LA GUERRA VISTA DA DENTRO: LA TESTIMONIANZA DI UN IMPRENDITORE CHIUSINO BLOCCATO A KIEV

giovedì 24th, febbraio 2022 / 15:34
LA GUERRA VISTA DA DENTRO: LA TESTIMONIANZA DI UN IMPRENDITORE CHIUSINO BLOCCATO A KIEV
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CHIUSI – Sono circa 2.000 i cittadini italiani residenti o comunque presenti al momento in Ucraina. Tra questi c’è Paolo B. 66 anni, chiusino, un passato da giocatore di calcio e imprenditore del settore arredamento, che da anni vive a metà tra Chiusi e Kiev. Nel centro di Kiev, al 14esimo piano di un palazzone. Stanotte – dice – è stato svegliato dalle prime esplosioni nella zona dell’aereoporto. Non è vicinissimo a casa sua, l’aereoporto, ma neanche troppo lontano. I “botti” li ha sentiti nitidamente. Al telefono mi dice che da quel momento ha cominciato a seguire i Tg e le notizie sui social…  Come molti a Kiev non pensava che la situazione sarebbe precipitata così rapidamente. Ci conosciamo da una vita. E’ un lettore di primapagina. E un amico.

Gli chiedo come mai non è rientrato in Italia. “Perché il primo volo, qualche giorno fa me lo hanno cancellato. Il secondo era previsto per domani, venerdì, ma da stanotte in Ucraina non si vola. E quindi sono rimasto qui. Non so fino a quando”.

La seconda domanda è d’obbligo: dove ti trovi? hai paura, c’è tensione?

“Paura al momento no. Preoccupazione sì… Tensione sì, molta. Siamo tutti molto tesi. Mi trovo a casa, pronto ad andare nel bunker…”. E qui Paolo mi spiega che ci sono dei bunker ricavati nelle gallerie della metropolitana, attivi dal 2014 e che “l’ambasciata italiana ha predisposto dei piani di evacuazione per i cittadini italiani, ma anche le autorità ucraine si stanno organizzando per rispondere e resistere all’attacco russo”. 

Dico a Paolo che in Italia i Tg stanno dando la notizia che il Governo Ucraino ha disposto la legge marziale e sta reclutando volontari per la difesa. Questa la risposta:

“Confermo. E’ stata promulgata la legge marziale. Il governo ucraino sta richiamando tutti quelli che hanno tra i 18 e i 60 anni. Uomini e donne. Per la difesa armata, ma anche per le eventuali attività di assistenza sanitaria e logistica… Chiedono anche disponibilità a donare sangue. Ho amici medici che sono stati precettati e ai quali è stato chiesto di mettersi a disposizione… Sotto casa mia c’è una specie di ufficio dove da stamattina all’alba stanno reclutando persone per la resistenza armata… C’è una fila lunghissima”.

Sì, ma… molta gente sta andando via in auto, verso la Polonia e altri Paesi..

“Confermo anche questo. Ci sono file lunghissime alle stazioni di servizio. Ma, attenzione, chi ha tra i 18 e i 60 anni non lo faranno uscire… Poi gli altri Paesi non è che stanno lì a braccia aperte. L’Ungheria ha chiuso le frontiere… La Polonia quanto le terrà aperte? Una cosa è parlare di 100-200 mila profughi.. altra cosa è parlare di 5 milioni di profughi come dicono alcuni media… Sarà un bel problema, credimi”.

Ma gli ucraini sono davvero disposti ad armarsi e fare resistenza?

“Il popolo Ucraino è nazionalista, e anche molto orgoglioso. Poi l’Ucraina non è un piccolo Paese, è due volte l’Italia come territorio, ha 42 milioni di abitanti… Kiev ne ha 3 milioni e mezzo… Anche per i Russi, nonostante la sproporzione negli armamenti e nelle forze armate, non sarà una passeggiata, se gli ucraini decideranno di resistere… E’ gente determinata che venderà cara la pelle”.

Che notizie hai, lì a Kiev, circa l’attacco russo?

Qui si dice che siano stati attaccati e bombardati aeroporti e impianti militari in varie città da Kiev a Kharkiv, la seconda città del paese, a Odessa, a Mariupol nel mar d’Azov… La Russia vuole il controllo del Donbas non solo perché lì ci sono popolazioni filorusse e russofone, ma perché in quell’area c’è lo sbocco al mare e ci sono miniere, impianti petroliferi… Ma si dice anche che i russi starebbero entrando da nord e da ovest, dalla Bielorussia e dalla Transnistria. Ma io sono bloccato qui, riferisco quello che si sente dire… Che si stia sparando e bombardando è indubbio, ho sentito con le mie orecchie le esplosioni…

La conversazione con Paolo finisce qui. Deve mettersi a riparo. Gli auguriamo di poter tornare prima possibile. Ci risentiremo nei giorni prossimi, se sarà possibile. Mi auguro di sì…

L’ambasciata d’Italia in Ucraina ha indicato agli italiani a Kiev “i centri di raccolta prestabiliti” in caso dovesse rendersi necessaria un’evacuazione. I centri, si legge in un’email inviata ai connazionali, individuati in base agli indirizzi di residenza andranno raggiunti “unicamente in caso di assoluta emergenza e sempre qualora gli spostamenti fossero consentiti”.

Ieri l’ambasciata italiana aveva invitato “quanti fossero tuttora presenti in Ucraina a lasciare il Paese con i mezzi commerciali al momento disponibili”. Oggi non ci sono mezzi disponibili. Per cui l’ambasciata stessa raccomanda
“di usare la massima prudenza, di assicurarsi di avere documenti d’identità validi ed aggiornati e suggerisce, a titolo precauzionale, di valutare l’opportunità di predisporre alcune scorte di acqua, cibo e vestiti caldi e di carburante per le auto”.

 

 

 

 

 

 

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