CHIUSI, I 70 ANNI DELLA VITT. LA PALLAVOLO COME RELIGIONE

martedì 20th, settembre 2022 / 15:43
CHIUSI, I 70 ANNI DELLA VITT. LA PALLAVOLO COME RELIGIONE
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CHIUSI – E’ una lunga storia quella della Vitt Chiusi. Sabato prossimo la società pallavolistica chiusina festeggerà i 70 anni. Un bel traguardo, anche perché è una storia ininterrotta. La festa comincerà alle ore 15,30 cn la presentazione delle squadre che disputeranno  vari campionati della prossima stagione, ormai alle porte e alle 18,00, a seguire partita amichevole tra le due formazioni fiorentine di Serie A1 femminile: Bisonte Firenze e Savino Del Bene Scandicci. Un derby che annuncia spettacolo. Il tutto al palasport di Poggio Gallina.
Ma torniamo alla “storia” della Vitt Chiusi e ai suoi primi 70 anni. Nel territorio nessun’altra società di Volley può vantare una così longeva presenza attiva. Per uno sport considerato a torto minore, non è poco. Su quanto il volley sia “minore” ci sarebbe da discutere parecchio, dato che, una settimana fa l’Italia si è laureata campione del mondo, mentre nel celebratissimo calcio, la nazionale per la seconda volta consecutiva non riesce nemmeno ad andarci ai mondiali…
Ma questo è un altro discorso.
La Vitt Chiusi nacque nel 1952 in una città ancora devastata dalla guerra, finita solo 8 anni prima. Era quella di allora una Chiusi divisa dalla guerra fredda e per molti anni la Vitt ha scontato il suo marchio di fabbrica. Era considerata una emanazione della parrocchia di Chiusi Città. Anzi della curia. Il nome Vitt deriva da “Il vittorioso”, periodico dell’Azione Cattolica, il primo campo di gioco e di allenamenti fu lo spazio esterno dell’Associazione Sacro Cuore. Fu, la Vitt, come altre cose a Chiusi, una “creatura” dell’ambiente che faceva capo al vescovo Baldini, prima di crescere intorno alla tonaca dell’allora giovane Don Mosè Mannelli.
Il volley era un sport quasi sconosciuto all’epoca, lo avevano portato in Italia i militari americani. A Chiusi ad animare la Vitt dei primordi furono dei veri e propri pionieri… poi arrivò la generazione dei ragazzi nati sotto i bombardamenti o poco dopo.
Qualche nome? Piero Rossi, Carlo Terradura, Marcello Canti, il prof. Bruno Bonelli… E a dirigere il tutto il compianto Antonio Monni, scomparso del 1997 e per un ventennio almeno deus ex machina della società… La Vitt Chiusi ha sempre avuto formazioni maschili e femminili, ha militato per anni in serie C, ha dato il là alla cavalcata trionfale della Emma Villas Volley dalla C alla A1. Ma soprattutto ha avvicinato alla pallavolo generazioni intere, e non è un caso che anche il viceallenatore dei campioni del mondo Massimo Caponeri sia un ex Vitt: ha infatti giocato nella Vitt ed ha allenato la squadra chiusina, prima di arrivare nell’Olimpo del Volley.
70 anni sono tanti, Chiusi deve (dovrebbe) essere orgogliosa di avere un sodalizio sportivo con una tale tradizione. Forse la città non ne ha l’esatta percezione. Se facessero un girotondo gli ex Vitt sarebbero qualche centinaio tra maschi e femmine, ragazzi e ragazze che hanno onorato lo sport e con con il tempo si sono anche scrollati di dosso l’etichetta di “società parrocchiale” allargando il raggio, coinvolgendo altri ambienti. Merito a chi è rimasto al pezzo anche nelle difficoltà di tempi non facili,  chi ha mantenuto saldo il timone e ha considerato la pallavolo come una religione. Senza fondamentalismi, senza dogmi. Lasciandosi alle spalle anche l’antico marchio di fabbrica.  Buon compleanno Vitt Chiusi.
m.l.
Nella foto, la formazione femminile di serie C, durante la presentazione avvenuta di recente ai Ruzzi della Conca
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