CHIUSI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA
CHIUSI – Si è tenuta ieri pomeriggio la manifestazione per dire No alla guerra in Ucraina, indetta dal centro sinistra per Chiusi insieme a Cgil, Uil, Anpi cui hanno aderito anche altre associazioni e movimenti. L’iniziativa ha visto una buona partecipazione. Niente di oceanico, ma di questi tempi bisogna sapersi accontentare. D’altra parte l’iniziativa è stata convocata in fretta e furia, sotto l’incalzare degli eventi. L’appello di primapagina a fare qualcosa per gridare che l’Italia ripudia la guerra, come è scritto nella Costituzione, era stato lanciato infatti quando i carriarmati erano ancora fermi ai confini e non avevano sferrato l’offensiva. Poi in poche ore è cambiato lo scenario e adesso si combatte a Kiev e nelle altre città dell’Ucraina. Chiusi ha comunque fatto sentire la sua voce e la sua solidarietà al popolo ucraino e anche ai cittadini italiani rimasti bloccati in Ucraina. Il sindaco e la segretaria del Pd Simona Cardaioli hanno espresso vicinanza a Paolo Buricca, l’imprenditore chiusino bloccato a Kiev e che nei giorni scorsi attraverso il nostro giornale ha raccontato in diretta la situazione nella capitale.
Toccante la testimonianza, ieri, di una cittadina ucraina, in Italia da 23 anni, che è venuta con una amica e con la bandiera nazionale del suo paese, e ha parlato delle telefonate allarmate con i familiari e gli amici rimasti in Ucraina e adesso esposti alla pioggia di missili e bombe.
La piazza di Chiusi ha espresso condanna ferma e senza indugi dell’aggressione militare russa, qualcuno ha definito il leader russo Putin un dittatore despota. Ma non sono mancati, negli interventi dei promotori, cenni e riferimenti agli errori dell’Occidente e alle radici del conflitto che in una parte dell’Ucraina, nel Donbass, va avanti dal 2014 ed ha già fatto migliaia di vittime, soprattutto tra la popolazione russa e filo russa, per mano dei battaglioni filonazisti, prima irregolari, poi inglobati nella Guardia Nazionale Ucraina dal governo di Zelensky.
Ovviamente, tutti hanno sottolineato come questo non sia il momento dei distinguo e delle divisioni sulle responsabilità della crisi e adesso della guerra, della ricerca dei colpevoli (e che il primo responsabile sia Putin no c’è dubbio) quanto invece sia importante gridare che la pace deve prevalere sui cannoni e sia importante farlo a tutti i livelli, anche in realtà piccole e periferiche come Chiusi. Perché tante voci, tante piazze, alla fine fanno una piazza sola e una sola grande voce.
Alfio Anselmi dello Spi Cgil ha voluto sottolineare che non è un caso se a Chiusi, la sensibilità verso il tema guerra sia più forte che altrove e che quella di ieri sia stata la prima manifestazione pubblica per dire No alla guerra, in questo territorio. Non è strano perché Chiusi – ha detto Anselmi – sa cosa vuol dire guerra, bombardamenti, cannoneggiamenti. Lo sa perché nel giugno del ’44, dopo la liberazione si ritrovò ca contare più di 100 morti tra i civili e con il 90% di case lesionate e inagibili, migliaia di sfollati…
In realtà la prima manifestazione di piazza contro la guerra in Ucraina, in questa zona è stato il flash mob degli studenti del liceo Calvino, ieri mattina, a Città della Pieve. L’iniziativa di Chiusi è avvenuta qualche ora dopo. Come partecipazione – diciamolo – poteva anche andare meglio. Oltre gli addetti ai lavori (dirigenti ed esponenti delle varie formazioni promotrici e di qualche altra associazione) e lo zoccolo duro del Pd non c’era moltissima altra gente. C’era primapagina, c’erano alcuni cittadini pievesi, qualcuno arrivati da Tavernelle e da Cetona. C’erano anche esponenti di Italia Viva, partito che non figurava tra gli organizzatori. Bonella Martinozzi, per anni leader locale dei 5 Stelle ha parlato a nome di “Cittadinanza Attiva” (e la cosa ha francamente un po’ stupito). Pochi – stranamente – i giovani, di solito i più sensibili verso questi temi (e il girotondo degli alunni del Calvino lo dimostra), ma forse è stato solo un problema di orario e di modalità di convocazione. Martedì prossimo, 1 marzo, alle 18,30 una iniziativa simile si terrà a Città della Pieve. Oggi pomeriggio è previsto un presidio in Piazza Duomo a Siena. Ma già ieri sera, in Piazza XXVI Giugno a Chiusi Scalo, alcuni tra i presenti parlavano di nuove iniziative, per non abbassare la guardia, per allargare il cerchio, per gridare ancora più forte NO WAR!