CHIUSI, COLLETTIVA DI FOTOGRAFIA DALL’1 AL 10 LUGLIO: 8 FOTOGRAFI E UN GRANDE VIAGGIO NELLA TERRA DI CONFINE
CHIUSI – Si terrà dal 1 al 10 luglio, in varie location del centro storico la mostra fotografica “collettiva” IL VIAGGIO NEL VIAGGIO. Sottotitolo: “L’anima dei fotografi della terra di confine”. E per terra di confine si intente questa terra, la terra a cavallo tra Umbria e Toscana, dove 8 fotografi, tutti del territorio, alcuni autoctoni, altri diciamo così di “adozione”, che l’hanno scelto per viverci, propongono il loro personale punto di vista su paesaggi, scorci non sempre visibili ad un occhio disattento, su personaggi, culture e, storie, silenzi e ironie… compresa l’ironia dello sguardo di qualche statua che da 2000 anni ci osserva e sorride…
“Soprattutto viaggiare. La fotografia viene dopo, Il fotografo anche. Ma il viaggiare è la causa di tutto”, hanno scritto gli autori e promotori della mostra nella presentazione. E sarà un bel viaggio per immagini. Soprattutto in questa strana terra di mezzo e nei volti stessi, nelle sensazioni di chi la abita. Ma non solo, ci saranno anche scatti relativi ad altri viaggi.
Gli 8 fotografi sono Andrea Fuccelli, Carlo Sacco, Enzo Ragazzini, Gianni Aggravi, Giulia Fuccelli, Marco Mencaglia, Mauro Sini, Stefano Raimondi, tutti, come dicevamo legati a questa terra posta al confine della Toscana desiderosi di coinvolgere, attraverso i loro scatti, l’osservatore nel loro viaggio personale.
Le foto saranno esposte in vari luoghi del centro storico di Chiusi: nei tre musei (Nazionale archeologico, Cattedrale e civico,) nella Torre campanaria… Una esposizione suggestiva che sfrutterà da un lato la particolarità della location, la presenza di reperti e testimonianze della storia e della civiltà locale che faranno da sfondo, dall’altro la sapiente regia scenografica di Fabrizio Nenci, uno che di scene e luci se ne intende.
Di fatto la mostra si apre con i festeggiamenti patronali in onore di Santa Mustiola e durerà fino alla fine del Lars Rock Fest, evento clou dell’estate chiusina in programma dall’8 al 10 luglio. Chi verrà per la mostra fotografica troverà insomma anche un contesto di festa e di varie iniziative, chi verrà per altre cose e per la musica potrà tra una serata e l’altra apprezzare ciò che la città offre sul piano storico-culturale e anche artistico. La fotografia è spesso informazione, comunicazione, cronaca, ma è anche racconto, ricerca, sperimentazione, introspezione, in una parola è arte.
m.l.
Nella foto: Stefano Raimondi, uno dei fotografi protagonisti della mostra.
Mi dispiace ma da qualche parte deve esserci un errore di comunicazione : i fotografi sono 9 incluso Giuseppe Della Maria con i suoi ritratti di centenari
L’articolo si può correggere, ma tutti i post che circolano, anche quelli dei promotori e autori, riportano solo 8 nomi…
Io spero che il termine ”Terra di Confine’ possa essere esteso attualmente per ” fare cultura” anche ad altre località che hanno un interscambio storico con il nostro territorio.Spero vivamente come promesso dal Comune di Città della Pieve per esempio che siano organizzati incontri e mostre, prima che ” tutto precipiti nel buio”.Uso questo termine che apparirà di sicuro un termine ” estremo” ma la realtà che ci stà di fronte di penuria e scarsità di mezzi non credo porterà in un futuro prossimo a poter usufruire da parte di tutte le amministrazioni del territorio dell’immane archivio di beni culturali e di documentaristici che questo contiene. Iniziative si sono fatte di certo, altre messe in programma, ma credo che occorra-e questo è il mio modesto pensiero- una SVOLTA VERA anche forte verso l’amministrazione e la finalizzazione delle risorse economiche. Intendo dire che nel passato ed anche in quello recente si sono costruite strutture che secondo me coinvolgono i cittadini ma li coinvolgono in attività quasi prettamente ludiche anche se tali attività affondano nel passato della storia dei nostri paesi. Non vuole essere questo un tuonare contro le iniziative che sono state prese e quelle che sono in ponte ma credo che occorra puntare al coinvolgimento di ” satelliti culturali” più lontani ed al loro coinvolgimento ed applicazione e tali satelliti certamente non possono essere solo il Palio dei Terzieri o similari negli altri comuni, perchè nessuno credo li voglia cancellare ma penso agli interessi di gruppi culturali verso una quantità di materie che possono lasciare il ”segno vero” nella gente e nell’accrescimento della cultura su di essa. Per quanto mi riguarda fino a questo punto temporale ho creduto in questo percorso e per le mie capacità sono stato disposto a prendere iniziative o piccole iniziative di natura della materia sulla quale mi sentivo ad una certa altezza del compito, ma di sicuro anche se gli incontri con le amministrazioni sono stati positivi nel teritorio di confine ed in quelli attigui,sono scaturite tante belle parole, tanto ascolto,tanta meraviglia e tanta apparente accettazione ma