L’ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI UCRAINI NEL TERRITORIO: GRANDE SLANCIO DI SOLIDARIETA’. E ORA SI SPERA MELLA MEDIAZIONE DEL PAPA

mercoledì 23rd, marzo 2022 / 12:07
L’ACCOGLIENZA DEI PROFUGHI UCRAINI NEL TERRITORIO: GRANDE SLANCIO DI SOLIDARIETA’. E ORA SI SPERA MELLA MEDIAZIONE DEL PAPA
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CHIUSI – Venerdì 18 marzo è arrivato a Firenze un gruppo di 50 profughi ucraini (donne, bambini e anziani). Del loro viaggio dall’Ucriana martoriata all’Italia si è occupato l’imprenditore chiusino Paolo Buricca che da 25 anni opera a Kiev e due settimane è rimasto bloccato nella capitale ucraina, dopo l’inizio dell’invasione russa.
Inizialmente i profughi sono stati accolti e ospitati presso il centro di prima accoglienza della Protezione Civile a Firenze, zona Mercafir, dove hanno dovuto sottoporsi alla profilassi sanitaria, anche in relazione all’emergenza covid.

Successivamente le persone arrivate dall’Ucraina troveranno ricovero in diverse località toscane.

Il comune di Chiusi al momento ne ospita 33, fa sapere il sindaco Sonnini: “Sono donne, ragazzi e bambini che hanno affrontato un lungo viaggio alcuni dei quali ospiti di parenti residenti a Chiusi. La maggior parte si trova in appartamenti messi a disposizione da privati e aziende del nostro territorio (che non finiremo mai di ringraziare) gestiti dalla Prefettura di Siena per il tramite della Confraternita della Misericordia di Chiusi.
I nuovi arrivati vengono prima accolti presso l’Hotel Firenze di Chianciano Terme, dove si fermano per i 5gg di quarantena utili per effettuare i controlli sanitari di routine e gestire le pratiche burocratiche per la loro permanenza in Italia. Ulteriori arrivi ci saranno nella prossima settimana ma l’organizzazione attuale, Prefettura da un lato e la rete associativa dall’altro, ci sta consentendo di sostenere le necessità di coloro che ne hanno bisogno”.

Per il viaggio coordinato da Paolo Buricca è stato aperto un apposito conto corrente bancario della Caritas cui inviare donazioni per coprire le spese (circa 3.500 euro):

IBAN: IT 33 W 08851 71852 000000301000 – Banca TEMA – causale: VIAGGIO DA LEOPOLI.
Per quanto riguarda invece  l’accoglienza dei profughi ucraini in generale il Comune invita coloro che li ospitano a
informare la Prefettura di Siena all’indirizzo rifugiati.siena@interno.it e contestualmente il Comune (sindaco@comune.chiusi.si.it / servizi.sociali@comune.chiusi.si.it), indicando i dati anagrafici dei profughi ucraini, l’indirizzo dove saranno ospitati ed un cellulare di riferimento dell’ospitante;
– formalizzare, entro le 48 ore dall’arrivo, apposita “comunicazione di ospitalità” al Commissariato di P.S. di Chiusi-Chianciano alla seguente PEC: comm.chiusi.si@pecps.poliziadistato.it; tel. 0578224611.
Per i cittadini che provengono dall’Ucraina, indipendentemente dalla cittadinanza, privi di digital Passenger Locator Form (PLF, in forma digitale o cartacea) o di certificazione verde Covid-19, la AUSL provvederà all’esecuzione dei test diagnostici nelle 48 ore dall’ingresso.
Di seguito il link del sito della prefettura di Siena dove ci sono utili informazioni:
Insomma la macchina della solidarietà si è messa in moto. Tutti i comuni stanno facendo la stessa cosa. La risposta della cittadinanza è stata fin qui molto alta e di grande sensibilità. Sono parecchi i cittadini e gli operatori economici che hanno messo a disposizione alloggi e strutture o si sono in qualche modo adoperati per fornire aiuto concreto. E questo fa onore alla popolazione  di questi territori.
C’è chi fa notare che non è stato sempre così e che per i profughi in fuga da altri conflitti ci sia stata minore attenzione e minore slancio solidale. In qualche caso addirittura diffidenza e ostilità. Anche le guerre non sono tutte ugali, evidentemente. Questa scatenata dalla Russia in Ucraina sembra più guerra delle altre. Invece le guerre sono tutte uguali, sono tutte una tragedia e i profughi vanno accolti e sostenuti sempre: che siano Ucraini o Siriani, afghani o palestinesi, eritrei o Yemeniti, curdi o irakeni… Non c’è/non dovrebbe esserci differenza.
«Con la guerra tutto si perde, tutto, non c’è vittoria in una guerra, tutto è sconfitto… la guerra è una sconfitta dell’umanità» dice Papa Francesco aggiungendo: «Le notizie delle persone sfollate, delle persone che fuggono, persone morte, persone ferite, tanti soldati caduti da una parta e dall’altra, sono notizie di morte. Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra». E adesso proprio il Papa potrebbe andare a Kiev per cercare di fermare il conflitto. Con la politica e i capi di stato e di governo che non sanno fare altro che inviare armi all’Ucraina, forse solo una mediazione del Papa può indurre Putin al cessate il fuoco e Zelensky ad accettarlo, accettando o negoziando le condizioni per un nuovo assetto geopolitico dell’est Europa.
Finora il pontefice si è sempre espresso contro la guerra e per una soluzione di pace, ma è stato più cauto dei primi ministri nel “demonizzare” Putin e la Russia, perché sa che la pace si fa con il nemico e per indurre il nemico a trattare lo devi considerare alla pari, cercando di non “provocarlo” con atteggiamenti e frasi che possono essere ritenute offensive. Molti invece hanno fatto il contrario.
Nel negoziato in corso tutti i contendenti debbono ottenere qualcosa e rinunciare a qualcos’altro per l’interesse generale e supremo che è la salvezza delle vite umane, delle città, dell’integrità dell’Ucraina e della sua indipendenza. Per indurre Putin a fermare la sua escalation imperialista e dunque ad abbassare la cresta, è necessario che la cresta la abbassino anche gli altri. Tutti.
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