PUO’ ESSERE ENRICO LETTA IL FUTURO SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO. CHE NE PENSA LA BASE PD?

venerdì 29th, aprile 2022 / 14:53
PUO’ ESSERE ENRICO LETTA IL FUTURO SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO. CHE NE PENSA LA BASE PD?
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Se fosse vero sarebbe clamoroso e forse si spiegherebbero anche molte cose rispetto alla linea dell’Italia e del governo italiano sulla guerra in Ucraina. E anche sulla propaganda atlantista (filo Nato) che accompagna le stesse cronache del conflitto sui media nazionali. Soprattutto quelli mainstream. La notizia, a dire il vero, è vecchia di due mesi. Risale al 1 marzo, e a darla, allora, fu la testata on line Affaritaliani.it, il primo giornale digitale uscito in Italia, quindi fonte attendibile e di solito anche bene informata. Si tratta della successione a Jens Stoltemberg come segretario generale della Nato. Il mandato di Stoltenberg scade quest’anno e l’ipotesi che a prenderne il posto possa essere un  italiano, secondo Affaritaliani.it “è sempre più probabile”. E sia la Casa Bianca, con Joe Biden in persona, sia Francia e Germania con Macron e Scholz avrebbero dato il loro placet. Fin qui di clamoroso non ci sarebbe granché. L’Italia è uno dei pilastri della Nato. Clamorosa sarebbe invece l’ipotesi che Affaritaliani.it avanza sui “papabili”, che sarebbero Enrico Letta, attuale segretario nazionale del Pd e Lorenzo Guerini, attuale ministro della Difesa, anch’egli Pd.

A far balzare le quotazioni di Letta sarebbe stato “il decisionismo del segretario Pd nel contrastare l’invasione russa in Ucraina e la forza con cui Letta ha sostenuto l’invio di materiale bellico a Kiev”. E questo Affaritaliani.it lo scriveva il 1° marzo, una settimana dopo l’inizio delle ostilità da parte della Russia. Scholz e Macron sarebbero a favore di Letta, mentre il premier britannico Boris Johnson sarebbe più orientato su Guerini, scelta “più tecnica” e meno marcatamente politica.

Il segretario del maggior partito della sinistra erede anche del Pci, alla guida della Nato sarebbe indubbiamente un fatto rilevante. E’ evidente che se la scelta della Nato cadesse su Letta, i Dem dovrebbero immediatamente convocare le primarie e poi un congresso per scegliere il nuovo segretario. E questo alla vigilia della campagna elettorale per le politiche del 2023.

Secondo un’altra rivista on line (Money.it) il ballottaggio non sarebbe tra Letta e Guerini, ma tra Letta e Gentiloni, entrambi ex presidenti del Consiglio. E qualche chances l’avrebbe pure l’attuale premier Mario Draghi, anch’egli in lizza. Sembra tramontata invece – secondo Money.it –  l’ipotesi Matteo Renzi, il cui nome era circolato  nei mesi scorsi, per i rapporti dello stesso Renzi con l’Arabia Saudita, paese tutt’altro che amico degli Usa.

L’articolo di Money è successivo a quello di Affaritaliani, per la precisione è del 13 aprile, solo poco più due settimane fa, quindi vuol dire che la partita è ancora aperta e Letta è davvero ancora in ballo. 

Certo, anche per gli elettori senesi del Pd e del centro sinistra, in gran parte provenienti dal mondo ex Pci-Pds-Ds che ad ottobre 2021 hanno eletto Enrico Letta deputato del collegio 12 della Camera, quindi loro deputato di riferimento nel territorio, ritrovarselo segretario generale della Nato potrebbe essere motivo di vanto, ma anche – più facile – un boccone difficile da digerire, di quelli che vanno di traverso e rischiano di farti vomitare…

Già sulla questione dell’invio delle armi alla resistenza ucraina una parte di Pd ha mostrato più di un mal di pancia. E dai sondaggi pare che la maggioranza degli italiani e degli stessi piddini sia quantomeno perplessa, soprattutto adesso che si parla di armi non solo difensive, ma anche di offesa…

Se Letta diventasse segretario Nato, dovrebbe lasciare oltre alla segreteria del partito anche il seggio dalla Camera, ma tanto quello è in scadenza nel 2023, sarebbe questione di poco. Diversamente, per la successione alla guida del Pd, l’usciuta di scena di Letta per andare a dirigere l’Alleanza Atlantica, potrebbe aprire una discussione profonda e forse anche la strada a nuove clamorose scissioni. L’ala di sinistra che fa capo ad Orlando, ma anche a figure come Enrico Rossi, Rosy Bindi e Vannino Chiti (per rimanere alla Toscana) molto critica sull’invio di armi e sull’appiattimento del Pd su posizioni atlantiste, cosa farà? Sulla questione la sinistra Pd ha posizioni abbastanza vicine a quelle dei 5 Stelle, di Sinistra Italiana, e degli ex come Bersani, Grasso e Speranza per esempio, mentre Letta e la componente moderata sono più in linea con Calenda e Renzi. Su questo versante potrebbe essere il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini il candidato segretario e con lui alla guida del Pd la rottura coi 5 Stelle e la sinistra radicale sarebbe quasi una certezza, con Orlando avverrebbe il contrario.

La guerra scatenata da Putin con annessi e connessi insomma rischia di polverizzare e ridurre in macerie anche il Pd. Ma questo, detto tra noi, sarebbe un disastro piccolo piccolo rispetto a ciò che sta avvenendo in Ucraina e che può avvenire in tutta Europa. Chissà che ne pensano gli iscritti e i militanti del Pd…

m.l.

 

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