MARTEDì 1 FEBBRAIO AL MASCAGNI: L’OPERA DA TRE SOLDI DI BRECHT RILETTA IN CHIAVE ATTUALE DA PARAVIDINO E PAPALEO. DA VEDERE

sabato 29th, gennaio 2022 / 18:55
MARTEDì 1 FEBBRAIO AL MASCAGNI: L’OPERA DA TRE SOLDI DI BRECHT RILETTA IN CHIAVE ATTUALE DA PARAVIDINO E PAPALEO. DA VEDERE
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CHIUSI – Torna il teatro con la T maiuscola al Mascagni di Chiusi. Martedì 1 febbraio, bell’ambito della stagione 2021-2022, sul palco del teatro chiusino è di scena “Peachum”. Un’opera da tre soldi, come recita il sottotitolo, tratta dalla famosissima piece di Bertolt Brecht, ma rivista e ridisegnata, quasi “fumettizzata” da Fausto Paravidino che nell’occasione è attore e regista. E con lui sul palco si sarà anche Rocco Papaleo. Paravidino-Papaleo, una coppia di primissimo piano nel panorama del teatro italiano. Con l’attore pugliese noto anche al pubblico cinematografico e televisivo. Tra l’altro già venuto a recitare a Chiusi in tempi recenti. “Peachum” il titolo è in realtà il nome di uno dei personaggi dell’opera brechtiana e, nonostante la rilettura e l’uso di chitarre elettriche graffanti al posto delle muciche di Kurt Weill, l’atmosferna da Repubblica di Weimar rimate pressoché intatta. L’opera da tre soldi è un testo politico. La scelta di rappresentarlo oggi è coraggiosa e la possibilità e di poterlo vedere in un momento di grave crisi della politica e della società è un’occasione da non perdere. La rilettura di Paravidino lo attualizza, lo rende più comprensibile al pubblico attuale.

Nel testo originale Peachum è un imprenditore rispettato e contemporaneamente è il capo dei mendicanti: quelli che trafficano nei bassifondi, per farlo arricchire ancora di più. Qui Peachum è un venditore di borse griffate. Nel suo negozio le vende ai ricchi per migliaia di euro.  Nei quartieri popolari i suoi scagnozzi vendono per pochi euro le stesse borse ai piccoli borghesi, che aspirano ad avere gli status-symbol dei ricchi. Fanno credere ai clienti che le borse siano false, per umiliarli con il pensiero che loro non potranno mai raggiungere i veri status-symbol: invece li hanno già.

Il concetto sottotraccia è rivoluzionario: gli uomini sono tutti uguali, ma se li convinciamo che non è vero tenendoli nell’ignoranza, li avremo in pugno. Un classico della filosofia capitalista.

In questo sottobosco Peachum vuole che ci sia ordine, nella società. Vuole che ci sia un sopra e un sotto, per controllarli entrambi. Il delinquente è tollerato se sta al suo posto. A Peachum non interessa la politica: interessano i soldi e il potere che danno i soldi. Peachum ha messo il sindaco a capo della città proprio per garantire l’ordine. E se ci scappa n corto circuito, con il sindaco che fa di testa sua, va ricondotto all’ordine pure lui. Perché a Peachum piace lo status quo, la condizione immobile attuale, e preferirebbe evitare il ricorso all’uso della forza.

Ovviamente pur facendo un’operazione abbastanza filologica sulla piece brechtiana, Paravidino che è certamente e notoriamente un regista di sinistra, cambia le carte in tavola e “aggiorna” il copione: per rappresentare la spinta antisistema che Brecht, negli anni 20 del ‘900 affidava agli operai, Paravidino usa una banda di naziskin capitanata da Mackie Messer, che poi sarà tradito dai suoi stessi sgherri…

Rocco Papaleo è un perfetto Peachum contemporaneo, espressione della moderna borghesia progressista: sincero quando sfrutta i neri, ma anche quando inorridisce per l’omicidio. Dà la caccia a Mackie Messer perché sovverte l’ordine costituito, e anche perché ama sinceramente la figlia che Messer vuole portagli via, più di quanto la ami sua moglie Celia…

Insomma una piece tutta da vedere. E che in tempi di covid e di paure, di contrasti sociali tenuti sottotraccia, ma violenti e feroci tra chi sta sopra e chi sta sotto, può aiutare a pensare a riflettere sulle miserie e le poche nobiltà dell’oggi. Ma da vedere anche perché Papaleo, Paravidino & C. sul palcoscenico sanno come starci e sanno come si fa.

m.l.

 

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