UN’ALTRA TRAGEDIA AI CONFINI DELL’EUROPA. E LA POLONIA COSTRUIRA’ UN MURO LUNGO 180 KM

martedì 16th, novembre 2021 / 18:38
UN’ALTRA TRAGEDIA AI CONFINI DELL’EUROPA. E LA POLONIA COSTRUIRA’ UN MURO LUNGO 180 KM
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Nel 2019 come primapagina allestimmo, con alcuni amici (Martina Belvisi, Alessandro Manzini, Massimo Giulio Benicchi, Luca Morelli, i Dudes e i dancers della scuola di danza di Sonia Franceschini) uno spettacolo teatrale che parlava di confini, di migrazioni, di muri… In America. Si intitolava “On the road. Again”. Sulla strada. Ancora.

A 30 anni esatti (allora) dalla caduta del Muro di Berlino pensavamo che in Europa la storia dei Muri innalzati per dividere fosse finita… Che quello di Berlino si fosse portato via anche l’idea… Perché è un’idea balzana, che anche il Papa ha spesso criticato, invitando al contrario a costruire ponti, non muri…

E invece ecco che ci risiamo. La Polonia inizierà a costruire un muro al confine con la Bielorussia a dicembre. Lo annuncia il governo di Varsavia, nel pieno della crisi dei migranti e profughi, ammassati nella terra di nessuno tra i due paesi. Il ministro degli Interni polacco Mariusz Kaminsky  spiega che “la struttura sorgerà entro la metà del 2022, sarà lunga 180 chilometri, alta 5,5 metri e verranno utilizzate le soluzioni più moderne”. Aggiungendo che la barriera al confine con la Bielorussia “è un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini”. I contratti per l’appalto dell’opera saranno firmati entro il 15 dicembre e  i lavori sul confine inizieranno nel corso dello stesso mese, andando avanti 24 ore al giorno su tre turni. La barriera ha un costo stimato di 353 milioni di euro e si prevede che si estenderà, come detto, per 180 chilometri, circa la metà della lunghezza totale del confine tra Polonia e Bielorussia. Il mese scorso il Parlamento aveva dato il suo via libera alla costruzione della barriera.

Intanto continua ad essere altissima la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia dove da giorni sono bloccati migliaia di migranti che chiedono di entrare in Europa. La polizia di Varsavia ha lanciato gas lacrimogeni in risposta al lancio di sassi da parte dei migranti. Fonti di Varsavia ritengono che i servizi bielorussi abbiano munito i migranti degli oggetti usati durante gli scontri. Insomma la guerra ai quei 3.000 disperati, lasciati lì al freddo e al gelo (il clima di questi tempi al confine tra Polonia e Bielorussia non è clemente) è insomma anche una guerra fredda tra i due Paesi.

“La cosa principale oggi è difendere il nostro Paese, il nostro popolo ed evitare scontri”, ha dichiarato alcuni giorni fa il  presidente bielorusso Alexander Lukashenko, parlando di quanto sta accadendo al confine con la Polonia. Lukashenko, però è accusato di essere responsabile dell’arrivo dei migranti al confine polacco, Insomma i profughi nessuno li vuole i due Paesi si fronteggiano, ammassando anche truppe militari nella zona.  Il rischio che la vicenda inneschi un confronto armato è piuttosto alto. E già l’uso di lacrimogeni e di cannoni ad acqua (con il freddo che fa) è da considerarsi quasi un uso della forza.

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito l’uso di gas lacrimogeni da parte della Polonia contro i rifugiati al confine con la Bielorussia “inaccettabile”. Intanto il Parlamento europeo e Consiglio Ue hanno dato il via libera al bilancio comune per il 2022. Approvata anche la proposta avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione europea di aumentare il Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf) e destinare 25 milioni di euro alla crisi migratoria ai confini con la Bielorussia per sostenere gli Stati membri. Dei 6,4 miliardi di euro del bilancio Ue (2021-2027) per la gestione delle frontiere, alla Polonia sono destinati 114,5 milioni, mentre all’Ungheria 80 milioni (compresi i fondi d’emergenza). “La posizione della Commissione europea – ha però precisato il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer – è che i fondi Ue non debbano essere usati per costruire i muri, che non vuol dire che le barriere fisiche non devono essere costruite”. Una posizione alquanto pilatesca, quella dell’UE che non riesce a portare a più miti consigli i governi populisti e sovranisti come quelli polacco e ungherese. Nè a fermare la “tattica” della Bielorussia, di incanalare i flussi di migranti verso la frontiera dell’Ue in Polonia come rivalsa per le sanzioni dell’Unione europea stessa.

