CHIUSI, ACROBATI CUBANI E CONCERTO “INTIMO” DI VIOLINO PER LA CHIUSURA DI ORIZZONTI, PRIMO BILANCIO DEL FESTIVAL TARGATO BRINZI

lunedì 08th, agosto 2022 / 16:09
CHIUSI, ACROBATI CUBANI E CONCERTO “INTIMO” DI VIOLINO PER LA CHIUSURA DI ORIZZONTI, PRIMO BILANCIO DEL FESTIVAL TARGATO BRINZI
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CHIUSI – Ieri sera si è chiuso il sipario sull’edizione del ventennale del festival Orizzonti. E si è chiusa con uno spettacolo particolare: un po’ danza, un po’ teatro, un po’ circo… Sul palco i ballerini-acrobati dell’Havana Acrobatic Ensemble, che tra salti impressionanti, capriole, altalene, piramidi umane, pattini ed esercizi ai classici attrezzi da circo, hanno raccontato una storia d’amore e morte ispirata alle opere di Gabriel Garcia Marquez, con musica latino americana (da  Historia de un amor, a Besame mucho, da Amado mio, a Corazon espinado di Santana…). Insomma un finale in salsa cubana (è il caso di dirlo). E applausi a scena aperta per i giovani  artisti arrivati da la Habana…

Ma a dire il vero a chiudere il festival non sono stati i ballerini cubani, quanto una “carezza della buonanotte”, così l’ha definita il direttore artistico Marco Brinzi, visibilmente emozionato: un concerto di due giovani violiniste della Scuola di musica del Trasimeno, Margherita Dispensa e Lorenza Plescan, che nella magica cornice dei Lavatoi, sotto le stelle, hanno eseguito brani di Mozart, Leclair ed Elgar…

Atmosfera magica, molto intima, musica soft a volume basso. Sembrava di stare nella limonaia di una villa settecentesca dove le figlie del nobile intrattenevano gli ospiti offrendo un saggio del loro virtuosismo. Un finale raffinato ed elegante insomma. Un bel modo per valorizzare la location e anche per chiudere la manifestazione e dare l’appuntamento al prossimo anno.

Il concerto finale di Orizzonti 2022, ha fatto capire benissimo infatti a cosa può servire il restauro dei vecchi lavatoi, un’opera che è costata parecchio, ma che adesso è un patrimonio culturale (anche della cultura materiale) recuperato e un luogo restituito alla comunità, per eventi di nicchia, suggestivi.

Era emozionato Marco Brinzi, lo abbiamo detto. Ma crediamo fosse anche soddisfatto, perché il festival, pur senza clamori, è andato come doveva andare. Molto bene con i nomi più famosi (Rubini, Lella Costa, Beatrice Schiros…), e questo era prevedibile, ma non scontato. Per il resto bene anche la serata con gli allievi del corso dei Macchiati, ormai compagnia della Fondazione Orizzonti. Bene le serate musicali. Un po’ meno bene, come quantità di pubblico, gli spettacoli e gli eventi pomeridiani, ma con 36 gradi all’ombra era difficile ottenere di più.  Anche nelle edizioni passate, gli eventi pomeridiani o quelli di contorno faticavano, talvolta anche con nomi famosi. Il festival si è tenuto sullo standard, senza alzate d’ingegno o piece fuori dalle righe, ha portato a Chiusi artisti di rilievo, scrittori di grido, musicisti validi, come del resto ha sempre fatto nei 20 anni precedenti confermandosi come uno degli appuntamenti più importanti dell’estate nella zona.

Chiusi di notte si è animata e anche questo non è poco. Un festival questo deve fare, alla fine: animare una città, portare gente in piazza.

La mostra con le foto del soldato Orest del Battaglione Azov ha fatto parlare parecchio, ha suscitato un dibattito forse non previsto, ma assolutamente prevedibile. E il dibattito male non fa. Mai. Per l’iniziativa è tutta pubblicità che porterà visitatori anche dopo il festival. Anche perché, purtroppo, la guerra in Ucraina continua a fare morti e macerie…

Il bilancio vero di questa edizione targata Brinzi si farà più avanti, a bocce ferme. Così a caldo viene da dire che il festival chiusino non ha volato altissimo, ma non è stato un flop. La proposta artistica è stata apprezzata e la scelta, come spettacoli clou, di  tre monologhi  su temi caldi e su aspetti della vita, ha conferito a Orizzonti 2022, anche una sorta di “bussola”, per orientarsi, secondo una precisa modalità, quella della narrazione, in questi tempi complicati dove spesso si smarrisce il senso stesso della vita e la memoria…

Non sappiamo se dal punto di vista economico-finanziario il festival ha risposto alle attese e alle previsioni, se è rientrato nei costi… Lo sapremo più avanti. Così come più avanti tireremo le somme sulla proposta culturale, su cosa ha funzionato e cosa no, su cosa lascerà questa edizione del ventennale… Oggi, però, a sipario appena chiuso, Brinzi e i ragazzi dello staff che per dieci giorni hanno accompagnato gli eventi occupandosi della logistica, della gestione dei posti, della biglietteria, della vigilanza, possono godersi gli applausi ricevuti e un po’ di meritato relax. Chiusi ha risposto presente…

A settembre il Cda della Fondazione Orizzonti dovrà essere rinnovato. Potrebbe essere quella l’occasione per aprire una discussione anche sul resto: sul rapporto Comune-Fondazione, sulle proposte culturali, sulla direzione artistica, sugli eventi in concomitanza (secondo noi andrebbero evitati), su come coinvolgere negli eventi maggiori anche le frazioni e i quartieri, su come far emergere e valorizzare i talenti e le eccellenze locali, su quali siano le cose e i soggetti da promuovere… Perché di questo bisognerà pur parlare una buona volta.

Esattamente 10 anni fa come primapagina proponemmo gli “Stati generali della cultura” proprio per sviscerare, anche tra gli addetti ai lavori, queste tematiche. Li vogliamo fare?

Intanto, finito Orizzonti festival, continueranno i venerdì della piazzetta, con la musica live, i mercoledì letterari promossi da Primapagina con la Biblioteca Comunale in piazza Garibaldi allo Scalo. Poi ci saranno i Ruzzi della Conca e altri eventi. L’estate durerà ancora per un po’… L’importante è non perdere l’abitudine ad uscire di casa.

m.l.

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