CHIUSI, DANNEGGIATE DUE FOTO DELLA MOSTRA SUL BATTAGLIONE AZOV: QUANDO IL DISSENSO DIVENTA VANDALISMO
CHIUSI – Molti hanno espresso dubbi, perplessità e critiche rispetto alla mostra “Questo è tutto” con le foto del soldato Orest del Battaglione Azov, allestita a Chiusi, per iniziativa del cinefotoclub I Flashati, con il patrocinio del Comune e della Fondazione Orizzonti. Ma nella notte, appena 24 ore dopo la chiusura del festival, qualcuno è entrato in azione, passando dalle parole ai fatti. Due delle foto in esposizione, precisamente quelle poste all’esterno del complesso dei vecchi Lavatoi di Porta Lavinia, sono state danneggiate e staccate dai supporti.
Un atto vandalico, più che una espressione di dissenso.
“Si può essere più o meno d’accordo con certe iniziative, si può esprimere il proprio dissenso, è un diritto sacrosanto, purché lo si faccia in modo civile.
Atti del genere non servono a niente, rappresentano una mancanza di rispetto nei confronti degli altri, soprattutto verso chi ha impiegato tempo e risorse per la stampa e l’allestimento, ma sono una mancanza di rispetto anche verso se stessi, come membri di una comunità che dovrebbe essere in grado di risolvere i problemi in altro modo“, questo il commento a caldo del sindaco Sonnini, affidato ai social.
Pur avendo anche noi, come primapagina, chiesto fin dall’annuncio della mostra, che l’iniziativa fosse accompagnata da una spiegazione puntuale e precisa, soprattutto da parte del Comune e della Fondazione, su cosa è che cosa rappresenta il Battaglione Azov, di fronte al danneggiamento delle due foto, siamo d’accordo con il sindaco. Non è con atti del genere, che si esprime il dissenso sia pure nei confronti di una mostra controversa.
Gli atti vandalici, i danneggiamenti non sono mai la soluzione. E nel caso specifico il danno oltre che alle foto e a chi le ha allestite è stato fatto anche a chi ha espresso civilmente e democraticamente un’opinione contraria o ha posto domande legittime.
Ed è stato fatto,, nel complesso a tutta la città, all’immagine di essa.
Noi rimaniamo convinti che quelle foto avrebbero dovuto essere spiegate meglio, perché Orest e il Battaglione Azov non sono e non possono essere considerati soggetti neutri, o semplici testimoni di una guerra sporca. Sono attori consapevoli di quella guerra e di ciò che l’ha scatenata negli otto anni precedenti. Rimaniamo dell’idea che sia stato un errore considerare il soldato Orest alla stregua di un qualsiasi reporter di guerra. Ma non abbiamo mai contestato la mostra, o chiesto che venisse rimossa.
Il fatto che siano state danneggiate proprio le due foto poste ai Lavatoi, cioè nel luogo che ha visto domenica sera la chiusura del festival Orizzonti, con il concerto di violino di Margherita Dispensa e Lorenza Plescan, quelle e non altre sparse in vari punti del centro storico, anche più appartati, forse non è del tutto casuale e vuole essere un segnale di dissenso anche verso il festival.
In ogni caso, se di dissenso politico di tratta, sarebbe opportuno che l’autore o gli autori del gesto, se ne assumessero la paternità. Come facevano gli anarchici nell’800 e anche i brigatisti… Agire nell’ombra, contro bersagli inerti, è tutt’altro che da rivoluzionari se qualcuno pensasse di esserlo.
Se la campagna elettorale per le Politiche comincia così, c’è da stare poco allegri.
m.l.
Il danno morale fatto con la mostra non conta?
