CHIUSI, LA STRANA SCELTA DELLE (EX) OPPOSIZIONI. E LA DESTRA CHE HA SEMPRE VOTATO PD, STAVOLTA PER CHI VOTERA’?
CHIUSI – In un commento ad un nostro precedente articolo, Marco Nasorri, coordinatore provinciale di Sinistra Civica ed Ecologista, una delle “gambe”, insieme a Psi, Possiamo e M5S, del rassemblement guidato da Gianluca Sonnini scrive: “La coalizione di Centrosinistra che sostiene Gianluca Sonnini non è stata una fusione a freddo, bensì un’alleanza meditata, voluta, discussa tra gli scritti, tra i militanti di ciascun partito e movimento, che ha comportato anche dolorosi strappi. E’ stata indubbiamente una discussione strozzata dall’impossibilità, per molti mesi, di organizzare un vero dibattito pubblico in presenza, ma è difficile parlare di fusione a freddo quando una simile alleanza nasce dal basso, nel territorio”.
Ora, è vero che i protocolli antipandemia hanno impedito una discussione pubblica “in presenza”, ma di discussioni sul tema non si è visto o sentito niente, neanche in modalità “on line”. Nessuna videoconferenza collettiva, nessun post sui social se non qualche stizzita reprimenda al Pd per il ritardo con cui procedeva nonostante gli accordi fatti a tavolino. Se anche il confronto avesse coinvolto, come dice Nasorri, gli iscritti e i militanti di ciascun partito o movimento, quante persone avrebbe in realtà reso partecipi della decisione? L’assemblea degli iscritti al Pd, che è la forza predominante, una trentina se va bene… E’ stato così per tutto l’anno, quando il partito di maggioranza doveva decidere come uscire dall’era Bettollini. Quanti sono gli “iscritti” ai Podemos, a Sinistra civica ed Ecologista e quanti i militanti del M5S rimasti nell’ex meet up locale?
Marco Nasorri è un politico di lungo corso, era già al pezzo ai tempi di Ciarini e Ceccobao ed è rimasto ancorato, evidentemente, ad un certo lessico politichese della sinistra che fu, ma il quadro non è così idilliaco come lo racconta lui. Per chi non fa parte della ristrettissima cerchia di “iscritti e militanti” (categorie alquanto aleatorie e nebulose), l’inedita coalizione di centro sinistra di Chiusi è, nella migliore delle ipotesi una “fusione a freddo”. O se vogliamo essere meno scientifici, un “matrimonio di interesse”.
Per quanto riguarda il Pd la scelta di allargare la maggioranza è comprensibile, perché per “ripartire dalle cose fatte dall’amministrazione attuale e da quelle precedenti” come ha detto Sonnini, bastava ricandidare Bettollini e riproporre l’alleanza Pd-Psi; ma per ripartire da lì, mettendo in soffitta l’era Bettollini serviva un passo ulteriore. E per segnare una “cesura” con l’amministrazione uscente e con una stagione politica non bastava far fuori tutti i consiglieri e gli assessori, oltre al sindaco, serviva allearsi con le opposizioni. E questo è ciò che ha fatto il Pd. Ovviamente con la speranza di recuperare con l’appoggio dei Podemos e dei 5 Stelle ciò che potrebbe perdere in casa propria, se i bettolliniani facessero la fronda anche alle elezioni.
Quello che si capisce meno è il perché la stessa scelta l’abbiano fatta le due forze di opposizione. Dopo 5 anni di improperi e di voti contro, con polemiche anche sulla gestione della pandemia (definita propagandistica), sulla fermata del Frecciarossa, ritenuta insufficiente e demagogica più che risolutiva e utile, con il voto contro sulla variante che consente l’intervento di recupero della Fornace sempre auspicato e perorato, e perfino il voto contro ad un finanziamento aggiuntivo del Governo per i lavori al palasport, nell’ultima seduta del Consiglio, quando già era stata annunciata la nuova coalizione, come faranno i 5 Stelle e Possiamo ad andare a chiedere la conferma del Frecciarossa a Trenitalia, per esempio? Cosa diranno sulla gestione del nuovo Palasport, definito una cattedrale nel deserto? Chiederanno subito la chiusura dell’Hub vaccinale, perché è stata una mossa propagandistica di Bettollini? E questi sono solo alcuni esempi. Ce ne sarebbero molti altri… Si accontenteranno di quei 3-4 punti a loro cari, inseriti nel programma elettorale della lista Sonnini?
Le due forze di opposizione, passate adesso all’area della ex maggioranza (per esserlo ancora la coalizione di centro sinistra dovrà vincere le elezioni) hanno spesso marciato insieme nella legislatura passata. Ma non sono identiche. Che i Podemos potessero sedersi al tavolo con il Pd, ora che non c’è più Bettollini tra i piedi, era nell’ordine delle cose. Un ritorno all’ovile, diciamo. Con rischio però di scomparire, di annacquarsi in una marmellata acida e senza sostanza.
Diverso è il discorso per il M5S che non ha un Dna di sinistra. Tant’è che buona parte degli adepti sono trasmigrati altrove e appoggeranno liste diverse, quella di Tiezzi in particolare.
Un tempo quelli “fedeli alla linea” erano i comunisti (e nel Pd di fedeli alla linea a prescindere ce sono ancora), ma i 5 Stelle lo sono ancora di più. In questo senso sono più leninisti dei comunisti. Anche di quelli di Rizzo.