fin’ora ne è scaturito il ”nulla assoluto”.Mi rendo perfettamente conto che le condizioni e le situazioni non possono essere paragonate a quelle delle grandi città o dei capoluoghi di provincia ma spesso o quasi sempre le progettualità risentono anche di imput locali nei quali si stempera l’abbraccio che tende a soddisfare gli interessi ” degli amici degli amici” e quindi tutta la progettualità a parole rimane dentro un cassetto ed alla fine non serve perchè non raggiunge il suo scopo ed alla gente alla fin fine non rimane nulla dentro e ciò che rimane ” se non viene annaffiato” si secca in un tempo anche breve. Dico soprattutto questo e sono sicuro di poter affermare una verità oggettiva quando dico che ”le cose le facciano le persone”, e dalle persone dipendono, ed in tal senso il carattere politico delle appartenenze passa in secondo piano. Nelle vecchie amministrazioni di Città della Pieve per esempio ,un impulso significativo nel campo della cultura l’hanno fornito persone come il Dott.Valerio Bittarello ed il Dott.Carmine Pugliese e mi sembra-anche se da lontano- io stesso per quanto ho visto e percepito, possa dare un giudizio positivo del loro competente operato. Ecco perchè la cittadinanza và coivolta in questo percorso e le risorse -secondo il mio pensiero e la mia visione- debbano andare verso questa direzione.Si aspetta l’estate per esprimere la fioritura ma i fiori debbono essere annaffiati tutto l’anno ed a questo ci deve pensare la politica uscendo dal localismo e non delegando.Posso parlare anche in tal modo anche per Chiusi affinchè possa essere date con un carattere di permanenza competente e soprattutto ”politicamente neutra” a vere iniziative culturali che non necessariamente possano essere mostre o presentazioni di libri, ma incontri all’interno dei quali si parli di visioni culturali diverse, che portino la gente ad uscire dall’impostazione ”main stream” perchè quella ce la forniscono anche i canali TV ed i giornali, ma oggi viviamo in un mondo interconnesso-dove accanto anche a tanta spazzatura-esistono delle fruibilità serie ed attendibili che possono essere portate verso le menti delle persone.In pratica ” IL SAPERE ED IL VEDERE IL MONDO CON GLI OCCHI DEGLI ALTRI” serve e questo è un accrescimento vero e culturale che nel tempo difficilmente degrada, anzi, si arricchisce all’interno di un meccanismo che-guarda caso- contrasta semprepiù con quello che i mezzi di informazione ci vorrebbero imporre-nel loro subdolo giuoco di far risultare pensieri ”embedded” al nostro interno. E lo si capisce di certo che tutto questo al sistema non faccia piacere e che solo al profilarsi delle differenze questo corra ai ripari soprattutto col sistema politico nel quale sguazza di tutto,dall’onestà culturale alla totale disonestà culturale e consapevole,ma anche a tanta inefficienza cultural-organizzativa.Ma occorre secondo me farsi uno scafandro verso questo dove noi siamo immersi e cercare di ragionare col nostro di cervello, dire senza timore di venire smentito ma andando a parare col confronto aperto le realtà e le problematiche e soprattutto avere lo spirito critico che oggi è quello che maggiormente manca nelle persone,che prese singolarmente possono esprimere una positività di sentimenti e di atteggiamenti, ma che coinvolti nell’agone della politica diventano fantocci per l’uso che se ne fà da parte di questa e dell’organizzazione della politica stessa, ma il fine risulta sempre difficilmente visibile ai più e vengono prese queste come attribuzioni a questo od a quel partito che desidera piantare le proprie bandierine sui singoli fatti. Occorre quindi-secondo me- dare una svolta seria ed anche repentina,soprattutto assumento dentro noi stessi le proposizioni scevre dal localismo e dall’uso di questo in termini politici. Tale metro di misura l’ho sperimentato più volte nella gente di Chiusi per esempio quando nel mio piccolo ho avuto l’iniziativa di fare delle mostre documentaristiche e fotografiche accompagnando le varie argomentazioni con percorsi di spiegazioni, di commenti, di discalie e di incontri sui vari temi.Ho percepito ed ho anche toccato materialmente con mano che in tali occasioni la gente viene emotivamente coinvolta e mostra un interesse anche grande verso gli argomenti di cui si parla e che vengono sciorinati e messi in evidenza e questa è una pulsione che a me personalmente come credo a molti riservi molto piacere perchè consiste in un ”qualcosa” che passa dall’uno all’altro ed anche diventa patrimonio di conoscenza dell’altro che se lo assume permanentemente dentro se stesso. Non perchè vanti e sia animato da un desiderio di emulazione di quanto contenuto in me stesso proiettato verso gli altri, proprio questo spesso anche di insegnati e docenti, ma questa credo sia anche la spinta per poter trasferire verso gli altri le proprie esperienze e conoscenze, le proprie emozioni ed anche le proprie visioni di vita, di ricerca ed interpretazioni della realtà che ci circonda.
