NON SOLO A CHIUSI, IL PD DIVISO AL VOTO ANCHE IN DIVERSI COMUNI UMBRI
Sulla pagina facebook “Amici di Ciuenlai” compare una disamina sulla situazione pre elettorale nei comuni umbri che andranno al voto il 3-4 ottobre, insieme a Chiusi. In particolare a Città di Castello, Assisi, Spoleto e Amelia. Tutti comuni rilevanti. Per nome, storia e anche numero di abitanti.
“Le prossime elezioni comunali vedono il PD locale andare in ordine sparso con scontri e doppie candidature all’orizzonte in un clima nel quale il ruolo degli organi centrali sembra sempre più marginale”, si legge nel “cappello” al servizio. Che poi così prosegue:
“Bisogna mettere insieme Kafka, Fleming e Hitchcock, esaminarli bene, studiarli alla perfezione, miscelare con cura e attenzione metamorfosi, thrilling, doppiogiochismo, cultura del “mai dire mai”, crudeltà e cinismo, per tentare di spiegare ciò che sta facendo quella cosa chiamata Pd nei principali comuni in cui si vota in Umbria.”
Ciuenlai li definisce “romanzetti di bassa provincia, da raccontare uno alla volta, perché se no rischieremmo di perderci dentro i meandri di un opportunismo politico e di una concezione individualistica della politica, che lascia esterrefatto chiunque provi a trovargli un filo logico”.
A Città di Castello, la situazione, fatte salve le diverse dimensioni, somiglia a quella di Chiusi. Anche nella cittadina tifernate infatti il Pd ha cercato l’accordo coi 5 Stelle per superare la stagione del sindaco uscente Bacchetta ma si è spaccato in due, anzi in tre tronconi o cordate…che al primo turno (a Città di Castello si vota con doppio turno e ballotaggio) andranno l’una contro l’altra armata… Con il rischio di favorire la vittoria della parte avversa.
Se la situazione del Pd di Città di Castello è assai complicata – secondo Ciuenlai – quella di Spoleto è ancora peggio. Nella città del festival dei due mondi e di Don Matteo “i perugini” del Pd con in testa i segretari regionale Bori e Provinciale Camilla Laureti hanno sposato la causa di un ex bocciano di ferro, il capo mondiale degli agronomi Andrea Sisti. Una proposta dei “civici di partito” (cioè quelli che, come Fora, entrano e girano dentro e attorno le coalizioni classiche) , sostenuta dai 5 stelle. I Perugini del Pd, ma non gli spoletini del Pd, che, invece, si sono spaccati in due pezzi, nessuno dei quali sarebbe per Sisti”… Ed ecco che spunta il nome del segretario Pd Lisci … mentre una parte di ex Margherita e un gruppo civico hanno mess in campo l’ex consigliere regionale Cintioli. Anche a Spoleto si vota con ballotaggio. Si tratta di vedere chi tra Cintioli e Sisti ci andrà, con il candidato della destra… Una terza lista targata Azione potrebbe fare da elemento di disturbo…
Ad Amelia – scrive ciuenlai – “c’era una volta un segretario (quello del Pd) che, come candidato sindaco era accettato da tutti, meno che dalla segreteria regionale del partito. E’ quindi entrato in azione l’UCAS -ufficio complicazioni affari semplici e il risultato adesso è che i candidati del centrosinistra sono 4. Auguri!”
Assisi invece è l’unico posto dove non ci sono stati scossoni e dove tutti si sono messi dietro le insegne della sindaca uscente, Proietti, la quale però non sarebbe riuscita in questi 5 anni a sfondare nell’elettorato moderato e di destra che ad Assisi è la stragrande maggioranza dei votanti. Ed essendosi la destra ricompattata in molti prevedono una sua vittoria al primo turno. Un bel dì (di ottobre) vedremo!
Secondo Ciuenlai la responsabilità di questo stato delle cose nel Pd e nella sinistra umbra è da dalla segreteria regionale… Una segreteria che “si è dovuta ritirare a Castello, ha spaccato la coalizione a Spoleto e ad Amelia e ha continuato a svolgere un ruolo marginale nel raggruppamento che sostiene la Proietti ad Assisi… E imporre un congresso che ha diviso le poche truppe a disposizione non è stata una idea brillante”.
In ogni caso – scrive ancora, in conclusione Ciuenlai – l’unico risultato che possa considerarsi positivo è, senza se e senza ma, “la riconferma di Assisi e Castello e la riconquista di Spoleto, dove la destra ne ha fatte di tutte e di più e dove perdere sembrerebbe una mission impossible”.
Quindi ciò che in questi mesi è avvenuto e ancora sta avvenendo a Chiusi non sembra essere una eccezione. Tutto il mondo è paese. E a questo punto sorge il dubbio che il problema non sia tanto Chiusi o la strategia del gruppo dirigente del Pd chiusino, quanto il Pd in quanto tale. Ovunque. La differenza, tra Chiusi e Città di Castello, Spoleto e Assisi è che lì si vota con doppio turno e al ballottaggio qualche errore si può forse rimediare; a Chiusi no… A Chiusi il doppio turno non c’è, vince chi prende un voto più degli altri e stop.