COVID: ESCALATION DI CONTAGI. MA OGGI L’ALLARME E’ MINORE DI UN ANNO FA. E’ L’EFFETTO VACCINO E DI UNA COMUNICAZIONE PIU’ SOFT. PURE TROPPO

martedì 04th, gennaio 2022 / 12:35
COVID: ESCALATION DI CONTAGI. MA OGGI L’ALLARME E’ MINORE DI UN ANNO FA. E’ L’EFFETTO VACCINO E DI UNA COMUNICAZIONE PIU’ SOFT. PURE TROPPO
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CHIUSI –  Undici mesi fa – erano i primi di febbraio 2021 – Chiusi fu dichiarata zona rossa. Unica zona rossa in tutta la Toscana. Questo perché nei giorni precedenti si era verificata una escalation di casi di positività al virus (da 5 a 85 in meno di due settimane) e soprattutto perché furono riscontrati alcuni casi legati alla varante brasiliana  e a quella sudafricana che in quel momento facevano più paura…

All’epoca scattò un allarme generale, scese a Chiusi anche il presidente della regione Giani. Fu allestita in quattro e quattr’otto l’operazione Territori Sicuri per lo “screening di massa”, con i tamponi in piazza. La cittadinanza rispose. Più di 5.000 i tamponi effettuati nelle tende in piazza XXVI Giugno, ma la gente si chiuse anche in casa.

Oggi, con una escalation di casi ancora più evidente e più rapida, l’allarme è decisamente minore. Anche adesso la colpa del dilagare del virus è dovuto ad una variante, la Omicron, che però, evidentemente fa meno paura. I casi di positività accertati a Chiusi sono, al momento, un centinaio (97 ha scritto il sindaco Sonnini ieri), nei dintorni la situazione è simile e in alcuni casi anche anche peggiore (a Città della Pieve 190 positivi, una trentina a Cetona, 24 a San Casciano Bagni, per fare qualche esempio), ma non c’è il lock down. Molte meno anche le persone in smart working.

La spiegazione ha provato a darla, ieri il sindaco di Chiusi Sonnini: “la notizia importante non è quanti cittadini siano positivi, ma che la ASL non tiene più conto dei tamponi positivi e dei contagi, ma si basa sulle ospedalizzazioni e le terapie intensive che rispetto ad un anno fa si sono ridotte di 5 volte. La campagna vaccinale sta portando i propri frutti i sintomi e i danni per i vaccinati sono ridotti. Questa è la notizia su cui concentrarci, non sul numero dei contagiati, che ovviamente fanno scalpore”. 

In sostanza l’aumento, pur vertiginoso dei contagi, ci dice Sonnini, non preoccupa chi decide le strategia ai piani alti, perché oggi il virus uccide molto meno e manda molta meno gente in ospedale e in terapia intensiva. Sonnini con un post sulla pagina Fb del Comune fa sapere anche che a Chiusi a fronte di 100 casi positivi, c’è una sola persona in ospedale, mentre le altre stanno tutte bene o hanno lievissimi sintomi. Ciò ovviamente grazie al vaccino e al gran numero di persone vaccinate con la prima, la seconda e ora anche la terza dose.

Si è capito che il vaccino insomma funziona, anche se non evita del tutto il rischio di contagio. In sostanza il covid lo può contrarre anche chi è vaccinato, ma il rischio di stare molto male è basso. Allo stesso modo i vaccinati possono trasmettere il virus, ma ciò avviene in forma più lieve. Da qui la relativa tranquillità generale nonostante la curva dei positivi salga in maniera esponenziale. Nonostante il fatto che se anche il rischio è più basso, nel mucchio ci sono pure persone fragili o molto anziane, per le quali il rischio aumenta…

Detto questo, poi non è che tutto giri per il meglio. Tra la gente serpeggia una certa preoccupazione e anche un certo disorientamento: per la difficoltà a fare il tampone; per i tempi di attesa dell’esito; per le comunicazioni scarse e spesso contraddittorie o comunque incomplete o poco chiare, anche sui vaccini…

Dalle dirette fiume di Bettollini che tutte le sere “dava il quadro e dettava la linea” si è passati a comunicati stringati, con numeri ballerini e pochissime indicazioni se non quelle di affidarsi al buon senso e all’autodisciplina. Sono cambiate anche le regole per la quarantena sia dei positivi che delle persone che hanno avuto contatti con un positivo. Periodo di isolamento più breve e meno tensioni… Un anno fa c’era gente che faceva la spia se il vicino di casa portava il cane a pisciare un po’ troppo spesso o se sforava i fatidici 200 metri dall’abtazione. Sembrava di  vivere tutti a Berlino Est nel 1964, dove tutti erano spie e tutti spiati.

