LA POESIA-NARRAZIONE URTICANTE, RUVIDA E QUOTIDIANA DI GUIDO CATALANO

lunedì 26th, luglio 2021 / 19:17
LA POESIA-NARRAZIONE URTICANTE, RUVIDA E QUOTIDIANA DI GUIDO CATALANO
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Sabato sera 24 luglio, nel bel mezzo dell’estate 2021 dopo ben 2 pandemie alle spalle e tanta voglia di tornare sulle piazze per condividere parole, musica e versi scelti è ritornato con forza lo ZAL FEST, una rassegna di musica, teatro, poesia in quattro puntate organizzata dall’associazione GEC Gruppo Effetti Collaterali in collaborazione con il Comune della Città di Chiusi e il Comune di Castiglion del Lago.
Il protagonista della serata d’apertura del festival è stato il poeta – scrittore Guido Catalano che ha portato sul palco del “Prato” il suo “Favoloso Vivo Tour”, un spettacolo basato sulla tecnica del reading, nel quale ha recitato versi e raccontato storie usando come arma vincente l’ironia resa attraverso locuzioni argute e pungenti.

Questa scelta stilistica porta lo spettatore a vedere le situazioni narrate da una prospettiva inversa rispetto a quella ordinaria; la vita analizzata e proposta in molte delle sue sfaccettature e nelle più svariate situazioni appare desublimata, spoetizzata, ridotta a grado zero, priva di quella valenza romantica e nostalgica che molti invece contemplano e avallano come unica possibile.
Catalano attraverso il suo scrivere sovverte questo cliché e ci propone situazioni depotenziate di ogni carica emotiva, piuttosto asettiche che portano chi lo ascolta o lo legge ad osservare la realtà dal suo lato più crudo, dove il no prevale sul sì, la ruvidità sulla morbidezza, il rifiuto sull’accettazione.
Ed ecco che sul palco appaiono cicche di sigarette spente sui cani, ragni che si innamorano e poi divorano farfalle blu, amori che finiscono; la solitudine che, anche se pronunciata alla francese, fa paura lo stesso e aliena l’uomo lasciandolo solo a compiere il suo destino.
Nessuna cooperazione, nessun aiuto da parte di nessuno, un’unica arma per mettere a nudo quei buchi neri che si nascondono dietro alle coscienze, l’ironia appunto che consente di vedere la realtà per quella che è, senza fronzoli o giri di pensieri: rude, scevra di inganni e fantasia, quasi pura nel suo agghiacciante malumore.
Sulla ribalta incalzano uno accanto all’altro una miriade di personaggi fiabeschi principi, principesse, principi che avrebbero voluto essere principesse, ragazzi buffi, ghiri, volpi, pecore ed infine il mare.
Attraverso una sintassi povera di azioni ma ricca di sostantivi e aggettivi, quasi a voler enfatizzare l’incapacità ad agire in un mondo che ha perso tutti valori, i protagonisti si muovono in un’atmosfera che di fiabesco non ha più nulla; strettamente correlati alla ruvidità del quotidiano si muovono come sagome prive di spirito, avatar che non hanno più nulla del mitico passato che un tempo li ha meravigliosamente rappresentati.

Anche il mare, uno degli ultimi elementi contemplati, si rivela un ambiente fastidioso, con la sabbia che entra dentro il costume e che innervosisce chi la sente; gli ombrelloni, i vicini di ombrellone, il sole, i bambini che corrono, sono entità percepite con distacco e noia; è una quotidianità priva di slanci e passionalità quella che ci racconta, un mondo vuoto e triste osservato da un occhio solitario e disilluso.
Una poesia non facile da mandar giù quella dello scrittore Guido Catalano, per chi era abituato alle tamerici salmastre di D’annunzio, agli interminati spazi e ai sovrumani silenzi di Leopardi, alla sera di Quasimodo e ad illuminarsi d’immenso con Ungaretti. Con la sua poesia infatti ci si trova di fronte ad un pensiero poetico che poca speranza lascia.
L’unico rimedio per esorcizzare il senso di vuoto e talvolta di dolore educato che emerge dai suoi versi liberi si può intravedere forse nell’ultimo componimento scelto a conclusione della serata, Teniamoci stretti che c’è vento forte.
Il vento viene evocato affinché soffi via con sé tutto il brutto, tutto il male, tutto il perverso che c’è per lasciare nello spazio e nel tempo solo l’essenza di quello che meglio rappresenta il senso vero dell’amore ovvero uno stretto, ferreo e lunghissimo abbraccio.
“ (…) Diamoci le mani, guardiamoci senza mai dimenticare
di guardarci dentro agli occhi.
Dunque teniamoci stretti che c’è vento forte
ed io sia maledetto se mollo questa presa di salvezza.”

Il prossimo appuntamento con lo Zalfest sarà sabato prossimo, 31 luglio, ancora al  di Chiusi, con il cantautore texano Micah P. Hinson. Poi Il 6 agosto, la rassegna trasloca da Chiusi a Castiglione del Lago, precisamente alla Rocca del Leone dove alle ore 21.30, si terrà il concerto di Stuart Braithwaite from Mogwai , per concludersi il 29 agosto, sempre alla Rocca di Castiglione  con la performance dell’attore Elio Germano e il musicista Theo Teardo  i quali proporranno “Viaggio al termine della notte” liberamente tratto dal capolavoro di Louis Ferdinand Céline.

PAOLA MARGHERITI

Nelle foto di Emiliano Migliorucci Guido Catalano durante la sua performance a Chiusi.

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