tale capitalismo sia vincente.La prova è che il capitalismo che oggi ci viene mostrato è quella che vorrebbe ricorrere ai ripari nel mondo e nel globo che scorgiamo dallo spazio-quella terra azzurra nell’oceano nero- dopo che per secoli l’ha dominato, si trova a mal partito ma è nella sua natura il fatto di non cambiare e crede per mano e testa dei suoi adepti politici ed anche di quelli economici che le siituazioni e le condizioni di vita sulla terra si possano riequilibrare con la tecnologia, il progresso tecnico applicato alle risorse.In pratica in due secoli con tale concezione di sviluppo abbiamo distrutto la natura e cioè la base stessa della nostra esistenza, ed ancora stiamo a discorrere della giustezza o meno delle tipologie di sviluppo ! Siamo fuori tempo e mentre nelle nostre TV ci fanno vedere i giovani che creano nuovi strumenti, nuove APP ci sembra che con quelle si trovi la strada per uscire dal baratro mentre le fondamentalità del sistema persistono e non cambiano e sono quelle che tirano verso il basso, ingannando e creando le future vittime proprio in quei giovani. Difatti a dimostrazione di questo non solo le popolazioni povere del terzo mondo aumentano di numero, aumentano le guerre e le migrazioni ma aumenta anche la disastrosità del clima.Allora, io penso che un partito che si richiama agli interessi delle classi subalterne non possa che considerare tutto questo e porsi in una posizione di forza rispetto a questi problemi e riuscire a modificare profondamente la direzione dello sviluppo e la sua concezione. Non si fà tutto questo in un batter d’ali ma se non si inizia si sappia che siamo semprepiù in ritardo.Anche nei nostri territori come assistiamo siamo contornati da un sistema che vorrebbe mettere le toppe ad una stoffa già consumata e rotta e lo fa amministrando la cosa pubblica ed applicandosi con la posizionatura dei rifiuti, dei rigassificatori, col riprogettare le centrali atomiche e nello stesso tempo lucra sull’economia e sulla finanza per una rivoluzione verde che beneficierà i soliti noti. Apriamo gli occhi sull’inganno madornale delle nostre classi dirigenti ed imponiamo
la costituzione dal basso delle necessità di tutti in maniera che tutti possano comprendere quale sia il muro dove stiamo andando a sbattere e che ci debba essere per questo lo sforzo di tutti a poter e dover cambiare strada.Ecco come può sopravvivere quel PD, altrimenti non c’è storia per nessuno, nè per il Pd ma nemmeno per gli altri partiti che possano avere visioni diverse ed anche opposte. Per tutti insomma non ci sarà trippa per gatti. E allora cerchiamo di vedere le cose con spirtito veramente critico e partire da una visione politica ed economica che tenga conto del mondo e che non si chiama affatto globalizzazione ma lotta per imporre con forza quello che necessita a tutti, in maniera misurata e non squilibrata e che sia ieri sia oggi fà a cazzotti con la visione di quel mondo che è stata imposta da quel sistema economico che ha prodotto il modo di pensare che è stato e continua ad essere il modo di non pensare.E tutto questo non vuole essere un esercizio verbale come sembra.