L’IMPRENDITORE CHIUSINO A KIEV: “SITUAZIONE DRAMMATICA, LA MORSA SI STRINGE, LA GENTE SI ARMA E PREPARA MOLOTOV”

venerdì 25th, febbraio 2022 / 12:01
L’IMPRENDITORE CHIUSINO A KIEV: “SITUAZIONE DRAMMATICA, LA MORSA SI STRINGE, LA GENTE SI ARMA E PREPARA MOLOTOV”
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CHIUSI-  La comunità chiusina segue con apprensione l’evolversi della situazione in Ucraina ed è in ansia per il concittadino, che insieme ad altri italiani è bloccato a Kiev. Dopo l’intervista telefonica di ieri, abbiamo sentito Paolo anche questa mattina, alle 10,00. Dice che sta bene, che ancora “nel centro della città non è successo niente, i russi sono a 15 km, nel quartiere Obolon”. Però a Kiev c’è il coprifuoco, lui è di fatto bloccato nel suo appartamento e ogni tanto deve scendere nel bunker allestito sotto l’edificio: “La situazione è molto pesante. I russi in avvicinamento sono stati attaccati da armi anticarro portatili (i lanciarazzi a spalla, ndr) e i civili stanno preparando migliaia e migliaia di molotov. Siamo tornati alle armi primitive… Gli Ucraini si preparano alla resistenza, ma hanno difficoltà a ricevere armi per via aerea e si arrangiano come possono. Sono stati distribuiti anche fucili automatici… ”
Insomma dalle parole di Paolo la capitale Kiev sembra prepararsi a fare come Stalingrado nel ’43… “L’esercito ucraino ha fatto saltare un ponte, forse anche più d’uno, per impedire ai russi di entrare in città…”.
Ma se a Kiev per ora non si entra da Kiev non si esce. “Tutte le vie di fuga dalla città sono bloccate” dice Paolo, che
conferma anche ciò che aveva detto ieri e cioè che il governo ucraino ha disposto la legge marziale e non fa uscire dal Paese (ammesso che sia possibile) chiunque abbia tra i 18 e i 60 anni. Tutti di fatto “chiamati alle armi e alla difesa”. “Stanotte – dice ancora Paolo – l’esercito Ucraino ha fatto entrare dei carriarmati per difendere il Palazzo Presidenziale. Le sirene hanno suonato per un’ora!”
Quanto a lui e agli altri italiani, Paolo rassicura:  “L’ambasciata italiana ci tiene costantemente informati, ci contatta 4-5 volte al giorno, sono molto presenti…”. Gli chiediamo se l’ambasciata ha previsto piani di evacuazione o di tutela dei cittadini italiani, magari facendoli rifugiare nell’ambrasciata stessa. Paolo risponde di sì: “Hanno previsto dei piani, l’ambasciata è piccola non potrebbe accogliere tutti, ci faranno andare in un posto già concordato, ci hanno dato le coordinate”.
Per capire meglio chiediamo a Paolo se dovranno andarci da soli, ognuno come può.  “Si, ma è vicino a casa mia, ci sono 3 siti già predisposti. Comunque sotto le insegne dell’ambasciata”. Ancora però il piano non è scattato.
“Io dormo (si fa per dire) a casa e scendo sotto, nel bunker se ci sono problemi. Il rifugio ce l’ho proprio sotto casa”. Chiediamo come è messo con i viveri e i generi di sussistenza: “I viveri non si trovano più, ma io ho scorte … Per ora me la cavo”. 
Mentre chattiamo, Paolo dice che “gli inviati dei Tg stranieri dicono che sono in corso allarmi aerei. Ma gli aerei che sorvolano la capitale sono ucraini e non russi, e sono i pochi rimasti all’esercito di Kiev. La flotta aerea ucraina è stata distrutta al 90%”.  Nel messaggio successivo però Paolo ci dice “Scusate, adesso vi lascio, devo scendere nel bunker!”
I russi stanno entrando a Kiev. Piovono missili (anche se la Russia smentisce di aver sparato sulla capitale). Anche il presidente ucraino Zelensky è nascosto in qualche parte di Kiev e dice che lui e l’Ucraina non hanno più tempo, che  lui e la sua famiglia sono gli obiettivi numero uno e numero due. Il premier italiano Draghi avrebbe dovuto sentire Zelensky stamattina alle 9,00 per telefono, ma la telefonata non è stata possibile… Lo ha riferito lo stesso Draghi alla Camera. La morsa si stringe. E la guerra el cuore dell’Europa fa paura. Oggi a Chiusi, alle 18 “presidio per la pace” i piazza XXVI Giugno, alle ore 18,00. Sarà importante essere in tanti. Senza tanti distinguo, senza tanti se e senza ma… Perché la guerra non è mai una soluzione accettabile, e anche per esprimere vicinanza al cittadino chiusino che si trova a Kiev sotto la minaccia dei bombardamenti.
La manifestazione di oggi è indetta dalle forze del centro sinistra per Chiusi, più Cgil, Uil, Anpi. L’opposizione, nelle figure cardine, per ora è rimasta silenziosa o quasi. Massimiliano Barbanera ha pubblicato un post su facebook in cui auspica il dialogo e la via diplomatica e non quella dei cannoni; la lista Chiusi futura ha scritto una nota in cui prende posizione contro la guerra (“non è mai una soluzione”), ma entrambi sull’iniziativa delle 18,00 non dicono una parola. Ci saranno?
Il sindaco Sonnini dal canto suo si è limitato a pubblicare la locandina dell’iniziativa con uno smilzo “ti aspettiamo per dire No alla guerra e sì al dialogo” e nient’altro. Poco, molto poco, troppo poco per chi si è assunto l’onere di guidare una città.  Questi momenti non ammettono titubanze, in questi momenti chi ha ruoli di responsabilità e di guida il volume lo deve alzare, non può togliere l’audio e rimanere sottocoperta.
Non sappiamo se l’amministrazione chiusina si sia attivata presso il Ministero degli Esteri per avere notizie e assicurazioni sulla sorte del proprio concittadino bloccato a Kiev. Ci auguriamo di sì. In ogni caso, secondo noi avrebbe dovuto e dovrebbe farlo.
Ci vediamo alle 18,00 in piazza XXVI Giugno a Chiusi Scalo.
m.l. 
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