IL SENATORE FERRARA (M5S): “DI MAIO? UN SABOTATORE”
Il 14 maggio scorso il senatore Gianluca Ferrara del M5S era con noi, a Chiusi, alla manifestazione per la pace promossa da Primapagina insieme al M5S stesso e ad alcune forze della sinistra (Possiamo, Sinistra Civica ed Ecologista, Sinistra Italiana, Potere al Popolo). Nell’occasione parlò dei malumori del Movimento sull’aumento delle spese militari, sull’invio di ulteriori armi all’Ucraina e soprattutto sul mancato coinvolgimento del Parlamento da parte del governo Draghi. Espresse insomma posizioni molto diverse da quelle del ministro Di Maio che, anche per questa diversità di vedute, ha abbandonato i 5 Stelle per formare un suo movimento politico, per ora solo gruppo parlamentare, con una cinquantina di seguaci. E oggi, con una intervista a Repubblica il sen. Ferrara prende decisamente le distanze da Di Maio e dalla sua scissione. Ci sembra interessante riportare alcuni stralci dell’intervista.
Alla prima domanda su che aria tira nel M5S adesso che Di Maio se n’è andato, risponde così:
“Noi non nutriamo rancore, guardiamo avanti continuando a realizzare il nostro progetto di una società più equa, sostenibile e moderna. Era evidente che si viveva una contraddizione interna, alcuni soggetti li avrei collocati nella vecchia Alleanza Nazionale di Fini. La nostra forza politica, invece, vuole essere il perno di una comunità moderna, progressista, ambientalista, che tende la mano a famiglie ed imprese in difficoltà, in grado di ripristinare entusiasmo e partecipazione nei tanti che in questo momento si sentono disillusi proprio per l’incoerenza e la miopia di certi politici”.
Con questa risposta Ferrara ricolloca, di fatto, il M5S in un’area meno “ibrida” e cancella il vecchio “né con la destra, né con la sinistra”, affermando che il Movimento vuole far parte di una comunità “progressista-ambiantalista”… Come a dire che i molti elettori di destra che votarono 5 Stelle nel 2018 possono accomodarsi con Di Maio…
Del quale Di Maio dice testualmente:
“Noi siamo delusi perché siamo stati eletti per portare avanti temi in grado di migliorare la vita degli italiani. E l’abbiamo fatto sacrificando persino i nostri affetti più intimi. E’ triste, invece, constatare che non tutti erano persuasi da questo orizzonte etico… Con il ministro Di Maio, pur avendo avuto posizioni diverse in politica estera, ho lavorato ricevendo e dando correttezza. Ciò su cui riflettevo è che lui entrato nelle istituzioni all’età di 26 anni, ne ha trascorsi 9 nei palazzi, si evince che la sua storia politica l’ha vissuta più dentro che fuori. Ma noi siamo nati per cambiare il palazzo, non per farci plasmare, non per affezionarci a ruoli o posizioni. Luigi si è istituzionalizzato”.
Molti l’hanno seguito però, chiosa l’intervistatore. E Ferrara anche su questo è piuttosto tranchant:
“Ciò che mi mette più tristezza sono proprio alcuni suoi seguaci, una corte di persone di cui mi risulta che la maggioranza non si tagliasse lo stipendio come previsto dal nostro regolamento, che sono stati eletti avendo posizioni “pacifiste” e poi sono diventati militaristi al limite del fanatismo. In altre parole sono diventati più realisti del re. E’ emerso un tradimento valoriale talmente abnorme che ora temono di scrivere persino su facebook per non ricevere uno tsunami di insulti”.
Sulla questione del secondo mandato come limite invalicabile per gli eletti 5 Stelle, limite che Di Maio dopo averlo teorizzato si è rimangiato in un boccone, il sen. Ferrara è altrettanto duro:
“In realtà alcuni non avrebbero meritato nemmeno un semestre. Soggetti che declinano con l’Io, divisivi e sovente assenti dai lavori. Io sono contrario al terzo mandato. Si possono trovare formule per usufruire dell’esperienza acquisita per essere utili in altre realtà, ma in linea di massima a trascorrere più di 10 anni nello stesso palazzo si rischia di perdere energia ed entusiasmo. Le persone possono cambiare ciò che conta sono le idee, questo è lo spirito su cui si fonda il nostro progetto”.