E credo non ci possa essere cosa più bella e soddisfacente da parte degli individui chè lo scambio delle proprie esperienze e dei propri mesaggi culturali,perchè proprio questi creano dentro le persone una condizione nuova dalla quale allargare lo sguardo.Ho cercato di usare parole semplici e concetti anche lapalissiani per definire gli imput che dovrebbe osservare la politica e non è per dimostrare che io creda in senso individualista e personalistico a questi messaggi che ho scritto ma il senso di tale impostazione e visione l’ho scritto anche sulla lapide di mio zio Solismo Sacco che a Città della Pieve ed anche a Chiusi e nel territorio del Trasimeno(visto che si parla di territori) tutti hanno conosciuto e non per celebrare quella chè fu la sua visione del mondo ma per validare un principio che è quello delle parole a lui dedicate:
”Tu sei morto ma ciò che hai fatto resta e si mischia e si confonde nel divenire della storia della tua gente”. Ecco perchè quasi sempre, per non dire sempre, io non possa condividere e mi incazzi quando sento o leggo in tante occasioni nelle analisi delle questioni,come per esempio (ne cito una più attuale ma se ne potrebbero citare a migliaia)quelle sulla guerra attuale fra Russia ed Ucraina che ” la fotografia della situazione sia quella di distinguere fra aggressore ed aggredito”. Ma è troppo difficile pensare diversamente da questo e pensare che l’uso di tale impostazione non rappresenti l’utilità solo di una parte quando se ne oscuri le cause degli scatenamenti della violenza per le quali non si vadanoa ricercare le radici che l’hanno prodotta ? Oppure che dal momento-come diceva Macchiavelli che – la guerra non è che la la continuazione della politica fatta con altri mezzi- le cause che la provochino passano in secondo e terzo piano e che da un mondo embedded mediaticamente come è il nostro le ragioni stiano dalla parte dell’aggredito od almeno quelle dell’altro siano così flebili da essere trascurate e che nemmeno siano portate in evidenza e presto dimenticate ? Ma a cosa serve la nostra vita se ci dimentichiamo della storia ? Eppure abbiamo sentito il nostro Predidente del Consiglio recitare le precise parole in occasione della cessione delle armi all’Ucraina :” La Russia deve perdere….”. Ma l’avete nominato e non eletto voi come maggioranza di partiti questo,ce ne rendiamo conto oppure no ? Siamo ancora alla preistoria e personalmente non mi sento rappresentato da nessun partito che lo sostiene in questo momento e mi sembrano argomentazioni sufficienti queste che ho citato.Ed allora, credo che sia difficile continuare su questo terreno sia di logica, sia della verifica di culture politiche che nel tempo si sono degradate e che hanno portato allo sfascio in una ridda di anni che abbiamo vissuto ed anche che abbiamo tutti pagato.E secondo voi l’ultima invenzione in politica del ” campo largho” paga e soddisfa tali direzioni oppure come altre del recente e del lontano passato servono a prendere tempo e ad organizzare forze per il mantenimento dello status quo che è contrraio a quello dell’innovazione e del cambiamento ? E’ una questione da ragazzi dare una risposta.C’ho messo dentro tutto dentro la critica alla cultura come venga espletatat ma tutto è collegato ed operante e chi rifiuta tale visione -almeno i politici competenti che non sono molti-che hanno al loro servizio quelli incompetenti che sono molti di più, lo sanno bene quale sia la piscina da dover pienare, ma l’acqua manca in questi periodi e non è solo questione di siccità e che non piove,ma manca proprio l’acqua che faccia germogliare certe piante che quando si sono seccate non ricrescono più ma cresce un altro tipo di pianta e le forze che la vogliono seminare ci sono sempre e fanno sempre bene il loro mestiere, perchè quello non è fatto di tante masturbazioni mentali come avviene nella sedicente sinistra che sinistra non è, ma bastano poche parole: sottocultura, fame, incertezza e violenza.Sono queste che partorisce il sistema di chi ha sempre regnato e le sà usare al momento opportuno contro gli interessi di coloro che si sono fatti attrarre nella ragnatela dal canto del ragno che conosce bene le sue prede.