ARRIVANO I PROFUGHI. SPIRAGLI DI SPERANZA PER IL CESSATE IL FUOCO. APPELLO DI EMERGENCY

mercoledì 09th, marzo 2022 / 13:26
ARRIVANO I PROFUGHI. SPIRAGLI DI SPERANZA PER IL CESSATE IL FUOCO. APPELLO DI EMERGENCY
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CHIUSI – Stanno arrivando anche nella nostra zona i profughi provenienti dall’Ucraina. Persone in fuga dalla guerra che sta insanguinando il loro Paese. Tutti i Comuni si stanno in qualche modo attrezzando e stanno cercando soluzioni idonee per l’accoglienza. “Al momento sul nostro territorio sono presenti 8 cittadini provenienti dall’Ucraina che sono stati accolti in famiglia o presso un appartamento messo a disposizione da privati” scrive ad esempio l’Amministrazione Comunale di Chiusi. Aggiungendo, in un post sulla pagina facebook dell’ente, che “nei prossimi giorni arriveranno altri profughi dalle zone di guerra”. Il Comune di Chiusi  invita i cittadini che stanno offrendo o offriranno accoglienza a informare quanto prima l’Amministrazione comunale ai seguenti recapiti:
cell. 3402284623 – 3384927313 / sindaco@comune.chiusi.si.it – servizi.sociali@comune.chiusi.si.it
Ciò per consentire di “attivare le procedure sanitarie di controllo in tema di Covid-19 e di fornire la dovuta accoglienza a coloro che hanno affrontato un duro viaggio e che soffrono per il distacco dal loro paese di origine”.
Il Comune di Chiusi fa sapere serviranno ancora abitazioni per l’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina, e a questo proposito, chiunque voglia mettere a disposizione appartamenti ammobiliati può contattare  l’Amministrazione comunale, specificando che “la Prefettura di Siena mette a disposizione fondi per l’affitto a valore di mercato”. 
Intanto dal fronte di guerra, arrivato al 14° giorno, arrivano spiragli di speranza: raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina su  serie di “corridoi” di evacuazione dei civili per l’intera giornata di oggi. La Russia dice che vuole tenere colloqui con l’Ucraina “il prima possibile, dipende dalla volontà di Kiev”. Il presidente Ucraino Zelensky fa sapere di essere pronto a trattare sul Donbass. Per il Cremlino “le Repubbliche di Donetsk e Lugansk sono “Stati sovrani e indipendenti e Kiev dovrebbe riconoscerli come tali”.
I NEGOZIAT IN TURCHIA. E AL MASSIMO LIVELLO…
Domani riprendono i negoziati, stavolta al massimo livello, non più tra delegazioni di seconda fila. I ministri degli Esteri russo e ucraino Sergey Lavrov e Dmitry Kuleba si vedranno in un trilaterale con l’omologo turco ad Antalya, a margine del Forum diplomatico internazionale. E’ un passo avanti.
“La guerra deve finire. Dobbiamo sederci al tavolo delle trattative”, un tavolo “onesto e sostanziale” e “nell’interesse del popolo”, così si è espresso il presidente ucraino Zelensky, questa notte nel suo ultimo messaggio. Zelensky ribadisce di essere disposto a una trattativa che non sia una resa, ringrazia i russi che scendono in piazza e protestano contro la guerra e si dice certo che ci sarà “un nuovo Piano Marshall per l’Ucraina”.
“Il mondo non crede nel futuro della Russia, non ne parla. Non c’è una sola parola. Parlano di noi, ci aiutano. Sono pronti ad aiutarci con la ricostruzione dopo la guerra. Perché tutti hanno visto che per il popolo, che si difende così eroicamente, verrà il dopoguerra”, ha sottolineato il presidente ucraino. Parole diverse dagli appelli alla resistenza armata ad oltranza dei giorni scorsi.
Forse si comincia a ragionare anche là dove ancora – comunque – si spara. Fermare la guerra e il bagno di sangue e la carneficina dei resistenti e del popolo ucraino da una parte e i giovani soldati russi dall’altra adesso è e deve essere il rimo e principale obiettivo. Le condizioni poste dalla Russia per cessare il fuoco non sono (sarebbero) una resa incondizionata dell’Ucraina, che dalla trattativa può anche ottenere delle garanzie e avrebbe poi modo di ricostruire il proprio futuro, magari entrando nell’Unione Europea, ma come stato neutrale e demilitarizzato e comunque libero, indipendente e sovrano. Sul riconoscimento della sovranità delle repubbliche del Donbass lo stesso Zelensky si è detto pronto a trattare. Margini di accordo possono esserci.  Allo stesso tempo l’Occidente e la Nato dovranno anch’essi farsi parte diligente di un ri-disegno complessivo degli equilibri e degli assetti militari ai confini tra UE da un lato e Russia dall’altro, prevedendo se necessario una serie si stati cuscinetto, che non debbano da un lato prefigurare un accerchiamento per la Russia da parte della Nato e dall’altro non sentirsi perennemente sotto minaccia da parte della Russia stessa (Bielorussia, Ucraina, Transnistria, Moldavia, Repubbliche baltiche e quelle del Donbass). Ma questo si vedrà. Adesso è il momento di fermare prima di tutto i cannoni e impedire che altri morti si aggiungano ai già tanti che questa guerra ha fatto in due settimane.
L’APPELLO DI EMERGENCY
In queste ore Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada ha lanciato un appello agli italiani, per far sapere che siamo contrari alla guerra: attaccare un pezzo di stoffa bianco alla b orsetta, alla 24ore, al guinzagli del cane, all’antenna o allo specchietto della macchina, appeso al balcone di casa, alla saracinesca del negozio, al passeggino del bambino, alla bicicletta o allo scooter, allo zainetto della scuola, alla borsa sportiva…
Uno straccio di pace, per ribadire che siamo contrari al coinvolgimento italiano nella guerra e contro l’uso delle armi per risolvere conflitti territoriali e questioni internazionali. Emergency si rivolge ai singoli cittadini, ma anche alle associazioni, alle parrocchie, ai comuni…  Noi aderiamo e il nostro straccetto bianco lo metteremo.
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