Quanto alle conseguenze della scissione di Di Maio sul M5S e a caduta sul governo Draghi, lo stesso Ferrara dice chiaramente che il Movimento farebbe bene ad uscire prima possibile se il governo dovesse insistere sulla linea attuale:
“Noi siamo, in un momento estremamente complesso per il Paese, entrati in questo governo Frankeistein rispondendo a una esplicita richiesta di unità nazionale del presidente della Repubblica. Non spetta a me decidere, ma, a mio avviso, il M5s sta pagando un prezzo davvero troppo alto. Credo sia opportuno uscire il prima possibile se si dovesse continuare a voler depauperare provvedimenti virtuosi come il superbonus, a minacciare il Reddito di cittadinanza, a non seguirci pienamente sulla strada della diplomazia e non perseguire quella delle armi e, infine, nel non realizzare misure indispensabili come il salario minimo”.
In quanti la pensano come lei nel M5S, chiede ancora l’intervistatore. E Ferrara risponde così:
“Mi sembra che sia un sentimento diffuso e condiviso nella nostra base”. Aggiungendo che la leadeship di Conte non solo non è in discussione, ma è ancora più forte:
“Agli inizi del 2021 scrissi un articolo per il Fatto Quotidiano in cui gli chiedevo di entrare formalmente nel Movimento e di diventare nostra guida e costituire una nuova organizzazione per radicarci sui territori e ridare voce alle idee e ai bisogni della nostra comunità. Sono molto fiducioso che ora senza sabotatori e con il lavoro di rete che si sta facendo nei territori, torneremo ad essere determinanti”.
Il termine “sabotatori” la dice lunga su cosa pensi Gianluca Ferrara della scissione operata da Di Maio e dei parlamentari che lo hanno seguito.
Adesso, nei territori che succede? chi del vecchio M5S sta con Di Maio e chi con Conte e Ferrara? a Chiusi, per esempio l’ex consigliera comunale e figura principale del Movimento che già alle scorse elezioni comunali è passata dall’opposizione all’alleanza con il Pd, è schierata decisamente con Ferrara (e Conte). Ma il grosso dell’elettorato 5 stelle ha votato e sostiene invece la lista di minoranza Chiusi Futura, appoggiata dalla destra e forse non si riconoscerà nel campo “progressista-ambientalista” che il senatore Ferrara indica come l’ambito di azione del Movimento.
Sarebbe interessante sapere come la pensano i 5 stelle di Città della Pieve, di Montepulciano, di Castiglione del Lago, di Panicale e Piegaro… Sempre che esistano come presenza attiva… Qualcuno, alla citata manifestazione per la pace del 14 maggio a Chiusi, applaudì Ferrara… Oggi, dopo la diaspora di Di Maio, sarà della stessa opinione?
Sarò lieto di soddisfare la sua curiosità!! Mi chiamo Spiezio Gennaro, attivista m5s città della pieve, piegaro e chiusi. Gli attivisti e portavoce dei suddetti comuni si riconoscono in toto nella guida del presidente Conte.
Il mio amico,Pratino,diceva sempre : …È quando fininno l’ argento e l’ oro, cominciarono a metteselo in …. tra di loro !!
La scorsa settimana i gruppi degli attivisti M5S Piegaro, con il portavoce comunale Luca Sargentini, Chiusi e Città della Pieve si sono riuniti per parlare della questione inerente la fuoriuscita di Di Maio dal Movimento 5Stelle. Tutte le persone presenti hanno ribadito i valori fondanti del Movimento portati avanti dal Presidente Conte . Il Senatore Ferrara nella sua intervista si è fatto portavoce di tutti noi sottolineando l’importanza di ascoltare la base e di parlare In maniera inclusiva: ….”Soggetti che declinano con l’Io, divisivi e sovente assenti(specialmente nei territori aggiungiamo noi)..”Io sono contrario al terzo mandato”. Concordiamo con la risposta di Ferrara alla domanda:”La leadership di Conte nei 5 Stelle è ancora salda?”
“ANCORA DI PIÙ !”.