Il governo non ha voluto imporre l’obbligo vaccinale, ma si è messo a rincorrere i No Vax con un provvedimento dopo l’altro, un green pass dopo l’altro per render loro la vita impossibile…  Ha fatto confusione sui vaccini, fissando dei limiti temporali sulla durata dell’efficacia, riducendola poi da un anno a 9 mesi, da 9 a sei, da sei a 5, poi a 4…  Smantellando lo smart working e rimandando tutti al lavoro, magari sulla base di un tampone ogni 48 ore, ha creato ulteriore confusione e aumentato le possibilità di contagio… Le Regioni sono scomparse dalla scena. Se non per tagliare o sospendere servizi sanitari normali per far posto ai reparti covid (vedi il caso Umbria). Smantellati anche gli hub vaccinali (uno su tre) come quello del Palasport di Chiusi.

Nel marasma generale, la linea adottata (senza dichiararlo ufficialmente) sembra essere questa: “vaccinatevi con la terza dose, ché è utile ed è uno scudo efficace, nel frattempo autosorvegliatevi con tamponi a pagamento e con una vita morigerata e attenta”. Sostanzialmente chi decide le strategia di lotta al covid demanda tutto alla sensibilità, all’intelligenza, all’altruismo  dei singoli cittadini. Che però nello stesso tempo possono fare il cazzo che gli pare, salvo usare la mascherina chirurgica normale laddove è richiesta la FPP2 di ordinanza…

La gestione di questa quarta ondata da parte del governo, del generale con la piuma sul cappello e la mimetica e delle Regioni non è stata (e non è) esattamente la più efficace, univoca e chiara. I sindaci si sentono forse sollevati da eccessive responsabilità, ma oggi sembrano anche loro molto meno sul pezzo di un anno fa…

Forse, alla fine dei salmi, ci vogliono convincere, tutti, che con il covid dovremo conviverci a lungo, che probabilmente diventerà endemico, come l’influenza stagionale, che tra vaccini e cure si può rendere inoffensivo e già oggi grazie al vaccino è meno letale e meno pericoloso. Forse vogliono anche convincerci che di dosi e richiami ne serviranno altre, non solo tre…  Pochi sembrano invece indirizzati a rimodulare la risposta sanitaria nei territori, ri-potenziando la sanità pubblica e favorendone la fruibilità da parte dei cittadini. In questi ultimi anni si è fatto il contrario e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Solo che la politica insorge (si fa per dire) solo quando qualcuno ti chiude l’ultimo reparto ospedaliero.

Poi è evidente che di fronte ad una pandemia mondiale e in un mondo globalizzato e basato sulla comunicazione e sulla mobilità di masse sterminate di persone, non basterà vaccinare e garantire cure ai paesi più avanzati e più ricchi, ma si dovrà fare il possibile affinché il vaccino lo abbiano tutti. Se no il virus non si fermerà mai… Non è solo una questione di giustizia sociale, di uguaglianza, di diritti umani uguali per tutti, ma anche – se vogliamo – una questione di tornaconto, di utilità, per i più ricchi. Purtroppo, invece che ragionare su come uscire da questo tunnel infinito, sulle risposte sbagliate e insufficienti che ha dato il capitalismo iperliberista, a tutti i livelli, ci accapigliamo ancora sul numero dei positivi e sull’obbligo o meno del greenpass. E c’è anche chi sostiene che la terra è piatta, che la scienza è una fregatura, che lo spirito santo è più efficace del vaccino e che il green pass è un marchio discriminatorio…

Se qualcuno ci osservasse da Marte, penserebbe: ma guarda te questi terrestri, che teste!

m.l.

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