Su codesto aspetto sono usciti una decina di articoli… Non a caso abbiamo chiesto fin dall’annuncio della mostra che venisse quantomeno spiegata. Proprio perché non si desse l’impressione che Chiusi fa propaganda al battaglione Azov…
Trovo che il danno fatto alle foto possa anch’esso rivestire un significato non solo verso le foto stesse come opere ma- dopo tutte le critiche giuste o sbagliate che hanno sollevato- tale atto secondo me ha un valore che è fatto espressamente per ritorsione contro chi abbia criticato e per mettere in evidenza ciò che secondo me è venuto da parte di tutti coloro che hanno detto che sarebbe occorsa prima una spiegazione di tale mostra e quindi chi si sia posto dal lato della critica.Credo che chi compia un atto del genere pensi alle conseguenze di quell’atto e che la distruzione di un opera venga fatta appositamente perchè venga rivolta verso coloro che adesso verranno facilmente vestiti di un colore di insopportabilità ,autoritarismo e negazione di ogni libertà perchè hanno osato criticare. Un atto di natura POLITICA prima che delinquenziale,che chi l’ha prodotto probabilmente pensa che serva di condanna per coloro che hanno mosso critiche perchè venga evidenziato un senso di irrefrenabile visione a senso unico. E’ contro questa pasta di crassa ignoranza che andrebbero ripristinati i ”corsi di rieducazione”, ma non ai lavatoi bensi in qualche altro posto da dove si possa seminare il grano e vedere crescere le spighe prima di essere rimandati a casa propria…. Se non si comprende che questo che è avvenuto è un atto POLITICO ci si schiera nelle fila di coloro che insorgono sempre dicendo che ”la sinistra vede sempre la politica in tutto” ed anche in queste cose, costume ed atteggiamento mentale tipico di coloro che non hanno mai in vita loro misurato gli atti con la politica ed il sociale ma solo con le pulsioni individuali. E di questi che farebbero gola a parecchi dottori è pieno il mondo….
Una decina di articoli dove ? Come sai io non sono su facebook e quindi non posso vederli se fossero lì, ma li leggerei volentieri tanto per capire cosa pensa la gente e dove si vada a parare..
su primapagina…
L’ideologia è un continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c’è. Se c’è chissà dov’è. (Una gabbia).
Per Sergio Wedenissov….Ed infatti le cose importanti che succedono e che sono successe nel mondo dipendono tutte dalla pulsioni individuali, l’dea non conta nulla alla fine..vero ?. Tutta masturbazione mentale…..Complimenti davvero ! Forse il collegamento con tale ammissione non lo comprenderà ma nei casi più macroscopici successi su quel terreno – delle ideologie intendo- le ricordo almeno due o tre cosette che hanno fatto e prodotto qualche pezzettino di storia, come il Caso Dreyfus, l’Incendio del Reichstag, il caso dei coniugi Rosemberg durante il maccartismo, compiuti ed avvenuti proprio per ottenere l’effetto desiderato.Cioè la promozione delle falsità che servano per accusa degli altri verso i quali ci si opponga.Se l’uso di questa materia le sembra estraneo anche ai casi più piccoli,di periferia e di ”cazzate” come questa da tirare in ballo una ideologia che possa essere estranea anche a questi piccolissimi e microscopici casi come questo delle foto rovinate, credo che i soldi andrebbero meglio spesi almeno così diceva qualcuno a Chiusi in passato :”pori i mi soldi”….Altra cosa riguardo alla definizione di ”gabbia” che lei nomina: Se per lei l’osservare i fatti e criticarli ricercando l’interesse ad evocarli seguendo una idea e basandosi sulla storia possa costituire una gabbia che possa limitare il vedere la realtà, credo proprio che sia su un terreno valutativo totalmente errato e comunque forse-me lo lasci dire- la sua presunta istanza di libertà essendo scevra da gabbie – e forse anche me lo consenta da quanto immagina lei esente da precostituzioni- cozza contro ciò che racconta la storia,non come valore che io che sono ” il sig. nessuno” attribuisco, ma la storia come valore assoluto ed i fatti materiali che viviamo.Mi sembra che siamo diametralmente su un pensiero opposto l’uno ad un altro….ma si fà per dire perchè poi quanto ne deriva è quello che vediamo intorno: l’interpretazione che attorno ad un fatto,l’uno ne fa un fatto di gabbia ideologica che avrebbero gli altri mentre l’altro è influenzato dal pensiero che tutto sia possibile senza andare a ricercarne i perchè.Estremizzo ? O mi sbaglio ? Guarda caso, la critica che fa Scaramelli al fatto mi sembra pacata e giusta ma chissà perchè non trovi corresponsione e condivisione nelle forze politiche che sono maggioranza al punto che meno se ne parla e meglio è.Secondo lei questo dipende da una impostazione individuale e la politica non c’entra nulla perchè sennò si entra in una gabbia ? Mah….