CI SONO PROFUGHI E PROFUGHI: QUELLI DIMENTICATI, QUELLI CHE NESSUNO VUOLE, QUELLI CHE SPARISCONO… ALLARME TRATTA PER BAMBINI E DONNE GIOVANI
Il nostro amico e collaboratore Alessandro Lanzani che in queste ore sta partecipando alla missione umanitaria di Mediterranea a Leopoli, ci scrive da un campo profughi a Przemysl, confine Polonia-Ucraina: “In questo luogo si incontrano il dramma dei profughi di guerra e la solidarietà in un kaos magmatico. Ma ce la facciamo. Gli altri sono a Leopoli, la mia missione oggi é qui. Infiniti destini si incontrano e si intrecciano per risolvere, tra noi qui c’è solo un noi più grande di noi. E poi c’è Tatiana (nome di fantasia) storia incredibile che non ho voglia di raccontare. Qui di storie incredibili ce ne sono a grappoli. Devo riuscire a riportare anche lei, noi siamo pieni e altri nicchiano per mille motivi, lei é più complicata”…
«Le guardie di frontiera non ci danno cibo né acqua, neanche supplicandoli in ginocchio nella neve». Nemmeno le conseguenze della guerra in Ucraina sulle persone in fuga dalle bombe hanno “umanizzato” l’atteggiamento di Polonia e Bielorussia nei confronti di migliaia di profughi extra Ue che si trovano bloccati in territorio bielorusso con il miraggio di raggiungere l’Europa. La crisi umanitaria che si sta consumando dallo scorso autunno nel lembo di terra che divide l’Unione dal Paese alleato di Putin, tra km di filo spinato, ronde armate e gelo invernale non accenna a mostrare segnali di soluzione. Anzi la situazione nelle ultime settimane è peggiorata. Dopo lo scoppio del conflitto per tantissimi giorni i militari di frontiera si sono rifiutati di liberare le persone bloccate nella famigerata zona del filo spinato. Famiglie intere, composte da uomini, donne, bambini e anche persone anziane non hanno potuto mangiare, bere o avere un tetto sotto cui ripararsi.
Negli ultimi giorni oltre a siriani, iracheni, palestinesi yemeniti ed egiziani, si sono aggiunti anche dei cittadini cubani che hanno lasciato la Russia dopo che le loro carte di credito erano state bloccate per via dell’embargo imposto dall’Occidente a Mosca…” .
Ecco l’altra faccia del dramma profughi, che purtroppo non sono solo ucraini. E quelli di cui parla Left sono lì, in quella specie di terra di nessuno, al freddo e al gelo da mesi, dall’autunno scorso.
La solidarietà, la comprensione, l’aiuto umanitario e l’accoglienza riservati ai profughi ucraini (giustamente) ad altri profughi in fuga da altre guerre che fanno ugualmente morti, feriti e macerie non sono garantiti. E questo non è giusto, non è umano, non è politicamente corretto.
Ma dalle poche battute scambiate per telefono con Alessandro Lanzani dal campo di Przemysl e da molti reportage di giornalisti freelance che si trovano al confine Polacco-ucraino, rintracciabili sul web, pare che le stesse autorità polacche e le forze di polizia che vigilano sull’arrivo e sullo smistamento degli sfollati e rifugiati siano in allerta per scongiurare altri problemi, come la tratta dei minori e anche delle giovani donne. Una allarme in tal senso lo ha lanciato nei giorni sc orsi anche il vescovo di Chisinau in Moldavia, dove è stato allestito dalla stessa chiesa locale un grande centro di accoglienza per gli ucraini in fuga. Ne ha parlato il quotidiano Avvenire (il giornale dei vescovi). I rifugiati sono soprattutto donne. E la diocesi ha lanciato l’allarme sfruttamento. “I rischi ci sono e vanno dal traffico di persone all’adescamento di donne e minori. Le autorità nazionali e internazionali ne sono consapevoli. Come Chiesa locale abbiamo una particolare attenzione ai più deboli. Così, oltre alla protezione in case-famiglia, c’è anche un costante contatto con i parenti verso i quali sono diretti. E poi ci sono i minori non accompagnati che hanno lasciato il Paese da soli. La maggioranza dei migranti è composta da bambini. E una parte di loro non può contare sulla presenza dai genitori: infatti il padre è rimasto a combattere e la madre è al suo fianco, così il figlio viene affidato a un conoscente o a un amico… “ .
Nel caos che si registra nei centri di prima accoglienza, nelle stazioni dove la gente si ammassa per partire qualcuno si perde, qualcun altro sparisce… Sono state denunciate anche sparizioni di bambini e ragazzi, di giovani donne. In tempo di guerra gli sciacalli e la malavita non vanno in vacanza, anzi cercano e trovano occasioni per lucrare sulle tragedie. Per questo è importante che l’accoglienza sia garantita e a tutti e non lasci indietro nessuno, che i soggetti più deboli o problematici non vengano lasciati al loro destino. Purtroppo dai resoconti che si leggono la situazione presenta molte falle e più di un lato oscuro. E pare che anche i profughi vengano catalogati di serie A e di serie B. E qualcuno pure di infima categoria, fuori contesto e fuori mercato… Gente che può anche sparire o essere lasciata al freddo e al gelo in mezzo ai boschi tra filo spinato e cani da guardia…
m.l.