CHIUSI, IL METEORITE SAN GIOBBE NON E’ CADUTO NEL DESERTO. IL BASKET CHIUSINO DEGLI ANNI ’80…

sabato 12th, febbraio 2022 / 15:18
CHIUSI, IL METEORITE SAN GIOBBE NON E’ CADUTO NEL DESERTO. IL BASKET CHIUSINO DEGLI ANNI ’80…
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CHIUSI – Domani, domenica 13 febbraio, la Umana San Giobbe Chiusi è attesa ad una partita difficile. Al palasport chiusino che adesso si chiama Estra Forum, arriva infatti la capolista Scafati. E le partite contro la prima in classifica in qualsiasi sport sono sempre incroci complicati. Ma se vinci, la vittoria vale di più. La formazione di coach Bassi le ultime quattro le ha vinte tutte, inanellando un filotto straordinario. La migliore striscia positiva di tutto il campionato. Suonare anche la… quinta, sarebbe una bella sinfonia.

Siamo sicuri che Medford & Compagni ci proveranno, fino alla fine, come hanno fatto nelle ultime gare, alcune vinte con cuore e carattere all’ultimo tuffo. Il che significa che la squadra non solo è forte e capace di vincere, ma è anche solida dal punto di vista della testa e non molla mai. La partita con Scafati annuncia quindi spettacolo e se dovesse andar male, per la San Giobbe  non sarebbe comunque un dramma. La classifica resta buona e mercoledì la squadra torna subito in campo, come tutte le altre, per recuperare la prima del girone di ritorno, saltata causa covid. Giocherà ancora all’Estra Forum, contro Ferrara, già battuta a domicilio all’andata. Parlavamo di… sinfonia. E in effetti già adesso quella fatta ascoltare fin qui dai Chiusi Bulls, è buona musica. Qualcuno pensava, all’inizio del campionato, di avere di fronte un “complessino” di quelli che l’importante è partecipare, e invece la squadra si è dimostrata una band robusta, se non proprio i Led Zeppelin, una formazione che può suonare spartiti importanti…

Abbiamo scritto in un articolo di due giorni fa, che Chiusi è la prima città sotto i 10 mila abitanti a disputare il campionato di serie A2. Un traguardo storico. Un vanto per la città, anche se la San Giobbe è arrivata… dall’alto e un po’ per caso. Se il sindaco di Venezia Brugnaro, la sua mega stalla modello l’avesse impiantata anziché al confine tra Chiusi, Montepulciano e Castiglione del Lago, in Maremma, per dire, oggi la San Giobbe giocherebbe probabilmente a Grosseto. E’ stato un colpo di fortuna, che però, adesso che è realtà, può dare frutti importanti, non solo dal punto di vista sportivo. Perché lo sport, soprattutto quello a livelli alti è anche visibilità, promozione, pubblicità positiva, traino…

Abbiamo anche scritto più volte, su queste colonne, che il basket a Chiusi non ha una grande tradizione, non quanto il volley, almeno. E questo è vero. Ma Chiusi non è esattamente digiuna di basket. C’è stato un tempo in cui anche a Chiusi qualcuno provò a seminare e a far germogliare la pallacanestro, così come era “radicata” la pallavolo.

E l’ambiente di partenza era più o meno lo stesso. I due circoli parrocchiali: l’associazione Sacro Cuore a Chiusi Città, il Circolo “Il faro” a Chiusi Scalo. Il periodo, quello tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80. Si giocava nei campetti dei due circoli all’aperto e nelle palestra delle medie o in quella dell’Itc.

Nel centro storico l’animatore principale di quella prima leva di cestisti era Gianni Maone. Con lui i più giovani Maurizio Mencarini, Roberto Sbragia, Fausto Barbi, Stefano Mancinelli, Roberto Morgantini, che poi si diede al volley, Maurizio Mencaglia. Allo Scalo i primi allenatori furono Romano Romanini, Osea e Gabriele Marchini. Tra i giocatori Mario Santoni, Alessandro Marchi, Giannetto Marchettini, Alessandro e Guido Seri, Francesco Giovannini, Andrea Mencaglia, Ugo Fantozzi, Roberto Minetti, Fabio Maglioni, Alessandro Toppi, Maurizio Ceccherini, Alessandro Baffoni… Tutta gente che oggi è tra i 50 e i 60, qualcuno già over 60 e pensionato… Ci fu a fine anni ’70 anche una sezione femminile. 

Alcuni di questi ex giocatori e appassionati (Marchettini, Marchi, Maurizio Mencaglia, Seri…) oggi rappresentano gli aficionados della “torcida” della San Giobbe, ultras no, sono tutti imprenditori, non dei descamisados; qualcun altro fa parte dello staff della squadra (Mancinelli, Silvano Nocchi). C’è anche chi purtroppo se ne è andato prima del tempo (Morgantini). Anche a Chiusi esiste dunque uno “zoccolo duro” di tifosi e appassionati della pallacanestro che non ha una grande storia di successi a livello locale, ma ha vissuto momenti di attivismo giovanile importanti.

Certo, adesso fa specie (e anche un po’ scalpore) vedere il nome della città di Chiusi associato al basket e vederlo in posizione rilevante a livello nazionale e preminente rispetto a Siena, che è una città che negli ultimo 50 anni ha fatto la storia del basket vincendo scudetti, coppe  supercoppe… Una storia, quella del basket senese stellare cominciata con un allenatore chiusino (Ezio Cardaioli) negli anni ’70 e finita malamente, nel 2014, con condanne per bancarotta fraudolenta, ricettazione, associazione per delinquere e due scudetti, due coppe delle Coppe e una Supercoppa revocati…

Oggi in provincia di Siena il basket è… Chiusi. E anche nel volley, la squadra più alta in grado è la Emma Villas Aubey che ha Siena nella denominazione e gioca nella città del Palio, ma è nata e cresciuta a Chiusi, dove la società proprietaria ha tutt’ora sede.

Lo sport senese, quello che finisce sulle pagine della Gazzetta e su Rai Sport parla chiusino. Rispetto alle iniziative pionieristiche e – diciamolo pure – parrocchiali di 50 anni fa, è tutta un’altra storia. Adesso ci son di mezzo anche parecchi soldi e strutture che sono costate molto e costa molto mantenere, ma il nome della città vola più in alto e anche lo spettacolo offerto è diverso.

Nel volley Chiusi ha mantenuto una sua identità e una sua società, anche dopo l’exploit Emma Villas.  Se anche ha perso per strada un patrimonio di esperienze e di giocatori che ha fatto onorevolmente per anni la serie C, la passione e la cultura pallavolistica della città, grazie alla Vitt, non si è dissolta. E’ in una fase di ripartenza, ma è viva. Nel basket adesso sta crescendo intorno alla San Giobbe anche un importante settore giovanile e – si sa – sono i risultati, la prima molla che fa decollare un movimento. Ma la storia non è acqua e anche lo sport ha una sua memoria da coltivare, perché è in quella storia che affondano certe radici.

La San Giobbe può apparire una specie di meteorite caduto dall’alto, ma quel meteorite non è caduto nel deserto. Il botto può far germogliare fiori.

m.l. 

 

Nella foto di copertina: una formazione del basket chiusino anno 1982-83; nel corpo dell’articolo: una azione ella San Giobbe; i ragazzi del basket chiusino nel campetto della chiesa a Chiusi Scalo; in basso la formazione del 1983-84, 1a Divisione, già nel palasport di Poggio Gallina, allenata dal mitico Piero Franceschini ex giocatore della Mens Sana Siena. 

 

 

 

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