Il Parlamento europeo, però, ha chiesto alle autorità bielorusse di fornire assistenza umanitaria alle persone intrappolate nella zona di confine, di consentire l’accesso alle organizzazioni umanitarie nella regione e di permettere la creazione di corridoi umanitari. Non solo: “Estenderemo le nostre sanzioni contro la Bielorussia all’inizio della prossima settimana e gli Stati Uniti prepareranno sanzioni che saranno in vigore da inizio dicembre” ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine dell’incontro a Washington con il presidente americano, Joe Biden. Secondo la number one dell’UE, la situazione al confine tra Polonia e Bielorussia “non è un problema bilaterale” e nemmeno “una crisi migratoria”, bensì “il tentativo di un regime autoritario di provare a destabilizzare i suoi vicini democratici“. Un tentativo “che non avrà successo” e “dobbiamo difendere le nostre democrazie”. Parole dure. Più degli atti concreti.

Nelle ultime ore, però il presidente russo Putin ha inviato bombardieri nucleari sui cieli della Bielorussia. Per la precisione due bombardieri supersonici russi a lungo raggio Tu-22M3, in grado di portare testate nucleari, hanno effettuato azioni di “pattugliamento nello spazio aereo bielorusso”. L’azione è stata letta da più parti come un gesto di sostegno a Lukashenko. Estonia, Francia e Irlanda hanno convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi, riunione che dovrebbe tenersi giovedì pomeriggio. Tira una brutta aria sull’Europa.

Nel frattempo esplodono altri punti di crisi e di tensione: il ministero dell’Interno turco ha protestato per il respingimento, da parte della guardia costiera greca, di una barca con 32 migranti a bordo: la questione è al centro di dispute fra i due Paesi da tempo e durante una recente visita ufficiale in Olanda, il premier greco Mitsotakis è stato incalzato da una giornalista: “Ci sono immagini e le denunce di diverse organizzazioni non governative, lei non può negare ciò che è sotto gli occhi di tutti, ovvero che la Grecia stia ripetutamente violando i diritti umani di persone che hanno diritto all’accoglienza”, ha detto la giornalista. Mitsotakis l’ha invitata a prendersela con “chi usa i migranti”, facendo riferimento alla Turchia, accusata anche dalla Polonia di “agire in sincronia con Bielorussia e Russia”.

Ma mentre i vari Paesi e le varie diplomazie si fronteggiano, la situazione dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia si sta facendo drammatica. Si tratta di qualche migliaio di persone costrette a passare giorno e notte a basse temperature, nei campi, senza cibo e senza possibilità di scaldarsi se non con fuochi di fortuna. Ci sono anche numerosi bambini. 

Serve urgentemente un corridoio umanitario. L’Unione Europa lo chiede a gran voce, prima di tutto per mettere in sicurezza quelle persone, ma anche per riportarle poi nei loro Paesi di partenza…  Rientri accompagnati umanitari li ha definiti l’Alto Commissario Europeo Borrel, che parla anche lui di ulteriori sanzioni alla Bielorussia: “Abbiamo cominciato a vagliare modi per farlo per adottare un quinto pacchetto di sanzioni che toccherà tutti coloro che si sono macchiati di questo crimine”.

Un quadro sconvolgente. Le immagini dei migranti ammassati nella terra di nessuno, senza poter andare né avanti né indietro, rimandano a quelle dei profughi polacchi costretti a lasciare le loro case dall’esercito nazista all’inizio della seconda guerra Mondiale. Oggi, dopo più di 70 anni siamo ancora di fronte a scene di questo genere, con i figli e nipoti delle vittime di allora che costruiscono muri per non far entrare le vittime di oggi e gli eredi di coloro che liberarono i lager nel 1945, che invece le spingono verso i confini altrui… Il mondo alla rovescia.

Uno spettacolo teatrale, fatto oggi, sul muro che vuol costruire la Polonia sarebbe un horror… Polonia e Bielorussia non hanno avuto e non hanno neanche Woody Guthrie, Bob Dylan e Bruce Springsteen, cui attaccarsi. L’unica musica possibile forse “Tristezza” di Chopin.

M.L.

 

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