QUELLA FAMIGLIA ETRUSCA CHE AVEVA POSSEDIMENTI A CHIUSI E CITTA’ DELLA PIEVE: SULLE TRACCE DEI PULFNA… E FINALMENTE I DUE COMUNI LAVORANO UNITI
CHIUSI – Anche al tempo degli etruschi i ricchi si facevano la villa in collina, dalla quale magari dominavano le loro proprietà. E oltre alla villa, siccome avevano il culto dei morti, anche la tomba se la facevano costruire in luoghi ameni, con splendide viste… Alcune di queste famiglie aristocratiche hanno lasciato traccia del loro nome e della loro ricchezza proprio nelle tombe sparse nel territorio del cosiddetto “Agro chiusino” ovvero la zona intorno a Chiusi, che fu una potente Lucumonia. La famiglia dei Pulfna per esempio, vissuta tra il III e il II secolo a.C. Di essa sono state rivenute tracce nella Tomba del Granduca, nella campagna di Chiusi in direzione del Lago, scoperta nel 1818 e anche nella Tomba di San Donnino, nel territorio di Città della Pieve, verso Fabro, scoperta solo nel 2015. In occasione del restauro e dell’esposizione del corredo della tomba di Città della Pieve e della apertura straordinaria della ‘Tomba del Granduca’ a Chiusi, i due Comuni hanno approvato un protocollo d’intesa per la realizzazione di attività congiunte nella promozione del turismo culturale di qualità. Si comincia sabato 4 e domenica 5 giugno con un pomeriggio di conferenze e una giornata di visite guidate gratuite che permetteranno di fare un tour proprio sulle tracce dei Pulfna, La famiglia etrusca che forse rappresenta il legame più antico, il più antico “intreccio” tra due territori e due città confinanti e molto connesse ancora oggi pur essendo una in Toscana e una in Umbria.
Il primo appuntamento è sabato 4 giugno alle ore 15.30, presso la Sala Conferenze S. Francesco di Chiusi, per un pomeriggio di conferenze divulgative che saranno tenute da studiosi che daranno l’opportunità al grande pubblico di conoscere i monumenti che saranno visibili nella giornata successiva. Dopo l’intervento dei sindaci di Città della Pieve e di Chiusi, Fausto Risini e Gianluca Sonnini, prenderanno la parola Ada Salvi (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo); Paola Romi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria); Giulio Paolucci (Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme); Enrico Benelli (Università degli Studi di Roma Tre) e l’Associazione archeologica Pulfnas.
L’iniziativa si completerà domenica 5 giugno con le visite guidate che permetteranno di toccare con mano il patrimonio archeologico dei Pulfna: la Tomba del Granduca e le urne di Palazzo Baldetti per Chiusi (grazie alla disponibilità del proprietario Ing. Silvio Baldetti), mentre per Città della Pieve l’Antiquarium di S. Maria dei Servi e l’obelisco di Palazzo Della Corgna. Partenza la mattina alle ore 9.10 da Chiusi con transfer riservato (via Porsenna 79, davanti l’Ufficio Turistico Comunale) ed il pomeriggio partenza da Città della Pieve con transfer riservato (piazza Matteotti 4, davanti l’Ufficio turistico Comunale). Le visite guidate sono gratuite con prenotazione obbligatoria allo 0578 298840 – info@cittadellapieve.org (Ufficio Turistico Comunale di Città della Pieve) oppure allo 0578 227667 – info@prolocochiusi.it (Ufficio Turistico Chiusi IAT).
Quando si scopre qualcosa di nuovo (anche se in realtà molto antico) o di poco conosciuto, è sempre un fatto positivo. Arricchisce la conoscenza individuale e collettiva e fa crescere la percezione di quanto sia vasto e rilevante il patrimonio storico-artistico-archeologico di zone come queste. Ovviamente la storia dei Pulfna, suggestiva ed emblematica dell’epoca etrusca nell’area di Chiusi, offre lo spunto per capire meglio come vivevano gli etruschi del III e II secolo a.C. già avviati alla romanizzazione e non solo come seppellivano i loro morti. Aiuta a capire le differenze sociali, tra ricchi e poveri, tra caste aristocratiche e popolo e questo è importante. L’iniziativa congiunta Chiusi-Città della Pieve su questa particolarissima “connessione” territoriale e storica fa anche capire quanto antiche siano le radici di un rapporto che ancora oggi, tra chiusini e pievesi è non solo di vicinanza geografica, ma anche di sangue, di legami familiari, lavorativi, scolastici, culturali…
I due sindaci nel presentare l’evento hanno anche posto l’accento sul valore dell’iniziativa “nell’ottica del potenziamento dell’offerta turistica locale. Una sinergia che porta indubbiamente valore aggiunto”.
Su questo aspetto, crediamo che la conoscenza della storia dei Pulfna, per quanto interessante essa sia, aggiungerà poco o niente al flusso turistico delle due città. Sarà difficile che in futuro arrivino pullman di turisti italiani e stranieri appositamente per vedere cose che già sono visitabili (più o meno) anche adesso… Lo abbiamo già scritto: gli etruschi purtroppo, dal punto di vista turistico non “tirano” o tirano meno del Rinascimento o di un bicchiere di vino Nobile o di Brunello. Questo perché gli Etruschi sono un prodotto di nicchia, commercialmente e turisticamente parlando. E l’archeologia diventa un motore potente per il turismo solo laddove il sito da visitare è grandioso, imponente ed ha a che fare con la vita dei vivi e non solo con le sepolture dei morti… Si pensi a Pompei o ai mosaici di Piazza Armerina, per non parlare di Roma o delle vestigia romane di Aosta.
Il fatto a nostro parere più rilevante di questo doppio appuntamento del 4-5 giugno, sulle tracce dei Pulfna, è il “protocollo d’intesa” tra i due comuni, la decisione di procedere e lavorare insieme, intanto su questa cosa specifica, più avanti magari anche su altro. Per Chiusi il paese confinante con cui le relazioni sono più forti è senza dubbio Città della Pieve e per Città della Pieve è Chiusi. E la Chianetta, che durante i mesi del lockdown sembrava il Rio Bravo, non è il Rio Bravo…
m.l.