CHIUSI, VOCE DEL VERBO CHIUDERE. MA IL CHIOSCO DEL TEATRO VA RIAPERTO…
CHIUSI – “Houston abbiamo un problema, qui… “, dice uno degli astronauti della navicella spaziale Apollo 13 nel film omonimo di Ron Howard del ’95. Noi, in questo momento non siamo nello spazio, siamo a Chiusi. Che rischia di vedersi citata nelle guide turistiche come “piangente cittadina di origini etrusche al confine tra la Toscana e l’Umbria”. Perché “ridente” farebbe pensare a millantato credito…
Sindaco Sonnini, abbiamo un problema qui, verrebbe da dire citando l’astronauto dell’Apollo 13… Può sembrare anche un problemino banale. E invece è una debacle che rischia di essere devastante sull’estate che sta per cominciare…
Parliamo della mancata riapertura di un bar. Che però non è un bar qualsiasi. E’ un chiosco estivo di proprietà comunale, affidato in gestione tramite pubblico bando. La questione dunque non è una questione privata, come è stato o potrebbe essere per altri bar. Il chiosco in questione è quello che si trova davanti al Teatro Comunale e al Museo Nazionale. Un luogo storico di Chiusi, da sempre molto frequentato da aprile ad ottobre. “E la prima volta da che sono nato che di questi tempi il baretto è chiuso…” commentava ieri, domenica 15 maggio, un chiusino habitué del luogo, giovanile e sportivo, m già sopra i 70… Lo scrittore Giovanni Ferrara cita il chiosco chiusino nel suo libro “La sosta” del 1996..
Non sappiamo esattamente quali siano i problemi che ne hanno impedito la riapertura, se siano di tipo amministrativo, gestionale, legati alle normative di sicurezza e igiene pubblica… Sappiamo che la gestione era cambiata un paio di anni fa, non senza qualche strascico polemico, sempre tramite bando e assegnazione da parte del Comune. Le norme anticovid avevano imposto restrizioni e adempimenti, tipo installare un bagno aggiuntivo di quelli provvisori, chimici, che si usano nei cantieri o per gli eventi.
Quest’anno però, con l’inizio della bella stagione, il Chiosco (che gestisce anche il bar del teatro) non ha riaperto.
vedere quell’angolo di relax all’ombra di quel grosso cedro che era già lì nel giugno del ’44 quando il Mascagni fu preso a cannonate e sulle scale e tra i palchi infuriò una feroce battaglia corpo a corpo tra tedeschi e sudafricani, desolatamente deserto, senza più le sedie e i tavoli da bar, senza gente seduta, senza i giovani camerieri che “frullano” servendo birre e caffè, è una desolazione. Fa male al cuore. Viene a mancare un punto di riferimento.
Il danno di immagine per la città è forte perché il chiosco è anche il biglietto da visita del centro storico. La porta d’accesso, diciamo. Il danno alla “qualità della vita” dei chiusini è altrettanto forte, perché viene meno un luogo dove si sta bene e pure l’accoglienza per i turisti ne risente… Non solo: il chiosco è stato negli anni anche uno dei pochissimi posti di Chiusi in cui si è fatta musica dal vivo, favorendo anche la crescita di artisti e band locali.
Quale che sia il problema che non ne ha consentito la riapertura, di chiunque sia la colpa, crediamo, caro sindaco, che la questione debba essere risolta. Riaprire un chiosco estivo non sarà come fare il ponte sullo Stretto di Messina o una stazione in linea. Una soluzione pensiamo si possa trovare.
Crediamo che tutti gli attori di questo film piuttosto scadente, ovvero Comune, gestore, Asl ecc. dovrebbero chiudersi in una stanza e cercare una via d’uscita in tempi rapidi. Diciamo almeno entro il 26 giugno, data della liberazione della città. Per salvare il chiosco e l’estate chiusina.
Per via d’uscita intendiamo un modo per rendere il chiosco idoneo alla funzione e se il gestore in carica non è in grado o non se la sente di andare avanti, operare rapidamente un cambio di gestione anche in via provvisoria. In altri comuni strutture simili sono state affidate ad associazioni o come soluzione d’emergenza ad altri operatori presenti sulla piazza…
Lasciare che il “baretto” resti chiuso nell’indiferenza e nel silenzio generale è la peggiore delle soluzioni. Per Chiusi e anche per l’Amministrazone Comunale.
m.l.
Purtroppo il chiosco non è l’unico dei problemi, un centro storico che ha ambizioni di attirare turisti, ma anche di essere almeno decente per chi ci vive dovrebbe offrire un’immagine diversa, e tra i tanti problemi, forse il principale è la sosta delle auto. In qualunque momento della giornata compresi i fine settimana, quando ci si aspetta anche una maggiore presenza turistica, dal museo fino alla “porta” ormai si pratica una sosta selvaggia, il paese assomiglia più a un parcheggio che a un luogo da gustare passeggiando serenamente. Ci sono altri problemi ma l’immagine è fondamentale, possiamo cercare di offrire tutto quello che si vuole ma se il primo impatto è quello di essere finiti in un parcheggio capisco chi arrivando in visita prende la macchina e se ne va da un’altra parte.
Alle ultime elezioni Amministrative di Sarteano si presentarono 3 liste di candidati.. Questa volta sono due. Per fortuna: con una sola lista si può rischiare il Commissariamento se i votanti partecipanti sono inferiori al 40%. A Sarteano c’è una buona partecipazione al voto come in tutta la Valdichiana… ma il rischio della astensione è sempre più presente.
Il Commento vale per le prossime elezioni Amministrative a Sarteano.
Mi scuso.
Puoi postarlo sotto l’articolo corrispondente. Non possiamo farlo noi, altrimenti compare non a tuo nome. Penseremo noi, poi, a cancellare quello erroneamente posizionato. Grazie