ELEZIONI SUPPLETIVE, LETTA CORRE SENZA SIMBOLO PD. MA I PARTITI SI “DILEGUANO” ANCHE NELLE COMUNALI

lunedì 30th, agosto 2021 / 16:33
ELEZIONI SUPPLETIVE, LETTA CORRE SENZA SIMBOLO PD. MA I PARTITI SI “DILEGUANO” ANCHE NELLE COMUNALI
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CHIUSI –  Come è noto, il 3-4 ottobre, in provincia di Siena non saranno solo gli elettori di Chiusi e Trequanda ad essere chiamati alle urne. Solo a Chiusi e Trequanda si vota per le comunali, ma si vota, come in tutti gli altri comuni della provincia, anche per le “suppletive” relative al Collegio uninominale n.12 della Camera dei Deputati, lasciato vacante da Piercarlo Padoan, eletto con il Pd, e diventato poi presidente di Unicredit. Il collegio comprende i 35 comuni senesi più alcuni comuni della provincia di Arezzo (Foiano della Chiana, Cortona, Castiglion Fiorentino, Lucignano e Marciano della Chiana).

E’ noto anche che la coalizione di centro sinistra (Pd, socialisti e altri) avrà come candidato unitario il segretario nazionale del Pd Enrico Letta. Quindi ancora una figura nazionale, come Padoan e come in passato era successo con Bassanini, Amato, Boselli…  Questa volta però non imposta da Roma, per sfruttare un collegio sicuro, ma chiesta e ottenuta dal Pd senese. Questa almeno la versione ufficiale. Tanto che lo stesso Letta ci ha messo un mesetto prima di accettare la sfida e la candidatura, che se vincerà le elezioni, gli consentirà di diventare parlamentare e di partecipare tra qualche mese alla partita per l’elezione del Presidente della Repubblica che si giocherà in parlamento e non fuori.

E’ di ieri la notizia che il nome di Enrico Letta non sarà accompagnato sulla scheda dal simbolo del Pd. Né di altri partiti. Il simbolo è costituito da un cerchio rosso scuro su fondo bianco con su scritto “Con Enrico LETTA”. Niente altro.

Così, il segretario del Pd senese Andrea Valenti spiega la scelta: “La candidatura di Enrico Letta è stata presentata questa mattina. Le centinaia di persone che l’hanno firmata, moltissime delle quali del Partito Democratico, non hanno manifestato il minimo stupore per l’assenza del simbolo del PD. Alle elezioni suppletive si fa così. Lo abbiamo fatto con Roberto Gualtieri a Roma e con Sandro Ruotolo a Napoli. Per prima cosa, e ne siamo orgogliosi, sono molte le forze politiche che sostengono Enrico Letta.
Secondo, la nostra idea è che la sua candidatura, per autorevolezza, competenza, passione e lungimiranza, possa rivolgersi a tutte e tutti, in una visione di un campo riformista largo, plurale e aperto.
Queste sono elezioni suppletive, lo ripeto.
Io sono orgoglioso del simbolo del Partito Demcratico, in tutte le iniziative fatte le nostre bandiere sono ovunque.
Enrico Letta ha lasciato il suo impegno a Parigi per fare il segretario di questo Partito.
Anche ieri, a Monteriggioni, ha preso in mano una nostra bandiera e ha parlato di cosa rappresentasse e di come dobbiamo esserne fieri.Vedo anche che i nostri avversari, non avendo evidentemente argomenti, non fanno che commentare quello che facciamo noi. Io li ringrazio per la pubblicità. Aspetto con ansia che dicano qualcosa sul futuro di questa provincia.”
Può darsi che tra le persone che hanno firmato per la candidatura di Letta nessuna si sia scandalizzata per l’assenza del simbolo Pd. Ma non è vero che nel corpo militante ed elettorale del Pd, tutti l’abbiano digerita allegramente, senza battere ciglio. A Chiusi, dove si voterà anche per sindaco e consiglio comunale e dove il clima è piuttosto avvelenato, molti militanti Pd che in questo week end affollavano le vie dello Scalo per una serie di iniziative (mercatino di Sbottegando, presentazioni di libri, inaugurazione di una piazza ridisegnata) sembravano piuttosto contrariati.
Già il simbolo Pd non sarà sulla scheda per le Comunali per far posto ad un generico “Centro sinistra per Chiusi”, ma che non figuri neanche sulla scheda delle suppletive, a molti non va proprio giù. Gli avversari parlano di “un Pd che si vergogna di sé stesso e si nasconde”, i militanti del Pd invece temono un annacquamento che sa di diluizione in coalizioni informi e improbabili, addirittura impensabili solo qualche mese fa… Matrimoni di interesse più che per amore e condivisione convinta di linee strategiche e programmatiche…
Certo, essendo la coalizione per Letta come quella a sostegno di Sonnini a Chiusi piuttosto ampie (più di sigle per la verità che di contenuti e numeri reali) non sarebbe stato facile, né bello a  vedersi, un simbolo con 5-6-7 simboli di partito incorporati, ma che il Pd, un po’ come anche gli altri partiti, tenda a “camuffarsi” e a… diluirsi sembra un fatto incontrovertibile. Nelle comunali la cosa è più comprensibile, ma Letta non è un candidato qualunque, di coalizione. E’ il segretario nazionale del Pd.
Sembra quasi che la politica cerchi di rifarsi una immagine e una verginità inventando simboli ad hoc, diversi per ogni singola tornata elettorale. La cosa può essere certamente un segno dei tempi, della società (e della politica) liquida, quasi gassosa… Ma è anche un elemento che genera innegabilmente smarrimento, confusione, perdita del senso di comunità e di appartenenza. Chi dice che così non è – come prova a fare Valenti – o non ha minimamente il polso della situazione o parla solo con un certo tipo di militanti, quelli sempre allineati e coperti, fedeli alla linea nei secoli dei secoli, che però sono pochi e sempre di meno…
L’unica consolazione per Valenti & C. è che anche quelli delle liste civiche sostenute dal centro destra, non gradiscono che si dica che in quelle liste c’è dentro la Lega o Fratelli d’Italia…  Magari più avanti, nella campagna elettorale ufficiale qualcosa cambierà, ma adesso, in questa fase, il “nascondino” è un gioco piuttosto in voga e ci giocano tutti, a destra, al centro e a manca…
m.l.
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