MONTEPULCIANO: FRANANO LE MURA DI COLLAZZI, PORZIONE IMPORTANTE DELLA CINTA CITTADINA
MONTEPULCIANO – Ieri pomeriggio, durante i lavori di ripulitura della scarpata sottostante una grossa porzione delle mura di Collazzi, parte della cinta muraria storica di Montepulciano è franata, insieme ad una parte del giardino di una abitazione. L’operatore sulla ruspa salvo per miracolo. Nessun ferito, ma l’immagine del crollo è terrificante. Abitanti della zona riferiscono che il muraglione era da tempo i condizioni precarie, con le pietre scalzate sia dall’erosione dovuta agli agenti atmosferici sia dall’opera degli animali… Franata a vale anche la recinzione di un abitazione e una parte del giardino della stessa. Sono al vaglio le misure precauzionali del caso.
Nella ripulitura della scarpata sono state tagliate o estirpate anche molte piante. Probabile che ciò sia stata una concausa dello smottamento: le radici trattengono il terreno, se queste vengono recise il terreno cede, soprattutto se reso friabile dalla siccità o allentato dalle piogge…
Roberto Biagianti di Italia Nostra, con un post su facebook appena dopo il crollo, ricorda che “il tratto di mura cittadine di Collazzi è inserito su mia indicazione nella “LISTA ROSSA DEI BENI CULTURALI IN PERICOLO” gestita da Italia Nostra Nazionale (vedasi relativo sito)”. Biagianti sottolinea inoltre che “numerosi sono stati anche gli inviti e le note formali predisposte dall’Associazione “Il Bersaglio” ed inviate in più occasioni all’Amministrazione, cadute però nel vuoto “. “E’ proprio valutando lo stato delle nostre mura cittadine che coniai il mantra “PIU’MANUTENZIONE e MENO PROMOZIONE”…ma niente ed ecco ora i primi risultati…. speriamo solo di non aver la sfiga che sul Monte Poliziano si soffermi per un po’ una bomba d’acqua”, scrive ancora Biagianti.
Manuela Bruzzichelli dell’associazione il Bersaglio scrive: “L’erosione dei terreni è dovuta anche all’effetto degli sbalzi di temperatura che li fanno dilatare e restringere e anche alla siccità che ne causa l’allentamento, poi alternata alle piogge che più sono violente più dilavano. Altro fattore la gravità soprattutto in zone come le nostre. La vegetazione mitiga tutto questo e sarebbe anche più utile se manutenuta spesso, invece per anni si fanno crescere “serpai” e poi si passa direttamente con le ruspe”…
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ecologista Lucia Lazzeri Contini: “Io credo che prima di effettuare lavori di ripulitura dei pendii e delle grotte, si dovrebbe acquisire un minimo di cultura botanica e ambientale. Non ci vogliono scienziati per capire che gli alberi, ma anche gli arbusti e le cosiddette erbacce, abbiano un compito fondamentale nel rinforzare la struttura del suolo. Dalle foto in rete pare chiaro che il crollo era imminente. È ovvio che il problema principale sia la carenza di manutenzione strutturale. In uno dei paesi a più alto rischio idrogeologico del mondo, questa dovrebbe essere la priorità. Più volte era stato fatto presente all’amministrazione il rischio di crollo delle mura in quell’area. Se fosse stata una stagione piovosa sicuramente sarebbe successo molto prima. È un grande difetto italiano quello di spingere sempre verso il consumo di nuovo suolo e mai di investire nel restauro conservativo dell’esistente, fra l’altro di enorme pregio storico e culturale”.
“Questa sera si riunisce l’assemblea del Comitato Il Bersaglio e la questione sarà certamente affrontata” dice il presidente del sodalizio Piero Cappelli, che lamenta, anche lui, “una scarsa attenzione alla manutenzione ordinaria e straordinaria della cinta muraria (che rappresenta anche un fattore di sicurezza, non solo un fatto culturale e di tutela ambientale) e più in generale del patrimonio storico, a vantaggio di investimenti nell’effimero, come promozione turistica, per un turismo peraltro sempre più invasivo” . Quanto alle mura Cappelli fa notare che “anche altre porzioni sono a rischio e presentano segni preoccupanti di cedimento e – conclude – chissà in che stato sono quelle che non si vedono perché coperte dalla vegetazione”.
Per ora nessuna dichiarazione in proposito da parte dell’Amministrazione Comunale. Silenzio totale della politica. Eppure il crollo non sembra essere la semplice caduta di qualche calcinaccio, quanto una frana di proporzioni ragguardevoli. Un disastro, diciamolo pure. Per di più, annunciato, a quanto sembra.
Nell’estate scorsa la provincia di Siena ha ottenuto circa 2 milioni di euro, 1.978.000 per la precisione, per interventi di tutela della “città murate”. Undici i progetti finanziati in altrettanti comuni. Tra questi anche Montepulciano. Precisamente per recupero e valorizzazione del primo stralcio del sistema fortificato di Montepulciano capoluogo (tratto da Porta delle Farine a Santa Maria dei Servi). Finanziamento regionale di 182.800 euro a fronte di un intervento dal valore complessivo di 250.000 euro. Ma la parte crollata nella zona di Collazzi, non rientra nel tratto interessato dal recupero finanziato, perché oltre Santa Maria dei Servi, partendo da Porta delle Farine. Era noto però che proprio il tratto di Collazzi era quello a maggior rischio E infatti è anche quello che è crollato.
m.l.