Così la capogruppo in Consiglio Bruna Cippitelli che in 5 anni non ha di fatto mai proferito parola e non ha proposto mezza idea su niente, si è subito “allineata” alla linea Conte e si è accomodata nell’alleanza con Sonnini & C. L’altra consigliera Bonella Martinozzi ci ha pensato un po’ di più, ha fatto qualche bizza, ha annunciato che non avrebbe preso parte alla Coalizione, poi ci ha ripensato e ha fatto marcia indietro, allineata anche lei. Come mai le due consigliere che di sinistra non sono mai state abbiano deciso così non è dato sapere, se non per una presunta o presumibile fedeltà alla linea nazionale. Appoggeranno anche Letta alle suppletive per il Collegio 12 della Camera. Se glielo avessero proposto un ano fa si sarebbero messe a ridere. Ora da ridere viene a vederle sedute lì, in quella compagnia dive ci incastrano come il cavolo a merenda. Probabilmente la speranza di un “premio fedeltà” (alla linea), è stata più forte della coerenza con quanto detto e fatto in questi cinque anni (poco, ma quel poco di tutt’altro segno). Il M5S è in disfacimento, a livello locale è praticamente scomparso dalla scena, ma si sa come il Movimento seleziona la propria classe dirigente, come seleziona le candidature… e nel 2023 si voterà per il Parlamento, i seggi a disposizione saranno con tutta probabilità molti di meno, ma anche i “fedeli alla linea” sono molti di meno, hai visto mai? Altre spiegazioni non se ne trovano.
E c’è un’altra considerazione da fare, in relazione all’inedita e per certi versi inusitata coalizione di centro sinistra. A Chiusi, dai tempi di Ciarini in poi, una parte della destra, quella imprenditoriale, liberal e “governativa” a prescindere ha sempre votato per il potere costituito, cioè per Ciarini, poi per Ceccobao, infine per Scaramelli e anche per Bettollini. Non solo quando la destra si è presentata con candidati impresentabili o improponibili. Lo ha sempre fatto per una questione spicciola, di interesse, votando con il retropensiero che è meglio votare per chi comanda. Stavolta lo farà? quella destra governativa e non estremista che ha sempre votato i candidati Pd alle comunali, e magari Renzi alle Politiche, voterà per Sonnini alleato dei Podemos e dei 5 Stelle, identificati come quelli del “no a tutto”? Più difficile.
Quindi in termini meramente elettorali, la coalizione ciò che guadagna dall’alleanza con le due opposizioni, potrebbe perderlo sul fianco opposto. Qualcuno dirà che è meglio così: meglio una sinistra finalmente unita e depurata anche dei voti in prestito della destra. E questo potrebbe essere vero, in termini di principio. Ma se poi i voti mancano e i conti non tornano? Come andrà lo sapremo il 4 ottobre. Fa anche piacere vedere che c’è gente come Marco Nasorri convinta delle magnifiche sorti e progressive della nuova coalizione… Ma una cosa è esserne convinti e altra cosa è convincere gli altri. A noi – che pure siamo fermamente ancorati a sinistra – l’operazione tanto convincente non sembra.
m.l.
Nei primi giorni di agosto, quindi parlo di un mese e mezzo fà, a Macciano, si é tenuta l’assemblea degli iscritti. Ripeto “un mese e mezzo fà”. In quell’incontro, agli iscritti, non é stata data nessuna indicazione sulle eventuali alleanze, a due mesi dalle elezioni amministrative. Gli iscritti devono aver meditato, valutato e discusso molto velocemente! (a quel momento avevo ancora la tessera del PD ed ero presente all’assemblea degli iscritti).
Quindi, lettura dei fatti totalmente confermata. Oh yes…
Scusa Marco,ma,quale sarebbe la destra ” che ha sempre votato ” PD !
La destra a questo giro ha perso un occasione unica !
Non vedo candidati di destra in queste liste ! Forse qualche facinorosi arrogantello ! Ma di destra nessuno,tranne l’ avvocato Capuccini della lega !
La destra è un altra cosa !
La destra andrà a votare ma molti la pensano come me,si va a votare per un altro partito …. !
CHE occasione perduta ,per dare retta a delle nullità !
Niccolò una destra che ha sempre votato Pd o Ds (da Ciarini in poi) c’è sempre stata, per rendersene conto basta confrontare i voti delle Politiche con quelli delle Comunali. Ho anche scritto nell’articolo di quale destra si tratta… Concordo sul fatto che la destra abbia perso un’occasione forse irripetibile.
Marco ,io sono stato sempre ” orgogliosamente ” di destra ma,ti posso assicurare che non ho mai votato per il PCI,Olivi,Querce o qualsiasi altro tipo di albero ne tantomeno per il PD. Ti assicuro che tanti altri ,come me,non l’hanno mai fatto ne,lo faranno.
Avendo visto queste liste avrei votato ,comunque, Bettollini ! Perché è un bravo ragazzo !
Rinnovo l’opinione che per la destra è stata un’ occasione persa ! Scelta sbagliata e suicida,presa da persone sbagliate !
Senza farla tanto lunga bastava scrivere: “sto tanto male non mi rassegnerò mai alla mancanza di Bettollini, sfogo la bile scrivendo ogni giorno un articolo per screditare l’alleanza di centrosinistra.”